Israele e Medio Oriente

Yotam, bimbo israeliano di 18 mesi vittima di terrorismo: gamba amputata

Lunedì scorso, 14 dicembre, la famiglia Sitbon stava aspettando l’autobus a Gerusalemme. Normale vita quotidiana, per noi occidentali. Non per chi vive in uno dei punti focali scelti per avviare la cosiddetta “Intifada dei coltelli”. Di questi tempi, chi aspetta l’autobus a Gerusalemme rischia la vita. Probabilmente lo temeva anche la famiglia Sitbon, padre, madre e figlio di soli 18 mesi. Forse non hanno neppure visto arrivare una Mazda bianca a tutta velocità, diretta proprio contro di loro.

Quella Mazda impazzita era guidata da Abde el-Muhsen Hassuna, un ventunenne affiliato ad Hamas. Un terrorista palestinese che voleva uccidere tutti gli israeliani che stavano semplicemente aspettando l’autobus in quella fermata, a Gerusalemme.
Hassuna era residente ad Hebron, ha vissuto in passato nel quartiere Beit Hanina di Gerusalemme e ha ottenuto lo status di cittadino israeliano e una carta d’identità israeliana. Aveva accesso libero in tutto il Paese. Ha puntato le sue vittime e ha cercato di investirne il più possibile, salendo con l’auto sul marciapiede. Un soldato dell’Idf, una guardia di sicurezza e un civile armato hanno assistito alla scena e hanno sparato, uccidendolo prima che fosse in grado di uscire dall’auto, all’interno della quale è stata trovata un’ascia.
Il terrorista, evidentemente, voleva prima investire le sue vittime e poi finirle con l’ascia. Gli è andata male. Dietro di sé ha lasciato una scia di 14 feriti, alcuni gravi. Tra questi un bambino di soli 18 mesi: Yotam Sitbon.

Yotam aspettava l’autobus assieme ai genitori Yael e Benjamin e le sue condizioni sono apparse subito serie: ferito ad un piede, è stato immediatamente trasportato all’ospedale Hadassah Ein Kerem di Gerusalemme. I medici hanno fatto di tutto, ma non hanno avuto altra scelta: per salvarlo hanno dovuto amputargli una gamba.
La notizia, pressoché ignorata dai media occidentali, ha scosso le coscienze israeliane, che hanno dato il via ad una vera catena di solidarietà per aiutare anche economicamente la famiglia Sitbon. A Yotam dovrà essere applicata una protesi, i cui costi sono fuori dalla portata dei genitori.
Diciotto mesi sono troppo pochi per capire cosa siano odio e intifada, ma Yotam dovrà portarne i segni per tutta la vita.

Foto: Flash 90

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