Israele e Iran

Gli “uomini ombra” israeliani che hanno colpito il regime iraniano dall’interno

Nella nottata del 13 giugno Israele ha lanciato un’operazione preventiva su vasta scala in territorio iraniano per neutralizzare la minaccia nucleare e missilistica del regime.

Un attacco pianificato nei minimi dettagli e senza precedenti nella storia militare moderna in quanto ha combinato l’uccisione mirata di alti funzionari e scienziati, tra cui i vertici delle forze armate iraniane e delle Guardie Rivoluzionarie (IRGC) con attacchi diretti ai principali siti nucleari, ai sistemi di difesa aerea e di allerta radar. Tra i personaggi di spicco eliminati figurano il comandante dell’IRGC Hossein Salami, il capo di stato maggiore delle forze armate iraniane Mohammad Hossein Bagheri ma anche l’intero alto comando dell’aeronautica dell’IRGC, incluso il suo comandante e il consigliere di Khamenei, Ali Shamkhani.

Di fondamentale importanza è risultata essere l’attività di agenti infiltrati in territorio iraniano che hanno posizionato munizioni a guida di precisione (PMGs) nei pressi delle postazioni missilistiche terra-aria (SAM) nella zona centrale del Paese. Questi sistemi, che utilizzano meccanismi come il GPS, la guida laser o i sensori a infrarossi, sono stati attivati in coordinamento con gli attacchi dell’aeronautica israeliana e hanno colpito con precisione i loro obiettivi simultaneamente.

In un’altra operazione, gli agenti hanno installato sistemi di attacco avanzati all’interno di veicoli civili. Nel momento in cui è partita l’offensiva, questi sistemi sono stati attivati, neutralizzando con successo le principali installazioni di difesa aerea iraniane.

Gli “uomini fantasma” hanno inoltre creato in territorio iraniano una base interna con droni carichi di esplosivo, introdotti nel paese molto tempo prima dell’attacco e scagliati contro i lanciamissili terra-terra (SSM) presso la base di Esfajabad, vicino Teheran, neutralizzando così le minacce a obiettivi strategici e civili in Israele.

Si è trattato di un’operazione complessa, su più livelli, messa in atto da almeno tre unità parallele di agenti che hanno permesso a Israele di paralizzare la difesa aerea iraniana ed aprire la strada ai raid aerei israeliani.

Un altro aspetto che emerge dagli attacchi della scorsa notte è l’estrema precisione delle informazioni in possesso dell’intelligence israeliana che ha permesso di colpire con raid mirati alti funzionari politici e militari del regime, distruggendone la catena di comando ed eliminando figure chiave.

Azioni del genere necessitano di molto tempo e di una profonda ed ampia rete di agenti ed informatori all’interno delle strutture stesse del regime. E’ dunque evidente che gli apparati di intelligence israeliani erano attivi in territorio iraniano da parecchio tempo; anni di lavoro silenzioso volto a sgretolare dall’interno l’infrastruttura militare del regime di Teheran.

Sono inoltre stati eliminati anche due scienziati nucleari che stavano lavorando al programma di armamento del regime, Fereydoon Abbasi-Davani e Mohammad Mehdi Tehranchi, anche se l’agenzia di stampa Tasnim ha parlato di almeno sei scienziati uccisi.

Dopo l’incredibile “offensiva dei beeper” che ha devastato Hezbollah in Libano lo scorso settembre, anche in quel caso un’operazione riuscita grazie ad una meticolosa infiltrazione all’interno delle strutture nemiche, Israele ha dimostrato di poter colpire anche il regime iraniano dall’interno e con un modus operandi senza precedenti grazie anche ai suoi “uomini ombra”, silenziosi, impercettibili e letali.

Non bisogna del resto dimenticare che anche il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, venne eliminato nel cuore di Teheran il 31 luglio 2024 da un ordigno piazzato nella sua stanza mentre era ospite del regime.

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