Antisemitismo, Antisionismo e Debunking

Arrestata la “reginetta” di Pallywood, Il Corriere si dispera

Alcuni la chiamano la “Shirley Temple palestinese” (o meglio ancora “Shirley Temper”, giocando sul significato di “temper”, “caratteraccio”), altri le riconoscono il meritato titolo di “reginetta di Pallywood” a causa delle numerose recite a favor di telecamera o obiettivo fotografico. Parliamo di Ahed Tamimi, la famosa “bambina” palestinese bionda che spesso si rende protagonista di messinscene per screditare i soldati israeliani. Provoca, simula e poi scatena la virale macchina del vittimismo, tanto cara a giornali e social network.
La notizia è che fosse ancora a piede libero, in realtà, non che oggi sia stata arrestata. Perché Ahed, come tutta la famiglia Tamimi, non è una bambina indifesa picchiata dai cattivi soldati israeliani, ma un’efficace agitatrice. E ormai di anni ne ha già 17, non è più una bimba ma una ragazza.
Il Corriere non se ne dà per inteso e pubblica la notizia dandone un taglio da Libro Cuore. A partire dal titolo: “arrestata la sedicenne che “picchia” i soldati israeliani”, dove quel “picchia” tra virgolette va inteso come “figuriamoci se una creatura così piccina possa davvero far del male a energumeni come i soldati dell’esercito israeliano”.
No, Ahed non picchia i soldati israeliani, ma li provoca per scatenare reazioni ed essere filmata dai suoi famigliari. E i video hanno quasi sempre un discreto successo. Il Corriere non si accontenta e nell’anteprima dell’articolo pubblica una foto di Ahed ancora bambina, intenta a brandire un pugno contro un soldato. E’ un’immagine di almeno 10 anni fa: probabilmente la testata più prestigiosa e autorevole d’Italia non possiede un archivio tale da pubblicare foto più aggiornate e recenti. O forse, in linea con il titolo, vuole solo scatenare ulteriori compassioni e suggestioni, facendo credere che Ahed Tamimi sia ancora così: una bambina, rimasta sempre tale.




La stessa Marta Serafini, autrice dell’articolo, lancia la notizia sul suo profilo facebook annunciando “un’altra minore arrestata in Cisgiordania”, come se fosse prassi comune israeliana arrestare minorenni indifesi, anzi bambine.
Non contento, Il Corriere completa l’opera analizzando così la notizia: “continuano le tensioni dovute alla proclamazione di Gerusalemme come capitale di Israele”.
Certamente, prima invece Pallywood e le provocazioni di Ahed Tamimi non esistevano. E’ colpa del riconoscimento di Trump.
Questo è il mondo dell’informazione italiana con cui siamo costretti quotidianamente a confrontarci.

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