L’accordo raggiunto ieri a Sharm El Sheikh e trionfalisticamente salutato come una svolta epocale, lascia grandi incognite. Hamas ha acconsentito a rilasciare i 48 ostaggi detenuti ancora nella Striscia ma chiede in cambio che Israele non riprenda la guerra e che il suo esercito lasci l’enclave, e sembra che abbia ottenuto questa garanzia.
Ieri, Trump ha spiegato che quello che conta adesso è la liberazione degli ostaggi e che dopo si vedrà. Non ha saputo o voluto rispondere sul meccanismo che imporrebbe a Hamas il disarmo completo e che è contento nel suo ambizioso piano di pace e di rinnovo. Questa è la grande incognita. Se a Israele, dopo la consegna degli ostaggi, che deve ancora avvenire, non verrà permesso di riprendere la guerra e verrà imposto di ritirare le truppe da Gaza, chi potrà garantire l’uscita di scena di Hamas, che ha già dichiarato che non si disarmerà e che non ha intenzione di lasciare il governo de Gaza nelle mani di un organismo internazionale percepito come colonizzatore?
È ovviamente di grande rilevanza che gli ostaggi possano tornare a casa, ma gli ostaggi sono anche l’unico scudo che Hamas ha avuto fino ad oggi per garantirsi la sopravvivenza. Lasciarli andare significa esporsi completamente e dunque appare difficile immaginare che attraverso Turchia, Qatar e fondamentalmente Stati Uniti, esso non abbia ottenuto una solida assicurazione di non essere spazzato via. Se è così, Israele è stato costretto a rinunciare alla vittoria militare in cambio del rilascio degli ostaggi e a dovere accettare la permanenza di Hamas a Gaza anche per il futuro. Su questo punto il governo Netanyahu è appeso a un filo poiché i suoi alleati più coriacei sulla liquidazione di Hamas, Ben Gvir e Smotrich hanno dichiarato che la mancata demilitarizzazione di Hamas e la sua permanenza a Gaza, significa automaticamente la fine del governo Netanyahu.
Dietro la facciata rutilante dell’accordo raggiunto, con festeggiamenti e coccarde, danze e una Knesset addobbata di blu e rosso per il discorso che Trump dovrà tenervi, restano intricati e irrisolti problemi vasti.