Editoriali

La spia iraniana che contribuì a creare due stati terroristici dentro Israele, di Daniel Greenfield

Gli accordi di Oslo che avrebbero creato due stati terroristici dentro Israele passarono per un voto alla Knesset grazie essenzialmente a un deputato, un uomo che ora è accusato di spionaggio a favore dell’Iran.

La strana storia di Gonen Segev, medico, già ministro dell’Energia, narcotrafficante, esiliato in Nigeria e ora accusato di essere una spia iraniana, è anche quella della sporca politica che si cela dietro il processo di pace. Non fu l’idealismo che fece raggiungere un accordo con l’Olp. Furono gli sporchi affari stretti dietro le quinte con politici pericolosamente privi di scrupoli.

Il cugino di Segev testimoniò davanti alla corte che Gonen era “un bugiardo patologico che trova scuse ed elude le responsabilità delle sue azioni”. Ma lo stesso dicasi per la sinistra israeliana che ha coinvolto Segev.

La presunta spia iraniana iniziò la sua carriera politica a destra. Ma tre anni dopo che era diventato uno dei membri più giovani della legislatura israeliana, si allineò a sinistra e contribuì a far passare un accordo con l’Olp, che rappresenta la seconda minaccia più grande all’esistenza di Israele dopo le armi nucleari iraniane.

È giusto che Gonen Segev, la cui vita politica raggiunse il suo terribile apice con l’accordo siglato con l’Olp, debba culminare la sua carriera criminale post-politica venendo accusato di spionaggio al soldo del peggiore nemico di Israele.

E l’ex politico e il medico sospeso dall’esercizio della professione medica hanno la stessa scusa per quest’ultimo crimine come per il precedente. Voleva essere un eroe. Ma Gonen Segev non ha avuto un comportamento da eroe.

Egli ha soltanto alle spalle un passato di chi è stato disposto a fare qualsiasi cosa per il denaro.

Indipendentemente da ciò che gli iraniani gli hanno offerto, il peggiore episodio di corruzione che gli israeliani ricordano per quanto concerne Segev fu la volta in cui divenne ministro dell’Energia in un governo di sinistra. Segev non aveva alcuna qualifica per ricoprire quell’incarico. Tranne una. Aveva un seggio cruciale nella Knesset israeliana visto che l’accordo con l’Olp per poter passare necessitava di un voto. L’idea di dare uno stato ad Arafat e alla sua banda di spietati assassini era politicamente talmente tossica che perfino alcuni dei membri del Partito laburista al governo non avrebbero potuto permettersi di votare a favore. Ma lui poteva farlo e lo fece.

Gonen Segev non era nessuno. Era un medico come tanti altri. Ma viveva nella comunità di Tel Adashim. A parte la sua storia, Tel Adashim, letteralmente collina delle lenticchie, non era molto interessante. Ma era il luogo natio di Rafael Eitan, un irascibile ex generale e un fiero oppositore della strategia di appeasement nei confronti dei terroristi. Eitan aveva ragione nel combattere i terroristi, ma la sua capacità di dirigere un movimento politico era minima.

Man mano che le vittime israeliane del terrorismo islamico aumentavano, il movimento politico dell’ex generale divenne popolare. Ma pullulava di opportunisti. Quando Tzomet, il suo partito politico, prese d’assalto la Knesset, era pieno di deputati che come Gonen Segev, erano stati vicini di casa dell’ex generale.

Gli elettori israeliani avevano inviato alla Knesset Gonen Segev e altri membri di Tzomet per combattere il terrorismo. Invece, alcuni di loro si dissociarono. Al momento del voto cruciale sull’accordo con l’Olp, furono i candidati eletti dagli elettori anti-terrorismo che, in modo perverso, votarono per il terrorismo.

La fazione politica che si scisse da Tzomet era conosciuta come Yiud o Missione. E la sua missione era chiara.

Dei tre membri della Knesset che si unirono alla sinistra e portarono i loro voti, solo Gonen Segev divenne ministro dell’Energia e Alex Goldfarb fu nominato viceministro dell’Edilizia abitativa. Goldfarb, un immigrato rumeno, era stato elettricista e attivista sindacale.

Il tradimento dette i suoi frutti: l’accordo passò con 61 voti a favore e 59 contrari. L’Yiud si fratturò. Segev era il suo unico membro rimasto. Non c’era alcuna carriera a lungo termine per l’unico membro di un partito politico immaginario che aveva tradito i suoi elettori originari. Mentre l’accordo con l’Olp continuava a uccidere i cittadini israeliani, la sinistra perse il potere. E la vittoria di Netanyahu pose praticamente fine al primato della sinistra. Ma Gonen Segev non si arrese facilmente. Fu accusato e scagionato dall’accusa di corruzione. Avrebbe poi stabilito contatti in Cina. La maggior parte degli israeliani si dimenticò di lui, ma in seguito tornò a far parlare di sè.               

