Antisemitismo, Antisionismo e Debunking

Presa d’assalto sinagoga a Istanbul: “Vendichiamo i nostri fratelli palestinesi”

Le proteste palestinesi contro l’installazione dei metal detector davanti all’ingresso della Spianata delle Moschee a Gerusalemme sono arrivate pure in Turchia, complici molto probabilmente le parole di sostegno del presidente Erdogan che hanno fomentato i turchi.
Alcuni dimostranti si sono infatti riuniti a Istanbul prendendo a calci la porta della sinagoga Neve Shalom di Istanbul, contro la quale hanno pure lanciato pietre e suppellettili.
L’Oasi di pace, questa è la traduzione di Neve Shalom, ha vissuto attimi di autentica tensione quando una folla di dimostranti turchi si è radunata intorno alla sinagoga, scandendo slogan antisionisti e rendendosi responsabile di atti vandalici. La comunità ebraica turca ha denunciato su twitter “intimidazioni e provocazioni”, chiedendo alle autorità di fermare le violenze e assicurare alla giustizia i responsabili di quello che è un vero e proprio crimine di odio.
Uno dei dimostranti, che ha detto di chiamarsi Kürsat Mican, ha parlato con i giornalisti accorsi davanti alla sinagoga, rilasciando dichiarazioni di questo tenore: “I sionisti impediscono la libertà di culto dei nostri fratelli [sul monte del tempio]. Siamo qui per impedirgli di pregare liberamente, come fanno loro a Gerusalemme con i nostri fratelli. Non importa se oggi ci fermeranno, ritorneremo domani. Nessuno potrà più entrare qui nella sinagoga”.
Un brutto clima per gli ebrei turchi, anche perché alle violenze e intimidazioni davanti alla sinagoga Neve Shalom di Istanbul si sono aggiunte le parole poco rassicuranti di Erdogan, che ha parlato di “risposta spropositata di Israele” e ha solidarizzato con l’Autorità Nazionale Palestinese e le proteste contro l’installazione dei metal detector davanti alla Spianata delle Moschee di Gerusalemme.

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