Editoriali

Ariel Toaff, il super clown

Oggi per la prima volta dalla nascita de L’Informale scriverò in prima persona, come un blogger qualsiasi, perché è una data storica: sono costretto a fare satira.
Cosa che non avrei mai pensato al momento di aprire un sito che si occupa di Israele e Medio Oriente. Ma quando un autorevole accademico si occupa di un comune mortale, il richiamo della satira è più forte di quello di una Sirena. Non si può resistere.
Vi racconto quindi la storia del prode Ariel Toaff, uomo che ad un certo punto della sua vita si è trovato in un proverbiale “cul del sac” a causa di un libro che ha scritto. E da allora litiga con tutti via facebook.
Per quanto riguarda L’Informale, sembra proprio che nutra antipatia personale nei confronti di uno degli autori, Niram Ferretti.
Per quel che mi consta, Ariel Toaff ha scelto la strada della guerra on line, facendomi combattere in casa: egli scrive post livorosi nei confronti del sito, io gli rispondo prendendolo in giro. Fino a che il primo (non sarò io) non si stuferà. Contento lui, contento soprattutto io.

Ma cosa ha combinato questa volta il prode Ariel Toaff? Ha pubblicato un post su facebook che è tutto un programma.

“L’Informale” di Riccardo Ghezzi si e’ indispettito perche’ l’ho definito fiancheggiatore della politica dell’estrema destra israeliana. “Siamo pluralisti e obbiettivi”, ha risposto il Ghezzi e “non abbiamo mai giustificato Meir Kahane, Barukh Goldstein e Iygal Amir” (che grande sforzo di obbiettivita’ e moderazione ohibo’).
Ora il Ghezzi e i suoi collaboratori (Niram Ferretti, Deborah Fait, Michael Sfaradi, Anat Hila Levi etc).enumerano i loro “siti amici” (non ne abbiamo omesso neppure uno). Vanno dalla destra all’estrema destra tutti senza alcuna eccezione. Giudicate voi:
Progetto Dreyfus
Rights Reporter
Informazione Corretta
Il Blog di Barbara
Il Borghesino
Bugie dalle gambe lunghe
Israele.net
La questione ebraica
Il contadino della Galilea
Silicon Wadi
Il Juster
The Fielder
Sostenitori delle Forze dell’Ordine*
*questo e’ il sito che apparentemente con gli altri non c’entra niente.
“L’Informale” ha soldi. Ogni due per tre i loro giornalisti, illustri e meno illustri, con nomi veri o fittizi, sono qui in Israele a scrivere reportage e a intervistare. Chi li paga e di chi sono i soldi che finanziano questa nuova testata “pluralista e obbiettiva”?

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Ci sono cose che Ariel Toaff non sa. La prima è che non mi indispettisco. Mai. Al massimo mi incazzo.
Potete capire quante richieste di interviste abbia ricevuto in queste ore. Persone che vogliono essere spesate per intervistare estremisti israeliani, magari alle Maldive. Intanto paga la grande famiglia de L’Informale.
Mitico Ariel Toaff.
Sapete cosa è accaduto? Che l’ineffabile deve aver letto un post su facebook di Niram Ferretti, in cui annuncia l’intervista allo storico Benny Morris che verrà presto pubblicata in esclusiva mondiale (eh sì, ce la tiriamo) su L’Informale.
Ariel Toaff si deve essere indispettito tantissimo. Invece di intervistare lui, Niram va ad intervistare Benny Morris! Imperdonabile.

A chiunque chiediamo una intervista, ci viene concessa. Il sito piace. David Horowitz, Robert Spencer, Matthias Kuntzel, Mara Carfagna, Ruth Dureghello, Emanuele Fiano, Giulio Meotti e altri che verranno, ma non facciamo anticipazioni.

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Quanto ai copiosi flussi di denaro che ci inondano, lasciamo a Toaff, in compagnia eventualmente di Giulietto Chiesa, l’onore e onere di individuare le fonti. Sarà il Gruppo Bilderberg? Saranno gli Illuminati di Baviera? O forse Sheldon Anderson? Oppure i Savi di Sion?

Ovviamente, ai lettori non sarà neppure sfuggito quanto siano di estrema destra le pagine da noi linkate. I “siti amici”, che sono semplicemente blog che parlano di Israele. Ma quanto è fascista SiliconWadi? E soprattutto “La questione ebraica”, un blog che parla di Shoah e persecuzione degli ebrei. Tutta roba estrema, da fare venire i brividi.

E poi Sostenitori delle forze dell’ordine, noto sito eversivo con ramificazioni tra i pericolosissimi “terroristi” ebrei che invocano il Regno del Messia. Roba che nemmeno Dan Brown…
Toaff ha un nuovo canovaccio sottomano dopo quello fantastorico di “Pasque di Sangue”. Lasciamo alla sua fantasia, che già ci deliziò con improbabili sette askenazite assetate di sangue cristiano, il compito di proporci qualcosa di altrettanto esilarante.
Siamo sicuri che non ci deluderà.
Alla prossima.

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