Al dunque, sono necessarie parole chiare e nette per fissare punti e nodi di realtà e verità.
Nell’ora dei lupi e degli sciacalli, nell’ora dell’ira e della condanna a morte degli ebrei, della pianificazione di un nuovo genocidio di israeliani, con una propensione a una nuova Shoah anche più selvaggia della prima, non bisogna limitarsi a restare sull’eterno banco degli imputati, ma intraprendere con coraggio una offensiva di denuncia e argomentazione contro la tirannia della menzogna ossessiva degli imperi mediatici, del dominio della maggioranza, degli interessi delle potenze, dell’imperialismo antisemita dominante e soffocante.
Il dibattito parlamentare del 28 maggio sulla “crisi di Gaza” è stato un vero scempio di tutto e di tutti. Di un dibattito parlamentare nelle regole e nei valori di una democrazia rappresentativa compiuta, fondati sulla conoscenza per la deliberazione, non c’era proprio nulla. C’era l’urlo della piazza fanatica, l’ultrademagogia di un populismo/plebeismo anti-popolare, anti-democratico, l’uso strumentale dell’aula parlamentare come una tribuna di propaganda, come nella pessima tradizione comunista e fascista, notoriamente finalizzata alla sovversione della democrazia.
L’intervento di Provenzano, oratore ufficiale del PD, si è distinto per un furore antisemita incontrollato, nella demonizzazione de-umanizzazione totalitaria di Israele, che ha travolto le deboli apparenze riformiste del partito. Sembrava il militante di un centro sociale. Poi, la sinistra verde di bile e gli estremisti protofascisti dalle stelle alle stalle hanno rincarato la dose dell’odio, fino alla denuncia della “retorica del 7 ottobre”. Dunque hanno reso ufficiale il loro negazionismo, il loro schierarsi in modo organico a fianco del neonazismo di oggi, quello islamista apocalittico genocida.
Nessun parlamentare ha difeso Israele. Da parte della maggioranza, a cominciare dal Ministro degli Esteri, immobile Don Abbondio della viltà e dell’arrendevolezza, la pretesa “difesa di Israele” si è risolta in un attacco politico alle operazioni difensive anti-Hamas coperto da una fittizia equidistanza. Infatti Provenzano ha potuto, in modo significativo, concentrare il suo attacco alla maggioranza accusandola di “timidezza”, “imbarazzo”, “ritardo”. Dunque, nessun amico di Israele nel parlamento italiano. Ma solo la differenza tra estremisti e moderati nella comune condanna di Israele. Tutti sullo stesso terreno, contro Israele.
Non si tratta solo dell’estrema vergogna di un antisemitismo illimitato. Si tratta della decadenza e dello svuotamento della democrazia parlamentare. Perché si insegue la plebe troglodita digitale schiava dell’idiozia digitale, perché la testa viene livellata sul piano pedestre, perché è comodo sfruttare sul piano elettoralista sondaggista i perversi effetti tossici di un bombardamento quotidiano mediatico antiebraico che ribalta la realtà fattuale e ogni senso di verità, in modo sistematico, ossessivo, implacabile. Con l’emarginazione e la censura della voce ebraica minoritaria.
Nel seguire il battibecco urlato nell’aula parlamentare, colpisce il livello infimo degli interventi. Colpisce ma non sorprende, perché si tratta di un parlamento di nominati e non di eletti in una procedura democratica dal basso in alto; nominati da una oligarchia di una paradossale partitocrazia senza partiti. Nel senso che esiste il comando delle segreterie onnipotenti, mentre i partiti in senso costituzionale, come associazioni su opinioni politiche determinate, con una vita interna organizzata, non esistono più.Se osasse presentarsi una persona dotata di visione geopolitica, di scopi di libertà, di energia morale, conoscerebbe una sicura e preventiva esclusione.
Ecco dunque che sulla questione mediorientale – tanto complessa, intricata, terribile – sparlano nella tifoseria dell’odio, senza conoscenza della realtà, senza uno straccio di visione, solo in termini di una angusto posizionamento politico interno, in chiave provincial-domestica. In queste condizioni, non possono che sbagliare tutto. In queste condizioni si diffonde la parola armata, quelle dell’odio, il cieco furore, che ha il suo apice nell’uccidere gli ebrei con la parola, per preparare la loro uccisione fisica.
Contro la parola armata, a favore di una parola disarmata, c’è stata la saggia riflessione di Papa Leone XIV in occasione del suo primo incontro con la stampa mondiale.
La sinistra si scatena contro il governo israeliano di “estrema destra”. La destra si ricorda del 7 ottobre, ma poi attacca la difesa “sproporzionata” di Israele, cioè occulta e ribalta la reale, immensa “sproporzione” delle azioni genocide, di deliberata estrema disumanità, del terrore antiebraico.
