Interviste

Intervista a Daniel Pipes: Israele preso alla sprovvista

Ospite abituale de L’Informale, Daniel Pipes, tra i più noti analisti di Medio Oriente ha risposto alle nostre domande sulla situazione attuale in  Israele.

Per molti anni lei ha criticato il modo in cui Israele ha affrontato il conflitto con i palestinesi,  gestendolo invece di cercare di vincerlo. L’attacco del 7 ottobre l’ha colta di sorpresa?

Sì, completamente. L’audacia, le dimensioni e il successo dell’operazione sembrano aver colto tutti di sorpresa, compresi anche Hamas e i suoi sponsor iraniani. Chi poteva immaginare che le forze di difesa israeliane fossero così male informate, scarsamente preparate e incapaci di rispondere per ore? La gestione è una cosa, l’incompetenza è un’altra.

Quali sono i settori nei quali, a suo parere, Israele ha fallito maggiormente?

Ne vedo due principali. In primo luogo, l’illusione che Hamas potesse essere distolto dai suoi obiettivi di genocidio attraverso benefici economici, come l’occupazione degli abitanti di Gaza in Israele. Ciò ripete un errore che sionisti e israeliani hanno già commesso nel corso della loro storia. Theodor Herzl lo ha commesso nel suo libro del 1902, David Ben-Gurion lo ha commesso negli anni ’20, Moshe Dayan lo ha commesso nel 1967, e Shimon Peres con gli Accordi di Oslo, nel 1993. In secondo luogo, l’esercito israeliano ha sostanzialmente rinunciato ad operazioni offensive che non fossero quelle aeree, stabilendosi in posizioni difensive. Dalla linea Maginot alla linea Bar Lev, anche questo approccio ha una lunga storia di fallimenti.

In un suo recente articolo ha scritto che Israele ora ha l’opportunità di distruggere Hamas. Ciò presumibilmente implica il controllo israeliano di Gaza. E dopo?

Dal 2008 la popolazione di Gaza vive un’esperienza unica: essere usata come carne da cannone non per vincere una guerra ma per essere vittime che Hamas può sfruttare per accattivarsi la simpatia internazionale. Questa miserabile esperienza, che ha incluso ripetuti bombardamenti aerei, fa sì che una parte significativa degli abitanti di Gaza voglia vivere una vita normale, cioè non fare guerra a Israele. Spero che gli israeliani consegnino Gaza a queste persone e permettano loro di amministrare il territorio. Consideratelo come una versione in miniatura di ciò che fecero gli Alleati in Italia dopo il 1945. Israele avrebbe bisogno di trovare l’Alcide De Gasperi di Gaza.

Il regime iraniano sostiene Hamas e molti altri nemici di Israele, tra cui il Jihad islamico palestinese, Hezbollah e il governo di Assad. Israele agirà contro Teheran, il suo principale nemico? 

Lo sta già facendo: virus informatici, furto di archivi, esecuzione di scienziati, bombardamenti di installazioni in Siria e altro ancora. Ma tutte queste sono bazzecole rispetto a un possibile attacco alle infrastrutture nucleari dell’Iran. Spero certamente che ciò avvenga prima piuttosto che dopo.

Ritiene che la Russia abbia dato il proprio appoggio a Hamas?

Non che io sappia.  Ritengo che Putin non cerchi ulteriori nemici al momento, quindi non farà altro che infangare le democrazie occidentali.

Hezbollah rappresenta una seria minaccia per Israele in questo momento?

L’enorme arsenale di razzi e missili di Hezbollah lo rende una minaccia molto più potente per Israele rispetto a Hamas.

Il massacro degli ebrei perpetrato da Hamas in Israele – decapitazioni, stupri, ostaggi e donne catturate come schiave sessuali – è un’espressione della brutalità islamica nella sua forma più pura?

Sì, ed è simile alla brutalità dello Stato islamico dell’Iraq e della Siria (ISIS) nel suo periodo di massimo splendore dal 2014-2015. L’Isis ha voluto fornire meticolose giustificazioni islamiche alla sua barbarie. Il loro esempio evidenzia, ancora una volta, l’urgente necessità di modernizzare l’Islam.

Se Israele agirà da solo contro Hamas, il mondo non si rivolterà contro Israele?

Sì, mi aspetto che ciò accada. “Stare con Israele” è molto più facile quando gli ebrei vengono massacrati rispetto a quando le forze israeliane attaccano. Israele deve stare molto attento a questo proposito, perché non può permettersi di alienarsi le democrazie occidentali.

 

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