Israele e Hamas

Il ballon d’essai di Trump e la realtà

Che il piano di pace di Trump, il pomposo allestimento scenico firmato dal presidente americano sia destinato al fallimento, lo ha scritto Greg Roman, direttore del Middle East Forum, appena è stato varato https://www.linformale.eu/la-genialita-del-piano-trump-per-gaza-risiede-nel-suo-fallimento-inevitabile/.

L’idea surreale che un’organizzazione di feroci terroristi responsabili del maggiore eccidio di ebrei dal dopoguerra, possa trasformarsi in un attore accomodabile nel corso di un negoziato, può venire in mente solo a chi non ha la più pallida idea di quale sia l’essenza del jihad e di che cosa è Hamas.

L’ultimatum di Trump, 72 ore per rilasciare gli ostaggi, disarmarsi e quindi consegnarsi all’irrilevanza, è stato recepito da Hamas per quello che è, un ballon d’essai. Hamas non ha nessuna intenzione di abbandonare la Striscia, né di disarmarsi, non l’ha mai avuta. Il Qatar, sponsor di Hamas, e a cui Trump, oltre a sperticarti elogi ha concesso una salvaguardia speciale, non desidera che esso scompaia dalla scena.

La minaccia di Trump di scatenare l’inferno se le condizioni poste nel piano non saranno accettate, è ormai, dopo tutte le volte che è stata fatta, diventata una gag di poco effetto. Vladimir Putin può garantire che con questa amministrazione, chi esercita il terrore al di fuori del suolo americano, può cullarsi tra i cuscini.

Oggi, in Egitto, arriveranno Steve Witkoff e Jared Kushner, i due immobiliaristi (d’altronde lo è anche il presidente americano) che dovrebbero dare impulso all’accordo.

Purtroppo, per Israele soprattutto, non si tratta né di vendere né di comprare palazzi, ma della sua sicurezza presente e futura. Netanyahu non può rompere con Trump, come non ha potuto farlo con Biden. In un contesto di pressoché totale isolamento internazionale, mai così pronunciato come questa volta, gli Stati Uniti, per Israele, sono fondamentali.

Non c’è nessuna reale soluzione alla guerra di Gaza, cominciata due anni fa, se non l’eliminazione degli autori del sette ottobre, la loro resa, ma, il problema è che Israele si è messo ed è stato messo nella condizione di non potere e non volere raggiungere  realmente questo obiettivo.

Torna Su