Mossad e IDF

Addio a Rafi Eitan, la spia del Mossad che catturò Adolf Eichmann

Israele ha perso una delle sue leggende e uno dei pilastri della sua intelligence. Il 23 marzo scorso, a Tel Aviv, è morto all’età di 92 anni  Rafi Eitan, l’ex ufficiale dello Shin Bet e del Mossad, che prelevò nel 1960 a Buenos Aires, in Argentina, “lo sterminatore”, Adolf Eichmann, artefice e teorico della “soluzione finale”. In una dichiarazione, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che Eitan è stato “uno degli eroi dei servizi di intelligence dello Stato di Israele”. E così anche il presidente Reuven Rivlin lo ha definito “un combattente coraggioso, il cui contributo alla sicurezza dello Stato di Israele sarà insegnato alle generazioni future”.

Le imprese di Eitan furono talmente mirabolanti da ispirare John Le Carrè, che lo immortalò nel suo best-seller La tamburina nel personaggio dell’agente Marty Kurtz che è protagonista di un’impetuosa caccia ai terroristi palestinesi coinvolti in numerosi attentati.

Impavido come un leone e conosciuto da tutti per le sue memorabili gesta, il suo nome di battaglia era Rafi “HaMasriah” (il puzzone), perché durante un’operazione speciale antecedente alla creazione dello Stato di Israele aveva attraversato dei maleodoranti canali fognari per far saltare in aria una postazione radar sul Monte Carmelo, vicino Haifa, radar utilizzato dagli inglesi per individuare le navi che portavano in Palestina gli ebrei in fuga dal nazismo.

Rafael, “Rafi”, era figlio di sionisti russi arrivati nella Palestina sotto Mandato britannico, nel 1923.  Suo padre, Noach Hantman, era un poeta e sua madre, Yehudit Volwelsky, un’attivista politica. Nato nel novembre del 1926, nel kibbutz di Ein Harod, all’età di 12 anni il giovanissimo Rafi entrò a far parte dell’Haganah, la forza paramilitare clandestina di difesa dello Yishuv, precursore dell’IDF. Fu poi reclutato nel Palmach,  abbreviazione di Plugoth Mahatz, un’unità speciale di truppe d’assalto. Partecipò all’operazione Markolet, quella che passò alla storia come la “Notte dei Ponti”, in cui tutti e 4 i battaglioni che costituivano allora il Palmach entrarono in azione distruggendo tutti i ponti che collegavano la Palestina alla Transgiordania, alla Siria, al Libano e al Sinai. I segni del combattente Eitan li portava indelebili addosso perché aveva perso quasi del tutto l’udito da un orecchio, in seguito a un incidente avuto durante la guerra di Indipendenza del 1948.  Nei primi anni Cinquanta, entrò a far parte dello Shin Bet, il servizio di sicurezza interna, dirigendone l’ufficio operazioni e poi verso la metà degli anni Sessanta sostituì Joe Ra’anan nelle operazioni del Mossad in Europa.

Nel 1976, Ariel Sharon, suo buon amico e mentore, divenuto consigliere per la sicurezza del primo ministro Yitzhak Rabin, lo volle accanto a sé come suo assistente. Nel 1978, fu poi nominato da Menachem Begin consigliere per il terrorismo, e durante il suo incarico agenti del Mossad riuscirono a eliminare a Beirut il palestinese Ali Hassan Salameh, alias il “principe rosso”, leader dell’organizzazione Settembre Nero e considerato la mente del massacro perpetrato al Villaggio Olimpico di Monaco di Baviera, nel 1972. Eitan fu anche coinvolto nella pianificazione all’attacco al reattore nucleare iracheno di Osirak, nel 1981. Ma la sua carriera di spia ebbe fine quando si assunse la responsabilità e si dimise per l’affaire Jonathan Pollard, un analista civile americano, addetto alle informazioni della Marina militare statunitense che passò a Israele numerose informazioni segrete dall’estate del 1984 al novembre del 1985. Una volta ritiratosi a vita privata, l’ex  007 fu a capo di una società di prodotti chimici e uomo d’affari, dedicandosi alla scultura, il suo hobby preferito. In più di trent’anni ha prodotto centinaia di opere minimaliste in bronzo e filo di ferro realizzate da quelle stesse mani forti che avevano afferrato il criminale nazista Eichmann per strada, alla periferia di Buenos Aires, città in cui risiedeva sotto falso nome, e che poi l’avevano riportato in Israele, dove fu processato e condannato a morte per crimini contro l’umanità. Nel 2006, Eitan fu eletto deputato alla Knesset come leader di Gil, il Partito dei Pensionati e fino al 2009 ricoprì l’incarico di ministro dei Pensionati, prodigandosi per far restituire le proprietà ebraiche trafugate durante la Seconda guerra mondiale.

Nelle parole del direttore del Mossad  Yassi Cohen “Il suo operato e le sue azioni saranno incisi a lettere d’oro negli annali dello Stato di Israele”. Gran parte delle missioni di questa icona di maestria spionistica non può essere pubblicizzata, ma Rafi Eitan, uomo d’azione dalla vita avventurosa e rocambolesca, ha contribuito enormemente alla sicurezza di Israele.

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