Jewish Lifestyle

Vittoria Netta di Israele all’Eurovision: trionfa l’inno al girl power

Sono tempi duri per gli attivisti Bds, il movimento che propone il boicottaggio economico, sportivo e culturale dello stato di Israele. Dopo la partenza del Giro d’Italia da Gerusalemme in omaggio alla figura del Giusto tra le nazioni Gino Bartali, i boicottatori sono costretti a digerire un altro boccone amaro: Netta Barzilai, la cantante israeliana, ha vinto l’edizione 2018 dell’Eurovision Song Contest, il festival della canzone intercontinentale organizzato ogni anno dall’Unione Europea di Radiodiffusione, un’unione di aziende radiotelevisive fondata nel 1950 con sede a Ginevra, in Svizzera, non collegata in alcun modo all’Ue nonostante il nome lo faccia pensare. L’Uer, che in passato ha prodotto anche la kermesse televisiva Giochi Senza Frontiere, conta circa 80 stati membri effettivi tra paesi europei e mediterranei (nord Africa e Medio Oriente), più altri membri associati in tutto il resto del mondo, tra cui Stati Uniti e Australia.
L’Italia è rappresentata dalla Rai, Israele dall’Israel Broadcasting Authority.
Netta Barzilai, la cantante israeliana, si è aggiudicata l’Eurovision con la canzone “Toy”, premiata nella finale di Lisbona tanto dalle giurie quanto dal televoto. “Toy” è un vero e proprio inno al girl power, con chiari riferimenti agli uomini che considerano le donne un oggetto e le trattano come un giocattolo. Un testo che ben si adatta alla forte personalità della cantante israeliana. A completare il podio, il secondo posto di Cipro con Eleni Foureira e il terzo dell’Austria con Cesàr Sampson.



In virtù della vittoria di Israele nell’edizione 2018 dell’Eurovision, la finale del prossimo anno si disputerà a Gerusalemme, di recente riconosciuta definitivamente capitale dal presidente Usa Donald Trump: proprio in questi giorni avverrà lo spostamento dell’Ambasciata americana da Tel Aviv, in concomitanza con l’anniversario dei 70 anni dalla nascita di Israele.
Giro d’Italia, spostamento dell’Ambasciata, celebrazioni dei 70 anni e trionfo all’Eurovision: insomma, non sono affatto giorni felici per i boicottatori di Israele. E questo è sicuramente un bene.

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