Israele e Iran

Colpo all’Iran

L’attacco israeliano in Iran della notte scorsa era atteso. Dopo il richiamo del giorno precedente da parte americana di evacuare il personale non strettamente necessario dell’ambasciata di Baghdad e i familiari del personale militare da diverse basi nel Golfo, nonostante Donald Trump avesse fatto presente che il round negoziale con l’Iran previsto domenica prossima in Oman, fosse ancora in calendario, si capiva che era solo questione di breve tempo per l’intervento militare.

Giovedì, il Consiglio di amministrazione dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) aveva formalmente stabilito che l’Iran non stava rispettando i suoi obblighi nucleari per la prima volta in venti anni. Secondo il rapporto, l’Iran ha accumulato 408,6 chilogrammi di uranio arricchito fino al 60 per cento. Un aumento di 133,8 chilogrammi – quasi il 50 per cento – dall’ultimo rapporto dell’agenzia di febbraio. Il materiale arricchito a questi livelli potrebbe essere portato al 90 per cento necessario per un’arma nucleare.

Gli attacchi israeliani hanno preso di mira i programmi iraniani di arricchimento nucleare, di armamento nucleare e di missili balistici.

Tra gli obiettivi colpiti ci sono il Complesso di arricchimento di Natanz nella provincia di Esfahan, un impianto di arricchimento sotterraneo, l’Organizzazione per le industrie aerospaziali in piazza Nobonyad a Teheran che coordina la produzione missilistica iraniana, il quartiere Lavizan, quartiere nordorientale di Teheran, presunto sito nucleare non dichiarato.

L’attacco ha anche decapitato lo Stato maggiore delle foze armate iraniane e il vertice dei Pasdaran, nonché diversi scienziati addetti al programma nucleare. Tra le vittime eccellenti, Mohammad Bagheri, capo di stato maggiore delle forze armate della Repubblica Islamica dell’Iran, la più alta carica militare del Paese, Hossein Salami, Maggior Generale, comandante del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica, Mohammad Ali Jafari, ex comandante dei Guardiani della Rivoluzione, Mohammad Mehdi Tehranchi, fisico teorico iraniano, professore dell’Istituto di ricerca laser e plasma e il Dipartimento di Fisica dell’Università Shahid Beheshti, membro del consiglio di amministrazione e presidente dell’Università Islamica Azad, Fereydoon Abbasi, 67 anni, capo dell’Organizzazione per l’energia atomica dell’Iran, Ali Shamkhani, consigliere dell’ayatollah Ali Khamenei.

L’attacco di ieri notte è solo il primo di una serie di attacchi programmati, come ha chiarito Benjamin Netanyahu nel suo discorso subito dopo l’incursione, atti a rimuovere la minaccia esistenziale iraniana nei confronti dello Stato ebraico.

Israele non poteva più aspettare.

 

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