Ebraismo

Lettera aperta a una amica dalla mente chiusa

Molto coraggio, infinita pazienza e forte volontà comunicativa occorrono per provare a mantenere un filo di dialogo in una realtà tanto infame di progetto genocida e odio armato contro il popolo ebraico. Un filo che rischia di venire spezzato da un oceano di menzogne assassine, da una muraglia di falsità fabbricate da menti che superano la guerra psicologica di Goebbels.

Come fondatore e responsabile del Gruppo Sionista della Campania e collaboratore di periodici che difendono la causa di Israele e valorizzano lo splendore della cultura ebraica, sono un condannato a morte per quello che sono. Vivo in semiclandestinità, e per potermi riunire e pregare con gli ebrei in sinagoga devo avere la protezione di due soldati armati che si sono spostati dal portone del palazzo alla porta della Comunità. Mia figlia è molto preoccupata, mi dice di stare attento, ma comprende bene le ragioni ebraiche.

Ogni limite è stato superato, ogni residua inibizione è stata abbattuta. L’antisemitismo/antisionismo non si vergogna più, infuria e impazza con tracotanza, parola armata, atti di omicidio e genocidio, fiume tossico di demonizzazione e de-umanizzazione.

L’adunata plateale a Roma del 7 giugno è stata una dichiarazione di guerra agli ebrei e al loro Stato, diretta continuazione del famigerato discorso di Trieste di Mussolini sull’ “Ebraismo nemico mondiale”. Dal palco, comizi incendiari per uccidere gli ebrei con la parola, per favorire chi li uccide con le armi, arrostisce i bambini nei forni, stupra le donne come atti di guerra fino a spezzarne il bacino, strangola con le nude mani bambini rapiti e dopo ne sevizia i corpi, uccide una bambina autistica e sua nonna perché rallentano la marcia dei mostri infernali.

Gli organizzatori esibiscono il vessillo della sinistra, sono di sinistra, e sono diventati al cento per cento i rappresentanti osceni del fascismo antisemita di oggi. Dal momento che uno sciagurato ex presidente del Consiglio (per caso e per la necessità di avere un vice dei vice per dirimere le baruffe) ha dichiarato che il 7 ottobre 2023 è una “retorica”, l’intera piattaforma dell’adunata si smaschera da sé come antisemitismo genocida senza più remore. Anche i rappresentanti più moderati e concilianti delle comunità ebraiche hanno ovviamente definito tale raduno come antisemita.

L’intifada universale della caccia all’ebreo nel mondo e la potente videocrazia che si fa voce di Hamas, jihadisti e Iran hanno preparato le munizioni all’urlo del palco. È con il linguaggio martellante ossessivo di immagini falsificate, o direttamente false, che si è creato un conformismo ottuso di menti servili. Intanto, con il delirio del 7 giugno, l’intera auto-rappresentazione democratica e riformista della sinistra va in frantumi, ed evidenzia che la sinistra oggi ha preso il posto, per gravità antiebraica, della destra degli anni Trenta del Novecento. Viene liquidata la consapevolezza che il cuore strategico e ideologico del nazifascismo è stato la pianificazione e realizzazione della Shoah, a sua eterna infamia. Questo le consente di assolvere, giustificare o glorificare il nazislamismo antisemita di oggi.

La piattaforma del 7 giugno prepara il terreno per nuovi 7 ottobre, e per una tendenza a una nuova Shoah, che potrà essere più sadica e selvaggia della prima.

Vorrei credere che questa nera realtà turbi il tuo cuore e la tua mente, e possa essere occasione di una scintilla di riflessione e risveglio morale. Nel mondo, l’antisemitismo si espande e si estremizza: in Francia le famiglie ebree tolgono i figli dalla scuola pubblica e li mandano solo nelle scuole ebraiche (minacciate da attentati), i cimiteri ebraici sono ripetutamente profanati e molte sepolture vengono spostate in Israele (dove possono essere soggette ai missili terroristi). Nelle università americane ed europee si pratica la caccia all’ebreo, e molti studenti ebrei devono nascondere la loro identità. Giorno per giorno, uno stillicidio nefasto dell’odio e della cultura della morte sul piano mediatico: così la realtà del popolo ebraico, con i suoi bambini ammazzati e bruciati vivi, diventa il popolo che ammazza i bambini. L’urlo ossessivo impone cifre e mostruosità completamente false. 

