Storia di Israele e dell’Ebraismo

75 anni fa il massacro nazista di Babi Yar, in Ucraina

Il Capo di Stato israeliano Reuven Rivlin è partito ieri per una visita di Stato in Ucraina, su invito del presidente Petro Poroshenko. Oggi Rivlin pronuncerà un solenne discorso di fronte all’assemblea plenaria del parlamento ucraino nel contesto delle commemorazioni per il 75.mo anniversario del massacro di Babi Yar, una località vicina a Kiev.
Negli ultimi giorni del settembre 1941 truppe tedesche obbligarono gli ebrei della zona a raggiungere Babi Yar e in 48 ore (tra il 29 e il 30 settembre) ne trucidarono oltre 33 mila.
Il 28 settembre vennero affissi per la città manifesti recanti la dicitura seguente: “Tutti gli ebrei che vivono a Kiev e nei dintorni sono convocati alle ore 8 di lunedì 29 settembre 1941, all’angolo fra le vie Melnikovskij e Dochturov (vicino al cimitero). Dovranno portare i propri documenti, danaro, valori, vestiti pesanti, biancheria ecc. Tutti gli ebrei non ottemperanti a queste istruzioni e quelli trovati altrove saranno fucilati. Qualsiasi civile che entri negli appartamenti sgomberati per rubare sarà fucilato.”
Molti, inclusi i 60.000 ebrei della comunità ebraica di Kiev consistente in anziani, malati, bambini e donne, ovvero tutti coloro che non erano riusciti a fuggire prima dell’arrivo dei nazisti, pensarono che sarebbero stati deportati. Vennero invece condotti in gruppi di dieci attraverso un corridoio di soldati, obbligati a spogliarsi, picchiati se resistevano, infine uccisi con armi da fuoco sull’orlo del fossato.
All’avvicinarsi dell’Armata Rossa, nell’agosto del 1943 i nazisti cercarono di occultare le prove del massacro e impiegarono 327 prigionieri per esumare e bruciare i corpi, con un lavoro disumano durato sei settimane.

Fonte: Shalom7

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