Il governo israeliano attuale, liberamente eletto e sostituibile con un governo alternativo, ha la sua maggioranza nel Likud : partito democratico della tradizione sionista, erede del messaggio di Vladimir Jabotinsky ed erede di Menachem Begin che fece la pace con l’Egitto. Quindi, dovrebbero almeno dire di un governo con la partecipazione di una minoranza di “estrema destra”. Ma anche qui va ricordato che Smotrich è un sionista tradizionale, e che aspetti e tendenze estremiste effettive configurano ebrei che sbagliano, e non criminali come spara la voce dell’antisemitismo militante che criminalizza.
Inoltre sinistra e destra, nella cultura ebraica e nella realtà israeliana, non corrispondono agli schemi europei e italici. Infatti nella politica ebraica è esistito ed esiste, ad esempio, una destra antifascista e una sinistra anticomunista. E quando i governi israeliani sono stati a lungo di sinistra, per volontà popolare, da Ben Gurion a Golda Meir, l’antisemitismo anti-israeliano pro-terrore fedayin non è stato certo inferiore.
Buona parte della sinistra italiana è stata storicamente pro-sovietica e anti-israeliana. Mentre oggi sinistra e destra agiscono contro Israele, ne pretendono o la sua distruzione con uno stato palestinese come premio ad Hamas o la sua subordinazione in una sovranità limitata e commissariata.
La principale arma di guerra per uccidere gli Ebrei con la parola, il perno della vergognosa illimitata demagogia antisemita, è costituito dalla retorica dei bambini di Gaza. Il ruolo naturale dell’infanzia, e la loro natura di “figli di Dio” secondo la fede ebraica, vengono sistematicamente e deliberatamente ribaltati dall’ordine terrorista di Hamas:
1) la diseducazione dell’infanzia a Gaza pratica il negazionismo della Shoah per preparare una nuova Shoah.
2) mentre i bambini ebrei, israeliani e della diaspora, vengono educati nel principio base biblico “ama il prossimo tuo come te stesso”, a Gaza le scuole e molte famiglie avvelenano il cuore e le menti dei bambini istigandoli al martirio per Allah Akbar, allo sterminio degli ebrei, a farsi schiavi o membri del sistema del terrore, a glorificare i bambini usati come bombe umane dall’Isis, la più mostruosa realtà anti-infantile mai esistita.
3) il mondo vile e ipocrita crede alla voce ufficiale di Hamas che spara cifre assurde e surreali sui bambini morti, come arma della sua guerra psicologica vincente e dominante. In realtà Hamas pianifica la morte dei bambini con la sua cultura disumana e totalitaria della morte, contro la vita. Installa le sue infernali strutture terroriste sotto le sedi di presenza infantile. Li vuole morti.
4) una maestra di Gaza dichiara in tv: “Ero sola con i miei bambini”. Dice mezza verità, tace sull’inferno terrorista collocato sotto la scuola e che aveva ricevuto un ordine di evacuazione per aver salva la vita.
5) si è accertato che, oltre agli ospedali usati come copertura di armi offensive, sono stati creati diversi finti ospedali sopra le sedi terroriste per aumentare in modo virale la guerra psicologica dell’odio antiebraico.
Alcuni degli odiatori si renderanno conto, tra alcuni decenni, di aver creduto a una storia del genere: “nel 1939 la Polonia ha invaso la Germania, Hitler voleva la pace e noi abbiamo la colpa di aver fatto la guerra, siamo indignati per i tanti bambini tedeschi morti sotto i bombardamenti a Dresda”, eccetera… Ma sarà troppo tardi quando oggi, nel qui ed ora, l’infamia resta impunita.
Il carattere rigorosamente difensivo della politica militare di Israele è dimostrato in modo brillante dall’articolo di Ugo Volli su “Shalom” (“Lo scudo di luce che porta Israele nell’età delle guerre stellari”). Israele è all’avanguardia mondiale nella tecnologia difensiva, e ciò dimostra che possiede una struttura di pace per cultura, economia, fede, identità, e vuole e agisce per la pace.
Tanto più estesa e massiccia è la nostra demonizzazione de-umanizzazione, tanto più resistiamo, calmi e determinati, senza vacillare, orgogliosi della nostra nobiltà-verità sionista. Consapevoli che sul piano dell’imperialismo mediatico esiste di fatto un regime antisemita. I David di verità e giustizia sfidano i Golia della menzogna e della morte. Resistiamo oggi a ogni costo per vincere domani, con la sconfitta dei mostri di Hamas e soci. Solo così, in una situazione impossibile, può diventare possibile l’inaugurazione di un sentiero di pace e riconciliazione.
Perché vogliono la morte di Israele? Diciamola tutta, la grande eresia proibita. Perché l’esemplarità democratica di libertà di Israele potrebbe, in un ipotetico ordine naturale spontaneo di relazioni umane orizzontali, contagiare i ragazzi e le ragazze arabi come stile di vita che creerebbe una spinta avversa ai tiranni, agli sceicchi, ai capi del terrore. Perciò valanghe e oceani di odio, menzogna, demonizzazione e de-umanizzazione.
