Antisemitismo, Antisionismo e Debunking

L’antisemitismo nel Partito laburista britannico: Un caso di studio emblematico

L’antisemitismo è in aumento in molti luoghi del mondo occidentale. Se si vogliono studiare le numerose sfaccettature della promozione dell’odio contemporaneo e identificare i modi per contrastarla all’interno di un’organizzazione, nulla in Europa può competere con il Partito laburista britannico come oggetto di analisi.

Il principale attivatore dell’antisemitismo nel Labour Party è Jeremy Corbyn, a capo del partito dal 2015. Egli ha definito i rappresentanti di Hezbollah e Hamas “fratelli” e “amici”. Corbyn ha fatto donazioni a un negazionista dell’Olocausto e ne ha accolto un altro. È un incitatore di lunga data contro Israele e lui e i suoi stretti collaboratori ostacolano deliberatamente l’espulsione degli antisemiti dal partito. Il Sunday Times ha affermato che l’ufficio di Corbyn ha posticipato o bloccato almeno 101 di queste denunce.

Sembra esserci un’inesauribile apporto di antisemitismo nel Labour Party. Non appena un quadro apparentemente esaustivo del problema inizia a prendere forma, emergono ingenti e nuovi archivi di dati.

Nel marzo scorso, lo studioso britannico Alan Johnson, un membro dei laburisti, ha pubblicato un report che argomentava che il partito è istituzionalmente antisemita. Johnson ha diviso l’antisemitismo nel Labour Party in tre categorie: il socialismo degli stolti, il classico antisemitismo razziale e l’antisemitismo come antisionismo.

A maggio,  Labour Against Antisemitism, una campagna di attivisti, ha presentato un fascicolo alla Commissione per le Uguaglianze e i Diritti umani (EHRC), un ente pubblico istituito dall’Equality Act del 2006. Il file conteneva 15 mila screenshot che mostrano esempi di presunto antisemitismo nel Partito laburista.

In seguito, sempre a maggio, è stato reso noto che circa 100 mila messaggi e-mail e WhatsApp provenienti dall’interno del Labour Party – e raccolti da ex funzionari del partito – sarebbero stati consegnati all’EHRC. Questo organismo, che ha già avviato il primo passo per un’indagine sulla gestione delle denunce di antisemitismo nel partito, ha deciso di istruire un’indagine approfondita. Solo in un altro caso è stata aperta un’indagine di questo tipo su un partito: nel 2010, il piccolo Partito nazionale britannico (in inglese BNP) fu riconosciuto colpevole di razzismo.

Il report dell’EHRC sul Labour Party può richiedere fino a due anni per essere ultimato. È probabile che fornisca una delle più profonde analisi sull’antisemitismo all’interno di una singola organizzazione che siano mai state effettuate nella storia.

L’insabbiamento dell’antisemitismo può anche essere studiato esaminando il Partito laburista. L’attenzione in tal caso sarebbe incentrata sui membri laburisti i quali hanno lanciato insulti antisemiti, ma non sono stati espulsi. C’è anche il problema di chi prende di mira coloro che denunciano l’antisemitismo in seno al partito.

Gli stessi ebrei sono particolarmente utili nell’occultare l’antisemitismo. La Jewish Voice for Peace (JVP), ad esempio, è una piccola organizzazione che appoggia Corbyn. Il suo segretario, Glyn Secker, a una manifestazione pro-palestinese tenutasi a Londra, ha detto che il Jewish Labour Movement e la parlamentare Dame Margaret Hodge sono la quinta colonna all’interno del Labour. “Gli ebrei sono nella fogna con questi topi”, egli ha aggiunto.

Rhea Wolfson è una dei due ebrei che siedono nell’organo direttivo del Partito laburista, il Comitato esecutivo nazionale. Nel giugno del 2018, ella ha scritto: “Ho avuto l’onore di lavorare a stretto contatto con Jeremy Corbyn, uno dei personaggi più onesti della politica. (…) Chiunque conosca, abbia  incontrato o lavorato con Jeremy Corbyn, come ho fatto io, sa che lui non ha un osso pregiudizievole nel suo corpo, ed è assolutamente impegnato a combattere l’antisemitismo, perché è contrario a tutte le forme di discriminazione e oppressione, contro cui ha combattuto in tutta la sua vita. Il mio impegno nei confronti del Labour Party è costante e sono orgogliosa del lavoro che Jeremy sta facendo per contrastare l’antisemitismo nella politica e nella società in generale”.

