Lo smantellamento del sanguinario dominio di Hamas a Gaza, così come l’attacco preventivo di Israele alle infrastrutture nucleari e militari della teocrazia iraniana, hanno riattivato in Marcello Veneziani vecchi linguaggi, simboli e miti della destra neo-post-fascista, da cui il giornalista di Bisceglie non è mai riuscito a separarsi del tutto.
In un testo intitolato La criminale follia della guerra preventiva, Veneziani suona l’organetto nero della più stantia propaganda antisionista e antiebraica. Una tetra musichetta che non sarebbe dispiaciuta a Giovanni Preziosi e Telesio Interlandi.
Il nostro organettista, che considera gli ebrei delle «bestie sataniche, che pure un tempo furono umanità ferita» (come si legge nello scritto intitolato Orrore e gratitudine), accusa Israele di compiere delle «azioni criminali» nel «silenzio vergognoso dell’Occidente». Questa «demonizzazione» degli ebrei lo accomuna a Di Battista, che in un suo post su Facebook ha così definito Israele: «Stato genocida governato da bestie di Satana»https://www.linformale.eu/schemi-antisemiti-di-battista-canfora/.
Entrambi attingono dalle acque limacciose dell’antigiudaismo storico, con la sua insistenza sugli ebrei «servi di Satana»; un lessico para-religioso che trova una sua corrispondenza nella diabolizzazione degli ebrei operata dai teorici, tanto sunniti quanto sciiti, dell’islamismo.
Veneziani, inoltre, deve aver perso l’udito, perché l’Occidente non è stato affatto silente, tutt’altro, su Israele sono piovute critiche e accuse di ogni tipo – compresa quella particolarmente infamante di «genocidio» – che sebbene infondate, hanno però armato la mano del fanatico che, a Washington, ha ucciso due funzionari dell’Ambasciata israeliana e di quello che a Boulder, in Colorado, ha ustionato gravemente degli anziani ebrei.
Da tutti i suoi scritti su Israele emerge l’immagine di uno Stato «onnipotente», tentacolare, pervasivo, immune da ogni critica grazie allo «sfruttamento» della memoria della Shoah. Lo stereotipo degli ebrei che tengono le fila del mondo per mezzo di misteriosi poteri occulti, quello che si trova nei Protocolli, diffusi in Italia dal regime fascista attraverso La difesa della razza, viene traslato sullo Stato ebraico.
Come ha affermato Pierre-André Taguieff in una recente intervista: «La ri-demonizzazione degli ebrei si è attuata attraverso la demonizzazione di Israele e del “sionismo” immaginato in modo complottista come “sionismo mondiale”, cioè come manifestazione e mascheramento di un progetto ebraico di dominio universale».
È proprio il fantasma di questo «complotto» che agita le notti di Veneziani, imperlandogli la fronte di sudore freddo. Che avesse un’attitudine alle interpretazioni dietrologiche della politica internazionale lo aveva dimostrato anche in occasione dell’aggressione russa all’Ucraina, quando attribuì la responsabilità del conflitto al «golpe in Ucraina del 2014, la persecuzione della minoranza russa, lo strisciante revanscismo nazista, l’installazione di laboratori biochimici e centri di addestramento Usa sul territorio ucraino».
I responsabili sono gli USA, anzi, gli «yankee», magari manovrati da «satanici» pupapari ebrei – dopotutto Zelensky appartiene al popolo di Mosè e Abramo. Sono trascorsi ottant’anni, ma Veneziani non ha fatto un passo oltre Mario Appelius e le sue invettive contro le potenze «demo-pluto-masso-giudaiche».
Sotto il regime fascista venne istituita «Radio Bari», che trasmetteva propaganda antisionista e antibritannica nel mondo arabo-musulmano. Suggeriamo a Veneziani di dare vita a «Radio Bisceglie», siamo certi che i sopravvissuti, pochi, di Hamas, di Hezbollah e dei Pasdaran, approverebbero le sue riflessioni.
