Israele e Medio Oriente

Il pluridecorato Giuseppe Ottolenghi, primo ebreo Generale e Ministro della guerra d’Italia

Cavaliere dell’Ordine militare di Savoia (6 dicembre 1866), Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia (27 aprile 1870), Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia (31 gennaio 1881), Grande ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia (28 dicembre 1893), Gran cordone dell’Ordine della Corona d’Italia (27 dicembre 1900), Cavaliere dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro (27 gennaio 1878), Ufficiale dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro (15 gennaio 1880), Commendatore dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro (21 gennaio 1897), Grande ufficiale dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro (31 maggio 1901).
Una lista lunghissima, quasi infinita. Sono le onorificenze riconosciute a Giuseppe Ottolenghi, il primo ebreo a rivestire la carica di ministro della guerra nella storia del Regno d’Italia.
A queste si aggiungono decorazioni guadagnate sul campo: due medaglie d’argento al valor militare, una medaglia a ricordo delle guerre combattute per l’Indipendenza e l’Unità d’Italia, una medaglia con il motto “Unità d’Italia 1848-1870”, una croce d’oro per anzianità di servizio, persino una medaglia commemorativa per la campagna d’Italia del 1859 assegnatagli dalla Francia.

Giuseppe Ottolenghi, nato il 26 dicembre 1838 a Sabbioneta, in provincia di Mantova, è stato un militare e politico italiano. Tenente colonnello dal 1877, Colonnello dal 1881, Maggiore Generale dal 1889 e Tenente Generale dal 1895, ha combattuto nella Seconda guerra di Indipendenza (1859), nella campagna per l’Indipendenza e l’Unità d’Italia del ’60-’61 e nella Terza guerra di Indipendenza del 1866.
Nel 1860 è rimasto ferito al fianco durante l’assedio di Gaeta, nel 1864 al braccio e al petto durante la repressione del brigantaggio a Sant’Ilario, in Basilicata.
Si era arruolato volontario nell’esercito piemontese nel 1859, iniziando la carriera militare come allievo nella Reale Accademia di Ivrea, in provincia di Torino.
Come lui, tanti sono stati gli ebrei che hanno partecipato ai moti risorgimentali, anche in segno di riconoscenza per l’atto di emancipazione del 1848 con cui Carlo Alberto ha riconosciuto la parità di diritti agli ebrei piemontesi.

Ottolenghi è stato il primo ebreo italiano ammesso al Corso Allievi Ufficiali dell’Esercito. Il 14 Aprile 1889 è invece diventato il primo ebreo italiano con i gradi di Maggiore Generale.
Nominato senatore del Regno da Re Vittorio Emanuele III, nel 1902, è stato ministro della guerra del Regno d’Italia dal maggio 1902 al settembre 1903, sotto il governo Zanardelli.
Morirà a Torino, il 2 novembre 1904, all’età di 65 anni, meritandosi un accorato ricordo in Senato dal presidente Tancredi Canonico

Signori senatori! Duolmi dover cominciare il mio ufficio dalle dolenti note. Ma pur troppo è ben raro che durante un periodo, anche non lungo, d’interruzione dei nostri lavori, non si abbiano a deplorare perdite dei nostri colleghi. […] In età ancor verde e nella vigoria delle sue forze moriva improvvisamente il 2 novembre in Torino il generale Giuseppe Ottolenghi, nato a Sabbioneta nel Mantovano il 26 dicembre 1838.
Brillante e valoroso ufficiale, di forte ingegno, di una scrupolosa esattezza nell’adempimento del proprio dovere, pronto sempre ad assumere sopra di sé tutte le responsabilità, la sua vita fu un servizio zelante e non interrotto alla patria ed al Re.
Cominciati i suoi studi all’Università di Torino, li lasciò nel 1859 per entrare alla Scuola militare d’Ivrea; ed in quello stesso anno, al cominciare della campagna, fu nominato sottotenente. Portabandiera all’assedio di Gaeta, venne colpito da una palla di moschetto al fianco destro e meritò la medaglia al valor militare.
Nel 1863 era già capitano di stato maggiore. Un’altra medaglia al valor militare si guadagnò nel 1864 combattendo il brigantaggio. In un improvviso e serio conflitto, assunse il comando di alcuni riparti di fanteria e di cavalleria, ebbe ucciso il cavallo, fu ferito al braccio ed al petto: ma l’azione da lui comandata sortì un pieno successo.
Un altro cavallo ucciso sotto di sé ed un’altra ferita egli ebbe nel 1866, quando, per salvare il generale Brignone in pericolo a Monte Croce, prese il comando dei carabinieri e delle guide che erano al suo seguito e caricò il nemico. Venne allora fregiato della croce di cavaliere dell’Ordine militare di Savoia.
Promosso maggiore, insegnò la storia dell’arte militare nella scuola di Modena.
Rientrato nello stato maggiore e fatto poco dopo colonnello, salì per tutti i gradi fino a quello supremo di comandante di corpo d’armata.
Nominato senatore e ministro della guerra nel 1902, lasciò il portafoglio al finir d’ottobre del 1903.
Nel 1869 era stato mandato ad assistere alle grandi manovre di Châlons, che erano allora di non piccola importanza: e nel 1878-80 lavorò attivamente nella Commissione internazionale per la delimitazione della frontiera turco-montenegrina.
Rigido nella disciplina, ma pieno di cuore, i soldati lo stimavano ed amavano; perché sotto la severità esteriore, sentivano sempre in lui la giustizia e la bontà.
L’esercito ha perduto in lui un prode e dotto ufficiale; la patria un servitore zelante; il Senato un collega apprezzato e carissimo.

Nel ricco curriculum di Giuseppe Ottolenghi, anche altre cariche importanti: Professore di Arte e Storia militare, rappresentante per l’Italia al congresso di Berlino (giugno-luglio 1878), membro della Commissione internazionale per la delimitazione della frontiera turco-montenegrina (1879-’80), socio della Società geografica italiana.

 

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