L’attentato di ieri sera a Washington in cui sono stati assassinati due funzionari, un uomo e una donna, dell’ambasciata israeliana, da un uomo che dopo averli uccisi ha urlato “Palestina libera!”, ha precisi mandanti.
I mandanti morali della loro uccisione, coloro che armano le mani di esaltati, psicotici, uomini ordinari intenti a un giorno o a una notte di ordinaria follia, sono coloro che da mesi e mesi, continuano a ripetere che Israele è uno Stato genocida, che affama i bambini, che ama uccidere i bambini, che con deliberata e sadica efferatezza gli spara in testa a bruciapelo come scrive in un suo libro, chiamiamolo libro, la giornalista glamour Rula Jebreal, che li uccide per hobby come ha detto Yair Golan, ex ufficiale di alto rango dell’IDF, ora politico di quarta fila in una formazione di estrema sinistra, per poi, dopo la profonda indignazione suscitata in Israele dalle sue parole, arrampicarsi penosamente sugli specchi affermando che no, lui non voleva dire che l’esercito israeliano uccide i bambini per sport, ma voleva attaccare il governo in carica.
Qui in Italia, abbiamo solo da scegliere tra chi ogni giorno provvede a sostenere la narrativa di un Paese mostruoso che affama e uccide i bambini (quelli che sono stati uccisi con vero sadico diletto da i jihadisti di Hamas, tra cui il piccolo Bibas, strangolato a mani nude).
Tra di loro, Alessandro Orsini, che è stato denunciato dalla Comunità ebraica di Roma per istigazione all’odio razziale per i suoi deliranti post contro Israele.
Qualcuno poi, convinto effettivamente che gli israeliani uccidono i bambini per diletto, che siano demoni, prende in mano un fucile o una pistola, e spara contro i “demoni”. I demoni ebrei. E su questa falsariga appare tra le abituali sconcezze pubblicate ogni giorno sui social, un post a firma di dejalanuit ovvero, Giuseppe Flavio Pagano responsabile comunicazione della biblioteca delle oblate di Firenze, in cui Fiamma Nirenstein viene paragonata a un demone e insultata in quanto “verme nazista”.
Il copione è sempre quello. Prima si deumanizza con le parole, poi dopo, l’ebreo ridotto a scarto o mostro, si provvede a eliminarlo, come è successo a Washington.
