Antisemitismo, Antisionismo e Debunking

Gaza, la fabbrica della menzogna

Certo che la realtà di Gaza è un inferno, anzi è più infernale di quanto descrivono le “anime belle” che odiano Israele. Ma questo abisso infernale esprime realtà, disvalori, sentimenti, finalità che formano, giorno per giorno, una guerra ibrida martellante, totalizzante, che ribalta tutto con feroce cinismo. Tutti i riflettori del mondo puntati su Gaza, mentre cala il buio su tante altre stragi e delitti disumani, dall’Iran all’Afghanistan.

A Gaza 13mila operatori ONU, ottanta ONG, 1300 giornalisti accreditati. Tutti per una massiccia operazione di mistificazione, fabbrica di falsità, odio scatenato. Un mare di giornalisti falsari, pappagalli del terrore, senza giornalismo d’inchiesta, contraddittorio, con la censura totale sui tunnel, sulle strutture terroriste, i depositi di armi, sotto ospedali (veri e finti), scuole, moschee, abitazioni civili.

Censura su Hamas che ruba il cibo, lo trattiene o lo rivende a prezzi maggiorati, quando dovrebbe essere naturalmente gratuito, con proventi che vanno a finanziare l’attività terrorista; Hamas sequestra con la violenza armata il cibo della Gaza Humanitarian Foundation, che consegna un’enorme quantità di pasti ogni giorno. Censura sull’arruolamento forzato dei minori, censura sulla condizione Auschwitz degli ostaggi israeliani, sulla vendita dei cadaveri, sull’eliminazione fisica dei gazawi dissidenti. 

Tutta una costruzione mediatica artificiale, ideologica, con inversione dei ruoli di vittima e carnefice. Tirannia mediatica che abolisce razionalità critica, dibattito, ogni dissenso dalla versione ufficiale dominante. Tutta la presenza dell’ONU nella Striscia è una convivenza complice con Hamas. La retorica umanitaria maschera il volto di un anti-umanitarismo di una crudeltà spietata.

Una sinistra dell’odio e una destra moderata ignava sfruttano con cinismo la comoda rendita, a portata di mano, di un imperialismo mediatico che ribalta fatti e valori, per i loro calcoli. La dittatura della disinformazione in una dittatura elettorale, dove la schiavitù ad Hamas si fonde con l’incapacità difensiva e le tendenze autodistruttive delle correnti antioccidentali in Occidente.

Da qui la negazione della realtà vivente di Israele, che sta realizzando con coraggio sia la propria esistenza sia i compiti propri della Carta delle Nazioni Unite, del diritto internazionale, della giustizia di tutte le democrazie del mondo.

La guerra è lunga proprio perché l’autodifesa israeliana realizza tattiche difensive selettive, a cominciare dai bombardamenti sulle strutture terroriste preceduti da appelli all’evacuazione per salvare vite umane. Niente di tutto questo, invece, nei bombardamenti sommari, massicci della coalizione anti-Isis a Mosul, o degli Alleati per la capitolazione di Germania e Giappone: attacchi senza avvisi di evacuazione o distribuzione di cibo, fino agli estremi di Dresda e dell’atomica su Hiroshima e Nagasaki. La storia democratica ha accettato queste tragiche necessità. L’atomica ha suscitato un naturale dibattito etico, ma allora venne accettata e, in quel dibattito, lo stesso Norberto Bobbio la giustificava. Questa comparazione mostra che l’israelofobia su Gaza è antisemitismo tossico, filoterrorismo militante, ideologia e prassi antioccidentale.

La sofferenza a Gaza, oltre quella vissuta, è generata e amministrata come arma politica per spostare i precari equilibri di un mondo tormentato e devastato a favore delle autocrazie e dei totalitarismi, con i loro orrori terroristi. Video di bambini affamati, di vittime, si trasformano in contenuti mediatici della guerra ibrida. Ogni tentativo onesto e umanizzante di squarciare il regime mediatico antisemita viene criminalizzato.

La funesta ideologia antioccidentale, comune ad Hamas e al dominio mediatico, sfrutta proprio l’etica ebraica per eliminare l’unico, piccolo Stato ebraico al mondo.  L’autolimitazione-autoregolazione della difesa israeliana viene sfruttata con un cinismo assoluto, considerandola una debolezza per intensificare l’aggressione fisica e la calunnia morale.

La legittimazione della menzogna sistematica e del terrore genocida costituisce un autentico collasso morale dell’Occidente. Gaza è diventata la causa delle anime belle, ma è una vera trappola, fisica, militare e psicologica: da ogni anfratto, dai sottoscala, da tutte le strutture sotterranee di morte spietata, viene fuori l’agguato del mostro infernale. Realtà negata da una trappola ideologica che ribalta oppressori e oppressi, carnefici e vittime.

La legittimazione della menzogna sistematica e del terrore genocida costituisce un autentico collasso morale dell’Occidente. Gaza è diventata la causa delle anime belle, ma è una vera trappola, fisica, militare e psicologica: da ogni anfratto, dai sottoscala, da tutte le strutture sotterranee di morte spietata, viene fuori l’agguato del mostro infernale. Realtà negata da una trappola ideologica che ribalta oppressori e oppressi, carnefici e vittime.

Davide Cavaliere ci ha ricordato le nobili parole di Imre Kertész, grande scrittore ebreo ungherese, deportato quindicenne ad Auschwitz e poi trasferito a Buchenwald, Premio Nobel per la letteratura nel 2002:

“Lo confesso con sincerità: quando per la rima volta vidi sullo schermo televisivo i mezzi corazzati israeliani diretti a Ramallah, inconsapevolmente e ineluttabilmente mi penetrò come una fitta questo pensiero: Dio mio, quant’è bello vedere la stella di Davide sui carri armati israeliani, piuttosto che cucita sul mio vestito, come avvenne nel 1944”.

 

 

 

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