Antisemitismo, Antisionismo e Debunking

Parlamentare norvegese propone il premio Nobel per la pace al movimento Bds

Bjørnar Moxnes, leader del partito marxista norvegese “Red Party”, ha scritto un articolo in cui propone la candidatura al premio Nobel per la pace del movimento Bds (Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni contro Israele). Ecco le parole del parlamentare norvegese:

In qualità di membro del parlamento norvegese, uso con orgoglio la mia autorità di funzionario eletto per proporre in nomination per il Nobel per la pace il movimento di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) per i diritti palestinesi.
Nominare il movimento BDS per questo riconoscimento è perfettamente in linea con i principi che io e il mio partito riteniamo molto cari. Come il movimento BDS, siamo pienamente impegnati a fermare una politica razzista e di destra sempre più in crescita, che sta avendo un impatto eccessivo nel nostro mondo e mette in pericolo libertà, giustizia e uguaglianza per tutte le persone.

Ispirato al movimento anti-apartheid sudafricano e al movimento americano per i diritti civili, il movimento BDS, guidato dai palestinesi, è un movimento pacifico e globale per i diritti umani che sollecita l’utilizzo dello strumento dei boicottaggi economici e culturali per porre fine alle violazioni israeliane dei diritti umani palestinesi e della legge internazionale.


Assegnare un premio Nobel per la pace al movimento BDS sarebbe un segnale potente che dimostrerebbe che la comunità internazionale è impegnata a sostenere una pace giusta in Medio Oriente e ad usare mezzi pacifici per porre fine al dominio militare e alle più gravi violazioni del diritto internazionale.
Il movimento BDS cerca di porre fine a mezzo secolo di governo militare israeliano su oltre 4,5 milioni di palestinesi, tra cui il devastante assedio illegale di dieci anni che ha soffocato collettivamente circa 2 milioni di palestinesi a Gaza, il continuo sfratto forzato di palestinesi dalle loro case e il furto di terra palestinese attraverso il costruzione di insediamenti illegali nella Cisgiordania occupata.
Il movimento chiede uguali diritti per i cittadini palestinesi di Israele, attualmente discriminati da dozzine di leggi razziste, e per assicurare il diritto legale riconosciuto internazionalmente ai rifugiati palestinesi di tornare nelle case e nelle terre da cui sono stati espulsi.

I rifugiati palestinesi costituiscono quasi il 50% di tutti i palestinesi e viene loro negato il diritto al ritorno, garantito dalla legge a tutti i rifugiati, semplicemente a causa della loro appartenenza etnica.
Gli obiettivi e le aspirazioni del movimento BDS per i diritti umani fondamentali sono irreprensibili. Dovrebbero essere sostenuti senza riserve da parte di tutte le persone e gli stati democratici.

La comunità internazionale ha una lunga storia di sostegno a misure pacifiche come il boicottaggio e il disinvestimento contro le aziende che traggono profitto dalle violazioni dei diritti umani. Il sostegno internazionale a tali misure è stato fondamentale nella lotta contro l’apartheid in Sud Africa e contro il regime coloniale razzista nell’ex Rhodesia.
Se la comunità internazionale si impegna a sostenere il BDS per porre fine all’occupazione del territorio palestinese e all’oppressione del popolo palestinese, si aprirà una nuova speranza per una pace giusta per palestinesi, israeliani e tutti i popoli del Medio Oriente.

Al movimento BDS hanno aderito personaggi di spicco, tra cui gli ex vincitori del premio Nobel per la pace Desmond Tutu e Mairead Maguire. Sta guadagnando il sostegno di sindacati, associazioni accademiche, chiese e movimenti per i diritti dei rifugiati, degli immigrati, dei lavoratori, delle donne, delle popolazioni indigene e della comunità LGBTQI. È sempre più sostenuto dai gruppi progressisti ebraici e dai movimenti antirazzisti in tutto il mondo.

Undici anni dopo la nascita del BDS, è giunto il momento per noi di impegnarci a sconfiggere il male e per tutti gli stati di smettere di essere complici con l’occupazione militare israeliana, il regime razzista dell’apartheid, il furto in corso della terra palestinese e altre gravi violazioni dei diritti umani.
La mia speranza è che questa nomination possa rappresentare un passo umile ma necessario per portare avanti un futuro più dignitoso e migliore per tutti i popoli dell’area.

Al di là dell’idea di candidare per il Nobel per la pace un movimento il cui obiettivo è il fallimento e di fatto la sparizione di uno Stato, un movimento che spesso usa contro Israele una retorica degna dei Protocolli dei Savi di Sion a cui basterebbe sostituire la parole “ebrei” con “Israele”, stupisce che un parlamentare norvegese, leader di un partito (ancorché dichiaratamente comunista ed estremista) elenchi candidamente tutti le bugie antisioniste: leggi razziali in Israele (?), furto di territori palestinesi, palestinesi cacciati dalle loro terre e il perdurante feticcio della violazione delle leggi internazionali. Leggende che possono essere sciorinate in un parlamento scatenando al massimo qualche critica, ma mai conseguenze particolarmente negative come richieste di dimissioni  attacchi mediatici. Le menzogne contro Israele sono socialmente accettate

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