Le masse credono a Hamas.

Nella storia plurimillenaria dell’antisemitismo/antigiudaismo i bambini ebrei sono stati rapiti e convertiti con la forza, sfracellati sulla roccia dalle SS  davanti alle madri, eliminati nelle camere a gas, stuprati davanti alle madri nel 7 ottobre, strangolati con le nude mani nei tunnel di Gaza. Proprio per occultare tale infinito orrore, la guerra ibrida dell’islamonazismo ha fabbricato la leggenda nera degli ebrei di Israele che ammazzano i bambini per uno scopo deliberato. Una leggenda che indurisce i cuori, chiude le menti, fanatizza gli idioti, strumentalizza i trogloditi della demenza digitale. 

Se tu conoscessi la realtà degli eventi, la voce degli ebrei perseguitati e minacciati di sterminio, la crudeltà estrema della macchina di guerra della propaganda nazislamica, ti verrebbero dei forti dubbi, un senso scientifico della ricerca della verità e forse, lo spero, un sussulto di coscienza civile.

Il primato dell’etica, segno distintivo e costitutivo della grande civiltà ebraica che, insieme a quella greca classica, è matrice feconda dell’intera civiltà umana universale e del messaggio biblico dell’amore per la prossimità, vengono visti dai neonazisti dell’imperialismo islamico come segni di debolezza, e sfruttati nelle loro tattiche di guerra. Per questo hanno preso e torturato gli ostaggi, hanno costruito una macchina infernale di guerra e sterminio sotterranea, con l’uso cinico e spietato di schiavi e scudi umani, come carne da macello nella loro cultura della morte, nel loro totalitarismo di infinita disumanità. Da qui un intero mondo alla rovescia, fabbricato da mostri infernali che a definirli barbari significa nobilitarli; la mafia, con tutti i suoi crimini odiosi, è un’associazione di gentiluomini a confronto. 

Più in basso di così non si poteva andare. Ma è accaduto, e si preparano nuovi abissi morali e fisici, di orrore e di morte. 

Individua molto bene la terrificante svolta che sta avvenendo Iannis Roder, noto storico francese, responsabile della formazione presso il Mémorial de la Shoah e di programmi educativi sulla memoria dell’Olocausto, membro di una commissione istituita dal presidente Macron per contrastare la disinformazione e l’odio online.

Roder, su Le Point, ha sviluppato una riflessione chiarificatrice. Perché si è arrivati a demonizzare Israele come genocida, andando oltre le illegali sentenze della Corte penale internazionale sul Primo Ministro e Ministro della Difesa israeliani? La trasformazione della tragedia di Gaza in un genocidio consente di definire l’esercito israeliano come nazista, e fabbricare un nuovo Olocausto genera l’effetto di superare il periodo del senso di colpa verso gli ebrei (editoriale de Il Foglio, 8 gennaio). Si è creata una realtà malefica che incita a de-umanizzare gli ebrei senza dare l’impressione di essere antisemiti: 

“Se l’Olocausto è superato da un Olocausto considerato non meno grave di quello legato alla Shoah, se Israele può essere vilipeso e accusato di uccidere i ‘nuovi ebrei’ proprio come l’antico Israele fu accusato di avere ucciso Gesù, si può tornare a essere antisemiti senza considerare più l’antisemitismo come un male assoluto da combattere, trovando anzi una via elegante per provare a rendere presentabile il nuovo antisemitismo”.

E ancora: “La sinistra dovrebbe sapere meglio della destra cosa significhi ridurre di nuovo ogni ebreo al gruppo a cui appartiene, cancellarlo in quanto individuo” (Edith Bruck, 26 gennaio 2024).

Nazificare Israele con l’accusa di genocidio vuol dire fare un passo decisivo per legittimare la sua scomparsa. Le nuove SS di Hamas vengono ribaltate dall’accusa a Israele. “Essere ebrei – disse Albert Einstein nel 1946 – ci ha insegnato che l’odio può diventare legge, e che il silenzio può diventare complicità.” La pulizia etnica effettiva, quella contro gli ebrei, viene legittimata, e Hamas, il nuovo Isis – viene salutato con i colori “romantici” di un nuovo Che Guevara. Stanno preparando sul piano ideologico una via tragica che conduce a una nuova Soluzione Finale.

