L’immane e implacabile operazione di criminalizzazione nei confronti di Israele, cominciata subito appena ha iniziato a rispondere bellicamente all’eccidio di Hamas del 7 ottobre 2023, non conosce requie e limiti.
Eravamo abituati, naturalmente. In fondo comincia tutto nel 1967, quindi già da un po’, ma un simile parossismo no, non lo avevamo sperimentato ancora. I motivi sono essenzialmente due; il primo riguarda la durata della guerra in corso, (tra tre mesi saranno due anni), la più lunga combattuta dallo Stato ebraico, il secondo è che Hamas, avanguardia jihadista alle sue porte, beniamino di tanti in Occidente per la sua risoluta “resistenza” all'”entità sionista” (e vogliamo ricordare per onorare la loro memoria, Michela Murgia, “Sto con Hamas” e Gianni Vattimo, che nel 2014 durante il precedente conflitto tra Israele e Hamas voleva avviare una sottoscrizione per quest’ultimo), è strutturalmente lesionato. Imperdonabile.
Degli ostaggi rimasti vivi a parte i loro familiari e a Israele, non importa a nessun altro. Tutti sono riversati pietosamente sulle stragi di civili che Israele compierebbe quotidianamente, accanendosi in modo particolare sui poveri affamati in fila per il pane (Aldo Cazzullo, Corriere della Sera, 22 luglio), e ancora di più sui bambini anche essi affamati, sparandogli prima in testa e poi, per pura efferratezza nei testicoli (Francesca Albanese, Commento su X del 20 luglio).
Cazzullo e Albanese sono solo due degli esempi più recenti tratti dall’ampio florilegio di accuse rivolte a Israele da parte di giornalisti, commentatori, politici, prelati, per restare al nostro Paese. Poi c’è il magnifico esempio dell’appello dei 25 Stati, tra cui anche l’Italia, che chiede a Israele di porre fine alla guerra, non a Hamas di deporre le armi. Hamas, l’unico responsabile morale e materiale di ciò che sta accadendo a Gaza.
Alla fine, tutte le accuse convergono in una direzione sola. Il riassuntino è questo: Israele è lo Stato più efferato e criminale che si trovi sulla faccia della terra, il quale ha fatto di Gaza un esperimento di morte e distruzione senza precedenti nella storia. Nemmeno i nazisti uccidevano con gusto i poveri affamati in fila per il pane, per non parlare di schioppi nei testicoli e di fotografie scelte con cura di madri con in braccio bambini scheletriti a simbolo del Holdomor di Gaza che Israele causerebbe (nessuno a chiedersi se esso soffra di una patologia specifica).
Ci vorrebbe un Malaparte per raccontare tale voragine di abiezione umana, invece tocca accontentarsi di Albanese e company.