Islam e Islamismo

Oggi, sedici anni fa

Una tra le tante dichiarazioni della serie, “Se la sono meritata”, che giunsero dall’Europa poco dopo l’11 settembre, fu quella di Karl Lamers, all’epoca il portavoce della politica estera del CDU/CSU al Bundestag. In una intervista al giornale Taz, Lamers dichiarò, “Affermo che l’11 settembre è solo la più radicale espressione della rivolta contro il dominio dell’Occidente, personificato soprattutto dagli Stati Uniti”.

Non è dato sapere se Noam Chomsky lesse l’intervista ma se lo fece, sicuramente avrà provato soddisfazione nel riconoscere nelle parole pronunciate dal parlamentare tedesco, il proprio verbo antiamericano diffuso in decine di libri tutti impregnati di un’unica monotematica ossessione, la rappresentazione degli Stati Uniti come il male assoluto. Ossessione che condivideva con Osama Bin Laden. Tra i libri recuperati nel covo di Abbottabad dal reparto dei Navy Seals dopo il raid del 2011 in cui venne ucciso, figurava, tra gli altri Hegemony or Survival: America’s Quest for Global Dominance.

Tout ce tient, amorose concordanze. I nemici occidentali dell’Occidente non possono che trovarsi d’accordo con i nemici non occidentali, confermando la vecchia massima secondo la quale i nemici dei miei nemici sono miei amici.

Terzomondisti e antiglobalisti (o altermondisti) sono la fioritura tardiva del radicalismo di sinistra degli anni Sessanta e Settanta, i riconvertitori della lotta contro l’imperialismo e il colonialismo che li ha progressivamente buttati tra le braccia di Khomeyni, Chavez, Hamas, Hezbollah, visti come liberatori dei i puebli  oppressi. Oppressi da chi? Domanda splendidamente retorica. Dall’Occidente, naturalmente, e in modo specifico dagli USA.

L’11 settembre, di cui oggi, ricorre il sedicesimo anniversario, è dunque, sul calendario dell’Occidente che odia se stesso, odiando gli Stati Uniti e Israele, il giorno della Nemesi per le nostre “malefatte”, soprattutto quelle USA. E’ la glorificazione del terrorismo islamico e un peana all’antisemitismo nella sua moderna veste, quella dell’antisionismo. D’altronde non era forse Goebbles a scrivere nell’aprile del 1943, “In realtà si possono descrivere gli Stati Uniti come uno stato ebraico”? E il gruppo dei terroristi che coordinarono il loro attacco alle Twin Towers, Mohamed Atta, Marwan al-Shehhi, Ziad Jarrah, non facevano forse parte insieme a Ramzi Binalshibh e Mounir el Motassadeq della cellula amburghese di Al Qa’ida che si riuniva regolarmente in un “circolo coranico” e condivideva la convinzione che la Seconda Guerra Mondiale fosse stata provocata dagli ebrei per fare nascere Israele? Quanto a Osama Bin Laden, la sua convinzione goebblesiana che gli Stati Uniti fossero controllati dal potere ebraico è cosa nota. In una intervista del 1998 con un giornalista americano, lo sceicco del terrore non aveva nessuna difficoltà a dichiarare a proposito dell’Amministrazione Clinton, “Riteniamo che questa Amministrazione rappresenti Israele in America…Gli ebrei usano l’America per promuovere i loro piani sul mondo, specialmente il mondo islamico”.

L’ironia vuole che per i complottisti in servizio effettivo permanente siano stati gli Stati Uniti con la perenne complicità del Mossad a organizzare l’attentato, quando lo stesso Bin Laden e i suoi accoliti non hanno mai fatto mistero del loro virulento e paranoico antisemitismo. Ma così è. I complottisti sono invariabilmente nella schiera di coloro per i quali i complotti sono tutti occidentali. E l’11 settembre, per loro, è il complotto dei complotti, è la mano longa di Israele puparo mondialista, è l’apoteosi degli Stati Uniti come Spectre, tessitori del caos organizzato, ma è soprattutto il feticcio imbalsamato degli utili idioti del terrore, quello vero però, forgiato sull’incudine dei deliri di Bin Laden e dei suoi accoliti. Deliri che hanno la loro origine nella predicazione dei Fratelli Musulmani e nella propaganda nazista, a sua volta promotrice dei Savi dei Protocolli di Sion.

E all’utile idiota Lamers e al suo mentore Chomsky fu lo stesso Bin Laden a rispondere senza giri di parole con il documento del 2002 intitolato “Lettera al popolo americano”.  Nella lettera, Bin Laden scriveva omaggiando I Protocolli dei Savi di Sion, “Gli ebrei hanno preso il controllo dei vostri media e ora controllano tutti gli aspetti della vostra vita, facendo di voi i loro servi e raggiungendo i loro scopi a vostro svantaggio”.

Stati Uniti, Ebrei e Israele. I nemici perenni di chi, dentro e fuori, vorrebbe vedere l’Occidente inabissarsi.

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