Islam e radicalismo islamico

La Albanese e i sostenitori di Hamas in Parlamento

Il 29 e il 30 luglio 2025, la Relatrice speciale ONU sulla situazione dei diritti umani nei Territori Palestinesi, Francesca Albanese, ha tenuto una serie di conferenze stampa, per iniziativa di Alessandra Maiorino del Movimento 5 Stelle al Senato e dell’Intergruppo parlamentare per la pace tra Israele e Palestina, presieduto da Stefania Ascari, alla Camera, dove ha presentato il report da lei redatto:” Dall’economia dell’occupazione all’economia di genocidio”.

Rapporto nel quale l’organizzazione terrorista palestinese Hamas non viene mai menzionata e indicato da Washington come “campagna di guerra economica e politica” nei confronti degli USA, tanto che alla Albanese le è recentemente costato il sanzionamento da parte degli Stati Uniti, come si legge nel comunicato del Dipartimento di Stato (leggi pezzo di L’Informale su sanzionamento qui):

Gli Stati Uniti hanno ripetutamente condannato e contestato le attività pregiudiziali e dannose dell’Albanese che l’hanno resa da lungo tempo inadeguata per adempiere al suo ruolo di Relatrice Speciale. La Albanese ha diffuso antisemitismo e antisionismo sfacciati, ha espresso sostegno per il terrorismo, e plateale disprezzo per gli Stati Uniti, Israele e per l’Occidente. Tale pregiudizio è stato evidente nel corso della sua carriera, inclusa la raccomandazione alla CPI, senza una base legittima, di emettere mandati di arresto contro il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex Ministro della Difesa Yoav Gallant. Recentemente ha intensificato questa iniziativa scrivendo lettere minacciose a decine di entità in tutto il mondo, tra cui importanti aziende americane nei settori della finanza, della tecnologia, della difesa, dell’energia e dell’ospitalità, formulando accuse estreme e infondate e raccomandando alla CPI di avviare indagini e procedimenti giudiziari contro queste aziende e i loro dirigenti. Non tollereremo queste campagne di guerra politica ed economica, che minacciano i nostri interessi e la nostra sovranità nazionale”.

Subito dopo il sanzionamento, la Albanese si era recata a Bogotà, Colombia, dove ha partecipato a un incontro del Gruppo dell’Aia, blocco tendenzialmente anti-USA che punta al boicottaggio di Israele e che comprende, oltre a Qatar e Turchia, anche vari Paesi socialisti, terzomondisti e dell’asse bolivariano come Venezuela, Colombia, Brasile, Cuba, Cile, Nicaragua, Uruguay e Cina, giusto per citarne alcuni. Una presenza più che eloquente.

Tornando all’intervento della Albanese presso il Parlamento italiano, gli onorevoli Sara Kelany, Galeazzo Bignami e Francesco Filini, di Fratelli d’Italia, hanno presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, chiedendo chiarimenti.

Gli onorevoli hanno evidenziato come la Albanese, sui suoi canali social, abbia criticato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sul tema del riarmo, osservando che l’”atlantismo” non si concilierebbe con il ruolo di “garante della Costituzione”. Inoltre, sono anche state evidenziate le accuse di “faziosità, antisemitismo, supporto al terrorismo e aperto disprezzo per gli Stati Uniti, Israele e l’Occidente”, indicate nel documento del Dipartimento di Stato americano che sanziona la Albanese.

Gli onorevoli hanno altresì fatto notare come sia inopportuno ospitare nelle sedi istituzionali soggetti che veicolano idee antisemite e non rispettano le istituzioni italiane.

Nell’interrogazione si legge inoltre: “Durante il suddetto evento il Relatore Albanese si è fatta fotografare  assieme a Suleiman Hijazi, vicepresidente della Abspp (Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese), ritenuto vicino all’organizzazione terroristica Hamas, alla quale Hijazi risulta inneggiare sui suoi canali social: se Suleiman Hijazi risulti essere affiliato all’organizzazione terroristica Hamas e quali iniziative il governo ha intrapreso e intende intraprendere in futuro per arginare le attività di proselitismo delle organizzazioni islamiste in Italia.”

Ciò in quanto Suleiman Hijazi, già citato lo scorso ottobre nel report della European Leadership Network sulla rete di Hamas in Italia, ha pubblicato in molteplici occasioni contenuti inneggianti a Hamas.

Il 7 ottobre 2023, giorno dell’eccidio, Hijazi pubblicava un “buongiorno Palestina” con quattro cuori verdi e poco dopo un “oh Dio, grazie”.

Il 15 maggio 2024 Hijazi pubblicava una foto assieme a Gabriele Rubini (Chef Rubio) con il commento “Massima solidarietà fratello mio. Il cancro di questo mondo è il sionismo”.

Rubini, soggetto ben noto alle autorità italiane, è stato recentemente rinviato a giudizio in seguito a una denuncia dell’UCEI. Lo scorso 17 luglio, l’ex “chef” ha inoltre ricevuto la visita dei reparti antiterrorismo della Polizia di Stato che gli hanno sequestrato apparecchiature elettroniche e chiavette USB. Nella lente d’ingrandimento degli inquirenti, tra i vari elementi, c’è anche un post nel quale Rubini invoca “Morte ai diplomatici complici del genocidio…”, pubblicato alcune ore prima dell’attentato di Washington, perpetrato da un terrorista pro-Pal di estrema sinistra, nel quale sono stati uccisi due dipendenti della sede diplomatica israeliana.

Numerosi poi i post di Hijazi con immagini dei leader ed ex leader di Hamas come Ismail Haniyeh, Khaled Meshaal, Yahya Sinwar e Sheikh Yasin. In alcuni post del 2014 Hijazi pubblicava immagini di terroristi di Hamas che definiva “resistenza a Gaza”.

In un altro post del 1 marzo 2015, Hijazi scriveva:

“Il nostro movimento della resistenza che ha combattuto e continua a combattere in Palestina (HAMAS) viene considerato in Egitto come un movimento terroristico, così come lo è per Israele. Questi atti contro la resistenza continuano a dimostrare che Gaza è l’unica nostra strada per arrivare alla libertà…”

Questi sono solo alcuni contenuti di un repertorio ben più vasto.

Attenzione poi, perché la ABSPP e la Cupola d’Oro, sono entrambe state sanzionate dal Dipartimento del Tesoro americano a ottobre 2024 e giugno 2025 assieme al loro leader, Mohammad Hannoun, indicato come “uomo e collettore di Hamas in Italia”. Suleiman Hijazi è stato più volte indicato come braccio destro di Hannoun.

Il fatto che questi siano i sostenitori della Albanese non sorprende, ma la sua presenza in Parlamento si, soprattutto se si va anche a presentare il report per il quale è stata sanzionata dagli Stati Uniti. L’Italia è un Paese alleato di Washington e situazioni di questo tipo non fanno altro che creare imbarazzo e sconcerto.

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