Antisemitismo, Antisionismo e Debunking

Profanato e deturpato il cimitero ebraico di Asmara, capitale dell’Eritrea

Non c’è più un solo ebreo ad Asmara, capitale dell’Eritrea, ad eccezione del custode del cimitero ebraico Sami Cohen. Ma anche gli ebrei che dovrebbero “riposare in pace” non se la passano bene. Il piccolo cimitero che conserva circa 150 tombe è stato profanato e vandalizzato. Decine le tombe prese di mira a colpi di martello, ingenti i danni: alcuni marmi sono stati fracassati, i vetri infranti. A testimoniarlo è Danny Goldschmidt, dell’Aden Jewish Heritage Museum di Tel Aviv, che ha rivelato: “Il cimitero ha subito atti di vandalismo e un gran numero di tombe sono state deturpate”.

L’episodio è avvenuto qualche giorno fa e non ci sono ancora elementi per stabilire se sia opera di un singolo oppure azione di una banda. La polizia sta indagando su questo. E’ però la prima volta che il cimitero ebraico della capitale dell’Eritrea viene danneggiato.
Ad Asmara, un tempo, viveva una piccola comunità ebraica. La sinagoga è stata chiusa anni fa e i discendenti degli ebrei asmarini si sono trasferiti perlopiù in Israele e in Regno Unito.
Soltanto negli anni ’50 la comunità ebraica di Asmara contava circa 500 membri: erano gli anni di maggiore prosperità, dopo le prime presenze di ebrei immigrati dallo Yemen alla fine dell”800 e l’arrivo di altri ebrei in seguito alle persecuzioni nazifasciste negli anni ’30-’40.
Le prime migrazioni da Asmara sono cominciate con la nascita dello stato di Israele, per culminare negli anni ’70 in seguito allo scoppio della guerra di indipendenza dall’Etiopia.
Oggi, a testimoniare la presenza ebraica ad Asmara, c’è solo Sami Cohen, custode del cimitero e della sinagoga costruita nel 1906, durante la presenza italiana. Il tempio, dichiarato patrimonio Unesco l’anno scorso, è stato chiuso nel 1975 con l’avvento del regime del Derg, il governo militare etiope di ispirazione comunista in carica dal 1974 al 1987. A quel punto l’ultimo rabbino e gli ultimi ebrei di Asmara hanno definitivamente lasciato l’Eritrea.
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