Israele e Medio Oriente

Così Mogherini e Ue pagano (indirettamente) l’Isis

Dell’ala militare di Hamas nella Striscia di Gaza sono state trasferite, nell’ultimo anno, decine di migliaia di dollari al mese al ramo del gruppo Stato Islamico in Sinai, attraverso i suoi emissari. Il trasferimento di denaro è solo una parte della cooperazione militare e strategica tra i due gruppi. Le finanze del braccio militare di Hamas, le Brigate Ezzedin al-Qassam, sono indipendenti da quelli dell’ufficio politico dell’organizzazione.
A tutti gli effetti Hamas sta pagando i militanti dello stato islamico in Egitto per garantire le spedizioni di armi contrabbandate attraverso il Sinai a Gaza.
Le spedizioni sono costituiti principalmente da materiale propellente esplosivo, che Hamas ha bisogno per rendere operativi i razzi e per contrabbandare sia equipaggiamento militare che materiale necessario per costruire l’infrastruttura militare di Hamas.

L’establishment della sicurezza di Israele ha messo in evidenza un chiaro paradosso in questa pericolosa collaborazione: una buona parte del sostegno finanziario di Hamas proviene dall’Iran ma anche dall’Unione Europea che dovrebbe essere costantemente in lotta contro l’ISIS in Siria e in Iraq.

Una quantità significativa di fondi militari di Hamas proviene dalle tasse che versano gli abitanti di Gaza, principalmente attraverso le attività commerciali presso il valico di Kerem Shalom, al confine con Israele da cui Hamas riscuote un importo giornaliero di circa 1,7 milioni di Shekel in tasse dai commercianti, parte di questo denaro viene versato per i salari dei membri dell’ala militare di Hamas, che conta circa 24.000 militanti tra le sue fila.

Funzionari della sicurezza egiziana fanno notare che è solo grazie al sostegno monetario e professionale di Hamas che l’ ISIS in Sinai, negli ultimi anni, si è trasformato da una banda di beduini con armi leggere in un ben addestrato e ben armato gruppo di 800 militanti. L’ISIS nel Sinai è stato tenacemente combattuto dall’esercito egiziano ma i funzionari della difesa israeliani ritengono che, se la situazione si aggravasse sul fronte di Gaza, L’ISIS nel Sinai e le sue penetrazioni a Gaza in collaborazione con Hamas costituirebbero un serio pericolo per Israele.

Il governo di Hamas a Gaza vede anche la sua connessione con ISIS nel Sinai come potenziale leva che potrebbe alleviare parte della pressione che l’Egitto sta ponendo sulla Striscia. L’ISIS è il fattore centrale che permette ad Hamas di operare nel contrabbando attraverso il nord del Sinai.

Gli sforzi dell’Egitto per bloccare completamente i tunnel di Hamas tra il Sinai e Gaza restano incompleti: l’opera di distruzione delle gallerie, inondandole con l’acqua, è ancora in corso. I tunnel del contrabbando rimangono in uso, alcuni sono stati rinforzati con il calcestruzzo made in UE.

Durante i loro anni di picco, ci sono stati tra i 600 e gli 800 tunnel di contrabbando in funzione, il che rende i risultati dell’Egitto su questo fronte significativi. Tuttavia, il contrabbando di merci e armi nella Striscia è ancora in corso.
In cambio di contrabbando dal Sinai, Hamas offre ai suoi alleati dell’Isis, oltre al denaro, servizi, cooperazione e supporto logistico. Per esempio, quando il gruppo dello Stato Islamico ha recentemente avuto difficoltà a trasferire i suoi militanti feriti a Gaza per il trattamento, Hamas ha inviato delle equipe mediche nel Sinai per assisterli sul campo.
Hamas ha anche fornito all’Isis nel Sinai sofisticate apparecchiature militari, e circa sei mesi fa ha ceduto un avanzato missile anti-carro Kornet e lanciagranate da usare contro pesanti veicoli dell’esercito egiziano: ovviamente la formazione per l’uso di queste armi era incluso nel pacchetto.

Legami tra dirigenze dei due gruppi sono andati rafforzandosi: dal 2015, Shadi al-Mani’i, il comandante dell’Isis del Sinai che è ricercato dalle autorità egiziane, ha soggiornato a Gaza. In precedenza ha guidato un altro gruppo islamico nel Sinai, Ansar al-Bayt Maqdis, che era affiliato ad Al-Qaeda e condotto diverse operazioni contro Israele.
Nel corso dell’ultimo anno un altro gruppo opera nella Striscia di Gaza al fianco di Hamas che ha anche giurato fedeltà al Califfato, sia pure senza connessione al ramo dell’Isis in Sinai: si tratta di un’organizzazione palestinese composta da abitanti di Gaza che ha compiuto una scissione da Hamas.

Ora, cari cittadini europei convinti che i vostri governi e l’UE combattano il terrorismo, avete capito che fine fanno parte delle vostre tasse: finiscono nelle tasche dei terroristi grazie alle istituzioni europee e alle risoluzioni concilianti nei confronti di Gaza (e dei terroristi) che la Rappresentante della politica estera dell’UE Mogherini fa adottare al Parlamento Europeo.

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