Antisemitismo, Antisionismo e Debunking

Quelle minacce contro gli ebrei urlate in arabo in una piazza di Milano

Il video che alleghiamo è stato pubblicato da Giulio Meotti, giornalista del Foglio, sul proprio profilo facebook.
La sequenza di immagini denuncia un episodio di inaudita gravità: durante la manifestazione contro Israele che si è tenuta lo scorso 9 dicembre in piazza Cavour a Milano, sono stati scanditi slogan antisemiti e anche minacce di morte agli ebrei.
Tra le urla riconoscibili, in arabo, “Khaybar, Khaybar ya yahud, jaish Muhammad saya’ud” (Khaybar, Khaybar, o ebrei, l’armata di Maometto ritornerà), slogan minaccioso usato anche da organizzazioni terroristiche come Hamas ed Hezbollah, al pari del gettonato  “Itbah Al-Yahud(morte agli ebrei).
Il riferimento a Khaybar riguarda la vittoria militare di Maometto nel 629 d.C., anno in cui i musulmani hanno conquistato l’oasi di Khaybar, all’epoca abitata prevalentemente da ebrei. Quella frase, come ha riportato Meotti, è stata ripetuta otto volte.
Sono urla di guerra, minacce pericolose e intollerabili, che i manifestanti hanno potuto scandire indisturbati in una piazza di Milano, piazza Cavour, sede del “Palazzo dell’Informazione”, edificio pensato per ospitare le redazioni delle agenzie di stampa e delle testate giornalistiche. I manifestanti si sono radunati lì davanti, quasi a voler simbolicamente pretendere un trattamento migliore da parte degli organi di informazione, come se già non fossero abbastanza severi nei confronti di Israele e piegati alla retorica della propaganda araba.



Proprio a Milano sono stati scanditi proclami di odio e violenza non contro Israele ma contro gli ebrei, minacce che ricordano drammaticamente il terrorismo islamista e slogan tipici della peggiore propaganda antisemita. Un episodio accaduto ormai venti giorni fa, senza alcuna conseguenza mediatica e politica, almeno fino ad ora. La pubblicazione del video, diffuso da Giulio Meotti, potrebbe smuovere qualcosa, o almeno è ciò che ci auguriamo. Il silenzio, di fronte ad un episodio come questo, farebbe troppo rumore e alimenterebbe sospetti che mai e poi mai vorremmo si insinuassero nelle nostre menti.

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