Antisemitismo, Antisionismo e Debunking

Il museo del fascismo di Predappio e il rischio che diventi luogo di pellegrinaggio di antisemiti

È notizia di qualche settimana fa che a Predappio verrà costruito entro il 2019 il museo sul fascismo, che verrà addirittura finanziato in parte dallo Stato. Anche in questo caso, come è successo già in passato nel dibattito sulla necessità o meno di introdurre il reato di negazionismo e in quello legato alla corretta applicazione delle legge Scelba sul reato di apologia di fascismo, gli storici si dividono in favorevoli e contrari alla creazione di questa struttura. Nella città romagnola che ha dato i natali a Mussolini, i negozi che vendono i souvenirs che ricordano il ventennio fascista si susseguono sulla stessa via con una semplicità imbarazzante. Ma quelli che pensano che questa sia solamente un operazione di marketing si sbagliano. I negozi in questione sono dei veri e propri musei del nazifascismo, dove si possono trovare cimeli kitsch di ogni tipo, compresi gli oggetti appartenuti a quella SS colpevoli anche delle stragi degli ebrei italiani.

I negozianti sono talvolta dei nostalgici del regime e di tutto ciò che ha rappresentato. Concedere la possibilità di costruire un museo del genere potrebbe voler dire ricordare ciò che è stato quel regime totalitario, legittimando quindi tutti i provvedimenti dello stesso, compresa l’emanazione delle leggi razziali. La valenza storica e scientifica del polo museale è senza dubbio rilevante, ma nello stesso tempo si rischia che possa diventare un luogo di pellegrinaggio di neofascisti antisemiti, cosi come lo è diventato negli anni la tomba della famiglia Mussolini. Mentre la Germania ha cercato in tutti i modi di cancellare quel terribile periodo storico e molti altri stati europei si sono dotati del reato di negazionismo, il nostro paese, quasi con indifferenza, ha cercato di celare nell’urbanistica delle città qualsiasi simbolo fascista, cercando in tutti i modi di tutelare ciò che fu il fascismo nella sua interezza, appellandosi spesso alla libertà di parola e di pensiero in barba alla legge di apologia di fascismo. La ferita lasciata dal regime nel nostro paese è ancora aperta e questi atteggiamenti rischiano solamente di alimentare i movimenti neofascisti.

Clicca per commentare

Devi accedere per inserire un commento. Login

Rispondi

Torna Su