Israele e Medio Oriente

Fuori dalla realtà. La fuffa di Abraham Yehoshua

Ogni giorno ha la sua pena e oggi questa pena è Abraham Yehoshua. Insieme ad Amos Oz e David Grossman, Yehoshua compone il terzetto dei più celebrati autori israeliani a livello internazionale.  Il terzetto è noto, con sfumature diverse, per le sue posizioni critiche nei confronti dello stato ebraico. Da qui il grande consenso a sinistra, soprattutto in quella salonnière europea. ‎

I tre moschettieri della letteratura israeliana non hanno ancora compreso che la ragione fondamentale del conflitto arabo-israeliano risiede nel perenne rifiuto arabo di accettare l’esistenza di Israele. Dalla negazione di questo assunto basilare ne consegue la loro incapacità di affrontare adeguatamente la realtà, alla quale preferiscono un canovaccio romanzato, fatto di violenza, sopraffazione e ingiustizie, naturalmente tutte a carico di Israele e a danno dei palestinesi.

Questo canovaccio lo ritroviamo anche in una recente intervista pubblicata dall’Espresso (2 maggio 2016), in cui Yehoshua ci regala pensieri da appuntare.

“L’Europa nel Medio Oriente può fare moltissimo; e per quanto riguarda il conflitto tra noi israeliani e i palestinesi, può e deve essere decisiva, visto che tutto quello che fanno gli States è nocivo e distruttivo e che Washington è ormai ostaggio della destra israeliana. Dovete spingere il nostro governo e i palestinesi a tornare al tavolo dei negoziati. Purtroppo, la viltà vi sembra più comoda dell’assunzione di responsabilità…”

Siamo qui al cospetto di un cavallo di battaglia inossidabile della sinistra radicale, l’antiamericanismo condita da un’affermazione delirante che da sola basta a inficiare tutto il contenuto dell’intervista. Washington “ostaggio” della destra israeliana (!!!).

Ora, se lo scrittore avesse detto una cosa del genere all’epoca dell’Amministrazione Bush, per quanto ridicola e antisemita (Yehoshua dovrebbe sapere che uno dei paradigmi più vieti dell’antisemitismo contemporaneo, soprattutto islamico, è quello secondo il quale la Casa Bianca sarebbe mossa dai Savi di Sion…), l’affermazione avrebbe potuto avere una qualche sponda, ma detto dell’Amministrazione Obama, la più filopalestinese che memoria ricordi, non solo fa ridere, è semplicemente grottesco.

Solo che Yehoshua del grottesco si fa un baffo.

Una cosa però va detta sull’Europa “decisiva”, ed è il modo in cui si è distinta soprattutto ultimamente per posizioni apertamente ostili nei confronti di Israele (peraltro suo consolidato marchio di fabbrica). Dal riconoscimento, completamente privo di qualsiasi valore giuridico, dello Stato Palestinese da parte della Svezia, alla marchiatura dei prodotti israeliani provenienti dai territori )una vittoria del movimento BDS, virulentemente antisionista), all’applauso tributato in piedi ad Abu Mazen a Bruxelles, quando, a giugno del 2016, rispolverando una vecchia accusa medioevale, dichiarava che era in atto un complotto rabbinico per avvelenare i pozzi palestinesi. Tuttavia, per Yehoshua l’Europa di Federica Mogherini, (elogiata come “brava e competente”, e qui siamo al cabaret…) sarebbe l’attore politico fondamentale per portare israeliani e palestinesi ad un accordo.

Il resto dell’intervista contiene tanta altra fuffa. Dalla classica demonizzazione di Netanyahu, “incitatore di odio”, a una rappresentazione caricaturale della destra israeliana definita “fondamentalista”. Il fatto è che al di là di qualche oltranzista governativo che serve per dipingere il governo in carica come un covo di zeloti, i veri fondamentalisti si trovano altrove, a Gaza e a capo dell’Autorità Palestinese, malgrado qui indossino abiti di taglio europeo e scarpe italiane.

Yehoshua potrebbe riascoltarsi l’ispirato discorso tenuto da Abu Mazen a settembre del 2015 scorso che diede il via all’ondata di accoltellamenti che hanno piagato Israele per molti mesi. Il padrino di Ramallah parlò della necessità di difendere la Moschea di Al Aqsa dal tentativo ebraico di modificare lo status quo relativo all’interdizione di pregarvi per gli ebrei. Pura menzogna propagandistica ereditata dal Amin Al Husseini, il compianto mufti filonazista di Gerusalemme.

Il Nostro prosegue imperterrito nell’elenco delle nequizie israeliane. Nei territori, ci dice «Tutto è assurdo. I fondamentalisti ebrei vanno ad abitare all’interno dei quartieri e delle città palestinesi». Naturalmente non ci dice quali  quartieri e quali città e non può dircelo perché è pura fiction.

Tutti coloro i quali conoscono la realtà israeliana sanno che la West Bank è divisa in zone di influenza secondo gli Accordi di Oslo. L’area A è sotto il controllo civile e di sicurezza dell’Autorità Palestinese ed è completamente priva di insediamenti israeliani. L’area B è sotto il controllo civile palestinese e di sicurezza arabo-israeliano, e anch’essa è priva di insediamenti israeliani. Infine l’area C, sotto il controllo esclusivamente israeliano, è l’unica area dove, in ottemperanza degli Accordi di Oslo, sono permessi gli insediamenti e dove, diversamente che nell’area A e B, vivono anche i palestinesi.

A meno che Yehoshua non consideri quartieri e città palestinesi ciò che si trova all’interno dell’Area C e che nessuno ha mai assegnato agli arabi.  Infatti, i territori, tutti, con la loro ripartizione in aree separate, sono considerati territori contesi, privi ancora di un legittimo assegnatario. Yehoshua lo sa benissimo ma finge di non saperlo perchè è funzionale alla fiction che desidera propagare.

La misura completa dello scollegamento di Yehoshua dalla realtà lo dimostra però questa affermazione:  «Anziché parlare di due Stati e continuare a seminare illusioni circa il ripristino dei vecchi confini, bisogna preparare un progetto della costruzione di una confederazione tra Israele e i palestinesi. Ho in mente un piano che rispecchi la realtà e non i sogni».

Ciò porta l’intervistatore a concludere, “Insomma uno stato binazionale”. E qui casca veramente l’asino. Il tipo di sogno che fa Yehoshua si chiamerebbe infatti incubo se si realizzasse e per il semplice motivo che l’ipotesi di uno stato binazionale tra due popoli in conflitto tra di loro da settanta anni porterebbe inevitabilmente alla guerra civile nel giro di pochissimo tempo, come è accaduto con la ex Jugoslavia. Ma un mare di sangue assai concreto non è contemplato dal sognatore, appartiene troppo al regno della realtà.

2 Commenti

2 Comments

Devi accedere per inserire un commento. Login

Rispondi

Torna Su