Israele e Medio Oriente

Shimon Peres, 1923-2016: l’uomo che ha creduto nella pace

L’immigrato polacco Szymon Perski voleva fare l’allevatore di mucche: prima di conoscere Ben Gurion viveva e si occupava di bestiame in un kibbutz della Galilea, dov’era arrivato nel 1934 fuggendo da Višneva, oggi in Bielorussia, nel cui ghetto fu bruciato vivo il nonno materno.
Poi l’incontro con Ben Gurion che cambiò totalmente la sua vita: a soli 28 anni divenne direttore generale della difesa e il resto è storia.

Shimon Peres era un ottimista. Una persona che riteneva che se si fanno le cose giuste è possibile migliorare tutto quello che ci circonda. Un sognatore, non un visionario distaccato, ma un politico accorto che sapeva quello che voleva e come raggiungerlo.

Negli anni della militanza politica giovanile veniva visto come uomo del fare, la generazione del 1920 stanca della ideologia socialista della generazione di David Ben-Gurion. Con orgoglio si definivano pragmatici. Da anziano fu invece dipinto come sognatore o peggio ingenuo. Nel 1960 non gli piaceva tanto l’etichetta di “socialdemocrazia” dentro al partito laburista israeliano, ma per gli strani scherzi del destino nel 1978 divenne il vice presidente delll’Internazionale socialista. Nel 1970 fu un convinto sostenitore degli insediamenti nei cosiddetti territori occupati. Tempo dopo, da leader del partito laburista e all’opposizione, divenne molto critico verso quegli insediamenti. Qualcuno lo definì colomba, per altri si trasformò in un traditore: come per Yigal Amir, l’omicida del premier Yitzhak Rabin, il quale ammise che il suo prossimo obiettivo fosse Peres.

Nel 1990, quando il suo vice al ministero degli esteri negoziava segretamente gli accordi con l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina a Oslo e Peres fu avvertito, pensò subito che senza l’autorizzazione del governo potesse apparire un’operazione segreta al limite del clandestino. Ma invece abbracciò subito l’idea e corse da Rabin per ottenere il via libera per continuare, perché credeva che il progetto fosse nell’interesse nazionale israeliano.

La sua saggezza, il suo senso dell’umorismo e la sicurezza di sé, negli anni gli hanno permesso di prendere decisioni coraggiose, come il piano economico del 1985 che salvò Israele dal fallimento o la decisione di lasciare il Libano non potendo trovare margini per un qualsiasi accordo.
Il nipote di Ben Gurion confessò che pensava che suo nonno fosse il più importante leader israeliano ma che Peres sia stato il miglior premier, poiché la sua visione delle cose e il suo pragmatismo lo hanno portato a raggiungere i suoi obiettivi.

Shimon Peres ha avuto una vita piena di successi, nonostante le tante difficoltà che ha dovuto affrontare, ed è diventato il più famoso israeliano nel mondo. Poco tempo prima di diventare presidente ha visitato New York. Una sera, mentre entrava in un teatro di Broadway per vedere uno spettacolo con gli amici, ci fu una standing ovation. In un primo momento non capiva cosa stesse succedendo, pensando che il pubblico applaudisse gli attori anche se lo spettacolo non era iniziato. Poi capì che la gente applaudiva lui. Shimon Peres, ‘’Mr. Security,”il patriota israeliano che ha creduto nella pace.

Ormai da oltre 13 anni il suo nome è legato anche alla Fondazione Peres Center, che permette gratuitamente ai bambini palestinesi di essere curati negli ospedali israeliani attraverso il progetto ‘’Saving children”.

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