 

L’uomo che contribuì a dare uno stato ad Arafat era stato arrestato ad Amsterdam perché in possesso di migliaia di pasticche di ecstasy contenute in confezioni di confetti di cioccolato M&M’s. L’ex ministro dell’Energia cercò di rivendicare l’immunità diplomatica esibendo alla sicurezza aeroportuale un passaporto diplomatico del 2000 che aveva cercato maldestramente di contraffare modificando uno “0” con un “6”. Poi insistette a dire di essere in buona fede nel pensare che quelli fossero confetti di cioccolato e che stava soltanto facendo un favore a un amico.

 

Segev finì per  dichiararsi colpevole per avere cercato di contrabbandare 32 mila pasticche di ecstasy in Israele. Ciò avvenne dopo essere stato condannato per frode con carta di credito poiché la sua ex moglie aveva affermato che la carta di credito dell’uomo gli era stata rubata a Hong Kong anche se lui aveva prelevato più di 20 mila shekel.

Le vicissitudini di Segev attirarono l’attenzione della destra israeliana che le considerarono un acclarato caso di giustizia poetica. Ma furono anche notate da Teheran. Lo stato terroristico islamico sostiene di essere un fulgido esempio di moralità, ma finanzia la sua rete terroristica internazionale con il traffico di stupefacenti. Hezbollah, il gruppo terroristico sciita libanese che è il suo più grande intermediario, controlla le sterminate coltivazioni di hashish, il Libano d’oro, nella valle della Bekaa, esporta eroina in Australia e contrabbanda sigarette negli Stati Uniti.

È anche profondamente coinvolto nel traffico di droga dell’Africa occidentale. E quella sarebbe stata la prossima fermata di Segev.

L’ex medico aveva perso l’abilitazione all’esercizio della professione medica in Israele. Così si stabilì in Nigeria. E in Nigeria Hezbollah  ha da tempo un ruolo attivo  nel traffico di droga e nelle attività legate al terrorismo. Proprio come negli Stati Uniti, gli uomini d’affari libanesi sono agenti di Hezbollah, spostando denaro, armi e droga in tutto il paese.

Sono pochi gli israeliani che si sono lasciati corrompere nell’attività di spionaggio a favore del terrorismo islamico. Ma quelli che lo hanno fatto sono stati in genere arruolati attraverso il traffico di droga. Le persone corrotte abbastanza da dedicarsi allo spaccio e al traffico di sostanze stupefacenti sono individui disposti a fare qualunque cosa per soldi. E questo spiega la carriera corrotta di Gonen Segev.

In Nigeria, da esiliato, Gonen Segev lavorava come medico. Nel 2016, egli chiese a Israele di essere riabilitato all’esercizio della professione medica. “Ho deciso che non tornerò in Israele fino a quando non potrò farlo a testa alta come ‘Dottor Gonen Segev’”, egli ribadì.

A quel punto, già lavorava per conto della Repubblica islamica dell’Iran, ricevendo segretamente ordini dai funzionari iraniani e passando i contatti israeliani alla rete di intelligence iraniana. E la sua scusa è sempre la stessa.

Lo screditato politico voleva essere un eroe.

E Gonen Segev è un eroe. È stato un eroe per la sinistra, per l’Olp e un eroe per gli iraniani. Ma mai per gli israeliani. Gli ex membri del partito politico conservatore che lui tradì lo vogliono vedere  marcire in prigione.

L’ex membro del Partito Tzomet alla Knesset, Pini Badash, lo ha definito “un megalomane paranoico che da parlamentare di estrema destra ha deciso di vendere Israele per la bustarella di un seggio nel governo Rabin”. “È incredibile che gli accordi di Oslo siano passati perché lui era corrotto. Questo dimostra quanto questi accordi fossero illegittimi.”

Ma gli accordi di Oslo che crearono due stati terroristici islamici all’interno di Israele furono opera di uomini come Segev, megalomani opportunisti mossi dall’ego e riluttanti a considerare le conseguenze. Incuranti dei disastri che provocarono, inciamparono da un tradimento all’altro, lasciandosi dietro morti e feriti, case distrutte, autobus saltati in aria e un maggior numero di cimiteri.

Non si contano le vittime causate dalle azioni di Segev. Tantissimi bambini hanno perso padri e madri. E i genitori hanno perso i loro figlie e loro figlie. Anche molto tempo prima che l’ex medico fosse andato a lavorare per gli iraniani, interi ospedali avrebbero potuto essere pieni di vittime del suo voto alla Knesset.

Sono stati pronunciati molti discorsi sul prezzo della pace. In Israele, c’erano due prezzi per la pace. Uno è stato pagato dalle migliaia di morti e feriti. L’altro è stato pagato a Gonen Segev.

Il prezzo della pace è il terrorismo e il tradimento.

Traduzione in italiano di Angelita La Spada

Qui l’articolo originale in lingua inglese

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