Dal palco di Roma si è sentito dire: “Siamo dalla parte giusta della storia”. Ignorano la confutazione scientifica dello storicismo da parte dell’epistemologa di Karl Popper. Ma questo è troppo raffinato per quei cani da guardia e nuovi pretoriani di un regime antisemita, di un antisemitismo di regime. La frase vuol dire che l’antisemitismo di sinistra non è una scelta tattica ma strategica, di cambiamento paradigmatico, con l’autodistruzione dei margini e delle velleità riformiste. Demagogia scatenata, illimitata. Si sa, da Platone in poi, che la demagogia è la via naturale della tirannia.

Il senso complessivo dell’adunata è stato la distruzione di un residuo antifascismo filoebraico a favore di un aggressivo fascismo antiebraico. 

Si tratta anche di un attacco ai valori costituzionali proclamati, perché si schierano con l’antisemitismo totalitario del nuovo nazifascismo. E poiché esercitano la dannazione di Israele e non manifestano per i bambini e i civili ucraini massacrati e rapiti dal barbaro regime criminale di Putin, ed evitano di prendere posizioni sul regime dell’Iran che pratica la guerra contro il suo popolo e arma il terrore antiebraico, questo vuol dire che la sinistra antisemita, come collocazione geopolitica, sta dalla parte dei totalitarismi e delle autocrazie, contro le democrazie. 

Una nuova realtà che dovrebbe aprire la tua mente. Una certa, auspicabile possibilità di dialogo si può costruire solo a partire da uno sgomberare il campo dalle credenze ottuse nella voce di Hamas e soci. Con tale disintossicazione sarà possibile discutere e affrontare naturali divergenze di opinione e prospettiva. Invece, quando hai definito terroriste esplicite azioni antiterroriste dell’autodifesa israeliana, o quando hai postato foto di equiparazione tra vittime di Auschwitz e di Gaza nel tipico stile della propaganda hitleriana e islamica, non ci siamo proprio. Comprenderai che non sarà possibile un’amicizia in presenza di posizioni e atteggiamenti antisemiti. Thomas Mann scriveva che l’antisemitismo è il facile “socialismo degli imbecilli”, nel senso che il novanta e passa per cento della popolazione non è ebraica. Da qui la comodità di avere gli ebrei come capro espiatorio. 

E ora affido la mia anima alla serenità, perseveranza, speranza. Quando di Shabbat o nei giorni di festa vado nella Sinagoga di Napoli, dopo aver superato la vigilanza di due soldati armati e del servizio di sicurezza della Comunità, sento ogni volta il valore immenso di una plurimillenaria civiltà spirituale. La preghiera (tefillah) come dialogo con Dio, la lettura della Torah nella sua infinita proliferazione di senso, il rinnovamento costante del Patto con Dio. Una bellezza carica di senso, una tradizione vivente, un continuo rinnovamento, una fedeltà illimitata, “un modello autocritico” (Jonathan Sacks), una vitalità perenne, la forza di una identità intangibile.

Osservo gli ebrei delle famiglie storiche, di lunga tradizione, e penso: costoro hanno resistito a persecuzioni di generazione in generazione, alla condanna del “deicidio” e oggi del “genocidio”, alla deportazione a Babilonia, alle leggi razziste, alla Shoah e al 7 ottobre, che hanno salutato l’alba del Risorgimento sionista, che amano Israele. E mi prende un senso di infinita ammirazione esistenziale. Quando poi cantiamo l’Hatikvah (fino alla liberazione dell’ultimo ostaggio) con fervore grande e spirito combattivo, si comprende che gli ebrei della diaspora e di Israele sono un solo popolo, che la vita ebraica è indistruttibile, che i mostri infernali falliranno, che l’esistenza-resistenza del nobile popolo ebraico appartiene alla sfera dell’eternità, alla legge morale di Dio.

Non so se potrai comprendere, mi rendo conto che è difficile farlo dall’esterno. Ma dovresti sapere che l’esistenza ebraica non è tanto una fede interiore, ma è un’azione etica.

 

 

 

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