Antisemitismo, Antisionismo e Debunking

I frutti della demonizzazione di Israele

Nel 1922, Walther Rathenau, ebreo, industriale, inventore, sociologo, ministro degli Esteri tedesco, venne ucciso da un gruppo terrorista. Il suo assassinio venne scrupolosamente preparato dalla stampa dell’estrema destra antisemita. Una vera e propria campagna d’odio che armò le mani dei Freikorps che passarono all’azione. Alcuni anni dopo, nel 1936, lo statista francese Léon Blum, ebreo e socialista, subì un violentissimo pestaggio da parte di alcuni militanti dell’Action Française e dei Camelots du Roi, due organizzazioni reazionarie. L’aggressione, anche in questo caso, era stata preceduta da una martellante campagna antisemita contro «l’ebreo Blum».

Adesso, in seguito al recente omicidio politico di Yaron Lischinsky e Sarah Milgrim, funzionari presso l’ambasciata israeliana a Washington DC, un gruppo di anziani ebrei di Boulder, in Colorado, è stato preso di mira da un grave atto di terrorismo filopalestinese. Mohamed Sabry Soliman, 45 anni, ha lanciato delle molotov contro un gruppo di ebrei, perlopiù anziani, che manifestavano per richiamare l’attenzione sugli ostaggi israeliani ancora prigionieri a Gaza.

Le vittime sono sei, hanno un’età compresa tra 67 e 88 anni, e sono state trasportate d’urgenza in ospedale con gravi ustioni. La polizia è intervenuta e ha ammanettato Soliman, in stato di agitazione e con ancora in mano degli ordigni incendiari. Durante l’aggressione, è stato sentito gridare «Palestina libera».

È ormai chiaro che la caccia agli ebrei e ai sostenitori di Israele è aperta. Si tratta del risultato diretto della campagna diffamatoria in corso promossa dai media mainstream, da leader politici soprattutto di sinistra, dall’élite accademica, che dall’ottobre 2023, non fanno che demonizzare lo Stato d’Israele, accusandolo di «genocidio» e «crimini contro l’umanità». Una vera e propria istigazione a delinquere, che fabbricando crimini inesistenti («genocido dei palestinesi») ne realizza di concreti.

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