Israele e Medio Oriente

Diario da Israele, 23/6/2016: Sfamando i coccodrilli

Dunque Isaac Herzog alla vigilia delle elezioni dello scorso anno si era incontrato in segreto con Abu Mazen per concordare amorevolmente una sorta di resa incondizionata. Il pallino ideologico della sinistra israeliana è inevitabilmente quello di calarsi le braghe in modo da soddisfare il più possibile l’interlocutore palestinese, in questo caso il biscazziere di Ramallah, Abu Mazen.
Dunque cosa aveva proposto Bougie (soprannome di Herzog n.d.r.)? La cessione della Giudea e della Samaria, un territorio finalmente judenfrei, come già lo era ai bei tempi in cui era sotto il dominio giordano, il ritorno alle linee del 1967, e Gerusalemme Est trasformata in capitale dello stato palestinese.

Sulla questione dei rifugiati moltiplicatesi negli anni in 500 milioni, non è dato sapere quali siano state le proposte avanzate, ma sicuramente, si sarebbe perfezionato un accordo in linea con la politica di svendita.
Naturalmente Bougie ci ha raccontato la favola bella che solo una cessione abbondante ai desiderata arabi potrebbe mettere fine alla violenza e creare le condizioni per la pace. Sopratutto oggi, in un momento in cui il radicalismo islamico si è accentuato esponenzialmente.
Purtroppo il leader della sinistra, lo statista lungimirante che sarebbe stato, non ha potuto corredare questo pacchetto con una iniziativa parallela, la restituzione delle alture del Golan alla Siria.

Pensare che Israele abbia realmente rischiato di avere come Primo Ministro Herzog, fa venire i brividi. Era lui il candidato preferito di Obama, il promotore della pax islamica, ma il fiuto degli israeliani ha avuto il sopravvento.
Si spera che cedendo al nemico quest’ultimo, commosso, si rabbonisca. Infondo è la sindrome di Chamberlain la patologia conclamata della sinistra. Sono sempre loro, i pacificatori che sfamano i coccodrilli sperando di essere mangiati per ultimi.

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