Editoriali

Il grillino Di Stefano e quelle idee su Hamas che fanno paura

Ḥarakat al-Muqāwama al-Islāmiyya, la cui traduzione è “Movimento Islamico di Resistenza”, è il braccio operativo dei Fratelli Musulmani nella striscia di Gaza. Conosciuta con l’acronimo di Hamas, è un’organizzazione islamista politica e paramilitare, considerata terrorista non solo da Israele e Usa, ma anche dall’Ue, dal Canada, dal Giappone, persino dall’Egitto. Anche l’Italia, paese membro dell’Ue, considera terrorista l’organizzazione fondata al solo scopo di combattere Israele nel 1987, in concomitanza con la Prima Intifada.
Non è un caso che lo statuto di Hamas sia intriso di teorie complottiste di carattere antisemita. L’articolo 32 sembra una trascrizione dei “Protocolli dei Savi di Sion”, arrivando a ipotizzare cospirazioni sioniste per cancellare i popoli arabi dalla faccia della terra.
Nel testo originale dello statuto, datato 1988, l’articolo 11 recita: “Il Movimento di Resistenza Islamico crede che la terra di Palestina sia un sacro deposito (waqf), terra islamica affidata alle generazioni dell’islam fino al giorno della resurrezione. Non è accettabile rinunciare ad alcuna parte di essa” e all’articolo 13 si legge”Le iniziative di pace, le cosiddette soluzioni pacifiche, le conferenze internazionali per risolvere il problema palestinese contraddicono tutte le credenze del Movimento di Resistenza Islamico. In verità, cedere qualunque parte della Palestina equivale a cedere una parte della religione. Il nazionalismo del Movimento di Resistenza Islamico è parte della sua religione, e insegna ai suoi membri ad aderire alla religione e innalzare la bandiera di Allah sulla loro patria mentre combattono il jihad”.

L’articolo 28 invece è un’aperta sfida a Israele e agli ebrei e lo riportiamo integralmente:

L’invasione sionista è veramente malvagia. Non esita a prendere ogni strada e a ricorrere ai mezzi più disonorevoli e ripugnanti per compiere i suoi desideri. Nelle sue attività di infiltrazione e spionistiche, si affida ampiamente alle organizzazioni clandestine che ha fondato, come la massoneria, il Rotary Club e i Lions Club, e altri gruppi spionistici. Tutte queste organizzazioni, siano segrete o aperte, operano nell’interesse del sionismo e sotto la sua direzione. Il loro scopo è demolire le società, distruggere i valori, violentare le coscienze, sconfiggere la virtù, e porre nel nulla l’islam. Sostengono il traffico di droga e di alcol di tutti i tipi per facilitare la loro opera di controllo e di espansione.

Ai paesi arabi che confinano con Israele chiediamo di aprire i loro confini ai combattenti, ai figli dei popoli arabi e islamici, per permettere loro di svolgere il loro ruolo, e di unire i loro sforzi a quelli dei loro fratelli, i fratelli musulmani della Palestina.

Come minimo, gli altri Stati arabi e islamici devono aiutare i combattenti concedendo loro libertà di movimento.

Non dobbiamo mancare di ricordare a ogni musulmano che, quando gli ebrei hanno conquistato la nobile Gerusalemme nel 1967, di fronte alle porte della benedetta moschea di al-Aqsa, gridavano con gioia: “Muhammad è morto, e ha lasciato dietro di sé solo donnicciole”.

Israele, in quanto Stato ebraico, e i suoi ebrei sfidano l’islam e tutti i musulmani. “Così gli occhi dei codardi non dormono”.

Al di là delle menzogne, dei complottismi, dei continui riferimenti alla jihad e alla shari’a, al di di là della volontà di creare uno stato islamico e del rifiuto totale del laicismo contenuti nello statuto, Hamas è un’organizzazione di stampo chiaramente antisemita, anche se nel programma elettorale del 2006 ha, con una certa dose di faccia tosta, cancellato qualsiasi riferimento alla cancellazione dello stato di Israele, che resta però un tema ricorrente nella propaganda. I leader di Hamas si definiscono antisionisti, non antisemiti, contrari al sionismo come “ideologia di occupazione” e non all’ebraismo come religione. Resta il fatto che uno dei fondatori di Hamas, ʿAbd al-ʿAzīz al-Rantīsī, abbia definito l’olocausto “la più grande menzogna” e addirittura ipotizzato che i nazisti fossero finanziati dai sionisti.
Inoltre, buona parte dei seguaci di Hamas (e, purtroppo, dei palestinesi in generale) non va troppo per il sottile nel differenziare “ebrei”, “israeliani” e “sionisti”.

Hamas è quindi un’organizzazione terrorista secondo la maggior parte dei paesi occidentali, antisemita per statuto, ultranazionalista, fondamentalista, ambigua quando sostiene la necessità di difendere i confini della Palestina (non specificando quali siano), il cui obiettivo propagandistico dichiarato è quello di cancellare lo stato di Israele e eliminare gli ebrei.
Non così per Manlio Di Stefano, parlamentare del Movimento 5 Stelle, che ha risposto a una domanda sul perché il Movimento 5 Stelle si rifiuti di considerare Hamas come un’organizzazione terrorista: «Perché la storia ci insegna che Hamas nasce come partito, e che ha vinto in libere elezioni. Poi l’isolamento di Gaza ha cambiato le cose».
Hamas è quindi un partito che ha vinto “libere” elezioni, le legislative del 2006. I palestinesi non votavano da dieci anni e non stanno votando da altri dieci (la colpa, ovviamente, è sempre “di Israele e dell’occupazione”). Il movimento islamista ha ottenuto, all’epoca, il 44% dei voti, contro il 41% dei rivali di Al Fatah, concentrando i consensi soprattutto su Gaza e sulla Striscia.

Di Stefano, nell’intervista, non fa cenno alla propaganda di Hamas, alla violenza, all’antisionismo e all’antisemitismo, neppure alle numerosi violazioni dei diritti umani. Si limita a sostenere che «L’isolamento non permette ad Hamas di democratizzarsi. E a sua volta Hamas si è chiusa e sbagliando non consente nuove elezioni». Un piccolo rimprovero insomma.
E i palestinesi che hanno votato? A loro qualche colpa potrebbe e dovrebbe essere riconosciuta. Invece no. «La loro responsabilità è nell’incapacità di costruire un governo di unità nazionale. Dall’altra parte, però, il muro e la violazione costante dei diritti non aiuta». E’ insomma Israele, non Hamas, a violare i diritti. Quali diritti? «Diritto internazionale. Questo fanno le colonie, che noi, seguendo l’Onu, considerano illegali. Poi se si detengono i bambini per mesi, la chiamo violazione dei diritti umani».
Hamas dovrebbe solo democratizzarsi un po’, ma a violare i diritti umani è Israele. Questo è il pensiero di Di Stefano. Pericoloso, esattamente come quello dei grillini di Roma che, sin da quando erano all’opposizione, volevano mettere in discussione il memorandum di intesa tra Acea e la società israeliana Mekorot. Sono società partecipate che gestiscono il ciclo idrico integrato. Mekorot è uno dei bersagli preferiti della propaganda “antisionista”, in quanto più volte accusata di “sottrarre l’acqua ai palestinesi”.
Il Movimento 5 Stelle ha chiesto con insistenza la revoca dell’accordo tra Acea e Mekorot. E ora, avendo vinto le elezioni comunali, amministra la città di Roma.

 

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