Mentre ieri sera gli Stati Uniti sganciavano 12 bombe «bunker buster» da sei aerei B-2 contro il sito nucleare iraniano di Fordow e sparavano 30 missili cruise Tlam contro gli altri due siti di Natanz e Isfahan e un B2 sganciava due bombe bunker buster anche su Natanz, mentre gli Stati Uniti, dopo giorni di traccheggiamento decidevano di entrare direttamente in guerra a fianco di Israele, mentre si faceva la storia, si sta facendo la storia in Medioriente, qui da noi, la storica Anna Foa, veniva premiata con il Premio Strega saggistica per il suo saggio, Il suicidio di Israele. Si tratta, evidentemente di due eventi di portata incommensurabile, e il loro accostamento può apparire incongruo o peregrino, ma non è così.
In questo Paese, da ormai quasi due anni dal 7 ottobre 2023, l’intero comparto mediatico con pochissime eccezioni, ci racconta di come Israele commetta genocidi, uccida bambini per diletto, li affami, di come Netanyahu sia peggio di Tamerlano, di Pol Pot. Anna Foa, a tutto ciò da il suo modesto contributo, per caratura documentale e storiografica. Chi ha letto il suo saggio scopre che non c’è nulla ma proprio nulla che rispecchi la realtà, si tratta di un pistolotto ideologico contro Netanyahu e la terribile destra israeliana, per l’autrice, la più fosca e pericolosa al mondo. Il motivo per cui ha ricevuto il premio, conferito dal solito provinciale e autoreferenziale cenacoletto di sinistra, di cui fa parte, è esclusivamente questo.
Loro, e per loro intendiamo i vari commentatori e “intellettuali” italiani che si sgolano contro Israele, e le cui grida arrivano al massimo fino a Mentone, (chiedete chi siano Anna Foa o Angelo D’Orsi, o Alessandro Orsini, a Londra, Parigi, Berlino, per non dire a Washington), sono contenti così, mentre noi siamo più contenti di quello che accade in Iran, dove piovono bombe sui siti nucleari e sulla filiera dei missili balistici, dove un regime criminale (non quello che governa Israele, cara Foa) che ha ereditato dal Terzo Reich il programma di distruggere se non tutti gli ebrei al mondo, tutti quelli viventi in Israele, un po’ più di sette milioni (quindi più di quanti ne abbia fatti sterminare Hitler), si trova depotenziato, in affanno, e forse sull’orlo del collasso.