Nonostante gli elogi della Wolfson, l’opinione pubblica britannica non crede che Corbyn possa porre fine alla crisi dell’antisemitismo laburista. In un sondaggio del maggio scorso, il 50 per cento di tutti i cittadini ha concordato sul fatto che il Partito laburista ha un problema con il razzismo anti-ebraico, registrando così un aumento del 43 per cento rispetto alla percentuale di coloro che avevano riscontrato tale problema in un altro sondaggio del febbraio scorso. Il numero di chi nega che il Labour ha un problema è sceso dal 23 per cento di febbraio al 18 per cento, a maggio.

Un’altra importante area di ricerca è la sovrapposizione nel Partito laburista tra gli incitatori anti-Israele e i dissimulatori dell’antisemitismo. Un esempio: l’ex ministro laburista Clare Short, nel luglio del 2016, scriveva così sul suo blog: “L’accusa di antisemitismo utilizzata contro i membri del Labour Party critici nei confronti di Israele è uno stratagemma per distogliere dalle violazioni del diritto internazionale da parte di Israele”.

Il Labour è anche il luogo ideale per indagare ciò che potrebbe essere definito come “la cartina fumogena” della questione dell’antisemitismo, un argomento raramente oggetto di indagine. I leader del partito non dicono: “Proteggiamo gli antisemiti, che consideriamo preziosi per il partito”. Al contrario: in molte occasioni, Corbyn ha dichiarato che il partito sradicherà l’antisemitismo.

Quando Jennie Formby è diventata segretario generale del Labour, all’inizio del 2018, ha promesso che le denunce sarebbero state gestite nel giro di pochi mesi. Molti casi rimangono inevasi e ne continuano a emergere di nuovi. Nel febbraio scorso, la Formby ha affermato che l’antisemitismo non può essere del tutto sradicato: “Non penso che nessuno possa mai dire che possiamo sradicare completamente l’antisemitismo e fermare ogni singola persona (…) ogni giorno qualcun altro potrebbe unirsi al partito e fare qualcosa”. Se questo sia vero o no, è una questione marginale. L’essenza del problema riguarda i commenti antisemiti espressi dagli attuali membri del partito, alcuni dei quali ne fanno parte da anni.

È importante osservare che nel Labour ci sono state reazioni significative contro l’antisemitismo e va inoltre rilevata l’errata gestione del problema dall’interno del partito. La forza intestina più forte nel contrastare l’antisemitismo è il Movimento laburista ebraico (JLM), che fa parte del Labour da quasi un secolo. Tuttavia, anche il JLM ha utilizzato l’eufemismo della cortina fumogena riguardo a Corbyn. Il Movimento ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma di aver perso ogni fiducia nella capacità di Corbyn di cacciare i razzisti fuori dal partito. Purtroppo, Corbyn non è in grado di farlo. Egli di fatto preferisce mantenere nel partito certi elementi antisemiti. Ma il JLM non ha chiarito questo punto.

Un’altra interessante azione contro l’antisemitismo all’interno del Partito laburista è stata la decisione dell’ex premier Gordon Brown, il quale non è ebreo, di unirsi al JLM, da membro affiliato, in segno di solidarietà. La stessa cosa ha fatto il sindaco di Londra Sadiq Khan. Molte personalità del Labour si sono schierate contro l’antisemitismo nel partito, tra cui l’ex premier Tony Blair e il cancelliere ombra Ed Balls.

Lo scandalo dell’antisemitismo ha degli aspetti che vanno oltre il partito. Il Labour è un osservatore nell’Internazionale socialista (IS), un’organizzazione di socialdemocratici, socialisti e laburisti che riunisce 147 partiti politici e organizzazioni di tutto il mondo. L’IS si dichiara a favore delle politiche progressiste in un mondo più equo.

L’Internazionale socialista ha una dettagliata Carta etica che comprende un “impegno totale nei confronti dei valori di uguaglianza e solidarietà”. Rispetta i diritti delle minoranze e degli individui. Non agendo contro il Labour, la leadership dell’IS e i suoi membri si rendono complici dell’antisemitismo istituzionale di quel partito. Non possono invocare l’insipienza, visto che la sede dell’Internazionale socialista è a Londra.

La ricerca sull’antisemitismo è in continua evoluzione. Mentre i media mainstream continuano a interessarsi agli sviluppi dell’antisemitismo nel Partito laburista, molte altre informazioni dovrebbero emergere.

Traduzione in italiano di Angelita La Spada

Qui l’originale in lingua inglese

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