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Emergenza incendi terminata in Israele: 35 arresti, 133 feriti, 32.000 acri distrutti

Oggi, domenica 27 novembre, i vigili del fuoco israeliani hanno lavorato duramente per spegnere un ultimo focolaio di incendio, dopo averne tenuto un altro sotto controllo in mattinata. Le autorità hanno garantito che l’ondata di incendi che ha messo in ginocchio tutto il paese negli ultimi sei giorni è giunta al termine, almeno per il momento.
Quest’ultimo focolaio di incendio si era acceso nei pressi della comunità di Talmei Elazar, vicino alla città costiera di Hadera. I vigili del fuoco hanno ottenuto il controllo parziale del fuoco, secondo il sito web di notizie Ynet.

Più a sud, una fiammata nei pressi della città di Kiryat Malachi è stata rapidamente domata grazie ad un aereo antincendio che operava nella zona.
La polizia ha rivelato che un aereo antincendio che monitorava la zona costiera meridionale ha avvistato del fumo dalla Haruvit Forest ed è accorso sul posto per spegnere le fiamme.
Intervenuti anche i vigili del fuoco, è stata aperta un’indagine su chi abbia causato l’incendio.

Circa un’ora prima il servizio antincendio e di soccorso di Israele ha fatto sapere che gli incendi che hanno devastato il paese, costringendo decine di migliaia di persone a fuggire dalle loro case, fossero ormai terminati. Più di 30 le persone arrestate.

“Non ci sono focolai attivi” ha detto il portavoce dei vigili del fuoco, Yoram Levy .”Da ieri sera la situazione è abbastanza calma, non abbiamo alcuna nuova attività”.
I vigili del fuoco hanno combattuto gli incendi dallo scorso martedì, mentre giovedì la situazione si era aggravata tanto da costringere circa 60.000 residenti di Haifa ad evacuare.
Gli aerei antincendio provenienti da Israele e altri paesi tra cui Russia, Turchia, Grecia, Francia, Spagna e Canada hanno scaricato tonnellate di acqua sugli incendi.
L’Autorità Nazionale Palestinese si è unita agli sforzi, inviando 41 vigili del fuoco e otto camion.

Il servizio di soccorso Magen David Adom ha riferito che, tra le 133 persone ricoverate per le ustioni e le ferite provocate dal fuoco, una è in gravissime condizioni e altre tre sono sono gravi ma se la caveranno. Il bilancio complessivo è probabilmente più alto, in quanto alcuni potrebbero essersi recati da soli presso gli ospedali per inalazioni da fumo.

Nel frattempo, la Nature and Parks Authority ha riferito che circa 7.400 acri di parchi nazionali sono stati bruciati. Il Fondo Nazionale Ebraico, che gestisce molte delle foreste del paese, ha detto che circa 2.700 acri delle foreste sotto la sua gestione sono stati distrutti.

In tutto, fino a 32.000 acri di foreste naturali sono stati distrutti: circa il 30% in più rispetto al territorio interessato dall’incendio alla Carmel Forest del 2010. Gran parte del Parco Nazionale delle colline della Giudea e della Riserva Naturale Kfir è stata bruciata.

Le autorità di Haifa hanno fatto sapere che gli incendi hanno devastato circa 6.900 acri di terreno in città. Tra 400 e 530 edifici sono stati danneggiati dal fuoco.
Condizioni meteorologiche più favorevoli, tra cui un aumento di umidità e calo di vento, sono previste entro martedì, mentre le stesse previsioni danno pioggia da giovedì. L’acqua porrebbe fine alla siccità fuori stagione che ha aggravato ed esacerbato gran parte dell’ondata di incendi.

Le autorità hanno però anche riscontrato un’ondata di incendi dolosi, la maggior parte effettuati da palestinesi, che sono stati responsabili di alcuni degli incendi più dannosi, anche ad Haifa.
In tutto, almeno 35 persone sono state arrestate. La maggior parte è costituita da palestinesi, ma secondo Haaretz almeno 10 sarebbero arabi israeliani.
Non è stato immediatamente chiaro che il movente di tutti i piromani fosse nazionalista. Alcuni degli incendi provocati da loro stessi erano vicini a città e villaggi arabi.
I funzionari della sicurezza israeliani inizialmente avevano individuato nelle condizioni meteorologiche la causa principale della prima ondata di incendi. Gli incendi dolosi sono diventati un fattore a partire da mercoledì.

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