Antisemitismo, Antisionismo e Debunking

Antisemitismo ritmato, ma non osate dirlo

Ormai, incitare alla distruzione di Israele, ovvero alla “liberazione” della Palestina e adornarsi di bandiere palestinesi, è diventato un must per cantanti e gruppi musicali. E’ sempre più difficile che si assista a un concerto, come è accaduto qui da noi il primo maggio, e poi a ridosso con la cantante Elodie e il cantante Marco Mengoni, che a qualcuno non venga in mente di farlo. L’ultimo episodio ha avuto luogo a Glastonbury, il maggiore evento musicale live dell’estate britannica, durante il quale il duo hip hop Bob Vylan, durante la sua esibizione si è scatenato incitando le migliaia di spettatori presenti a scandire con loro “morte all’IDF”.

Chiariamo subito una cosa, non si tratta di antisemitismo, a nessuno venga in mente di utilizzare questa accusa ormai stantia e strumentale, a nessuno venga in mente solo per un istante di pensare, immaginare, ipotizzare, suggerire, che volere la scomparsa dell’unico Stato ebraico al mondo, auspicarsi questa soluzione finale, abbia a che fare con, non diremo odio, no, ma un pregiudizio negativo nei confronti degli ebrei. Si tratta, infatti, di “sionisti”, una cosa diversa. D’altronde non era forse il grande liberatore Yasser Arafat a definire Israele “l’entità sionista”, qualificandolo come qualcosa di sinistro e alieno, di totalmente ingiustificato in Medio Oriente?

Deve essere solo una coincidenza se novanta anni fa Adolf Hitler reputava gli ebrei una razza aliena, una contaminazione per la Germania, che andava rimossa dal suo suolo, per poi spingeresi anche oltre reputando che andasse rimossa dall’Europa intera. Anche lui voleva liberare, si sentiva un liberatore, ma a nessuno venga in mente, a nessuno, che Hitler ce l’avesse veramente con gli ebrei.

Si trattava di xenofobia.

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