Storia di Israele e dell’Ebraismo

Gerusalemme: Breve storia della città

Il legame tra ebraismo e Gerusalemme è rimasto costante nel corso dei secoli, sia sul piano culturale che su quello religioso. Negli ultimi anni, in virtù di leggende e mistificazioni si è cercato, a scopo politico di alterare questo dato.

Ciò si è visto recentemente all’opera in sede ONU -quando, da parte dell’Assemblea Generale e dall’UNESCO – si è deciso di cancellare ogni collegamento tra la città e il popolo ebraico.

Per capire come la città di Gerusalemme sia un pilastro essenziale della cultura ebraica, basta sottolineare come essa sia citata ben 669 volte nella Torah. Mai, nel lungo periodo della diaspora, la città è stata dimenticata. A questo proposito il Salmo 136, 4-6 recita:

“Come cantare i canti del Signore in terra straniera? Se ti dimentico, Gerusalemme, si paralizzi la mia mano destra; mi si attacchi la lingua al palato, se lascio cadere il tuo ricordo; se non metto Gerusalemme al di sopra di ogni gioia”.

Questo salmo ha caratterizzato la vita culturale del popolo ebraico sia nel periodo della cattività babilonese sia nella diaspora iniziata dopo la distruzione del secondo tempio (anno 70 d.C.) per mano delle legioni dell’Imperatore Tito. Ancora oggi, le funzioni del Seder pasquale e di Yom Kippur, terminano con la frase augurale “l’anno prossimo a Gerusalemme”.

Gerusalemme è sempre stata la capitale del popolo ebraico, prima durante il periodo del regno di Israele, e, in epoca moderna, dello Stato di Israele. Il significato che Gerusalemme ha per la cultura e la religiosità ebraica antecede l’importanza che essa riveste sia nell’Islam che nel cristianesimo.

Brevi cenni storici

Gerusalemme fu conquistata da re Davide nel decimo secolo a.C. diventandone subito la capitale del regno. La città all’epoca era limitata al solo monte Sion. Da cui deriva il nome del movimento “sionista” moderno per la creazione di uno Stato degli Ebrei.

Nel 586 a.C. i babilonesi di re Nabucodonosor sconfissero gli Ebrei e distrussero il primo tempio fatto costruire da re Salomone.

Nel 538 a.C., Ciro II di Persia emise un editto che permetteva agli Ebrei di ritornare nella loro antica patria.

Nel 440 a.C. vi fu il ritorno degli Ebrei, dal loro esilio di Babilonia, a Gerusalemme e la sua ricostruzione grazie alla volontà del re di Persia Artaserse I.

Tutti questi fatti storici sono dimostrati da numerose prove archeologiche e documentarie.

Nel I secolo a.C. Erode il grande ricostruisce il secondo tempio di Gerusalemme, di cui l’attuale muro occidentale (anche noto come “muro del pianto”) o Kotel in ebraico, era parte del muro di contenimento ed è la vestigia rimasta più vicina al tempio vero e proprio.

Durante l’occupazione romana, tutto il territorio corrispondente all’attuale Israele, era una provincia romana chiamata Judea. Numerosissimi sono le opere, i ritrovamenti di monete e manufatti e i siti archeologici che dimostrano la cruenta lotta tra gli abitanti ebrei dell’Impero e le legioni romane. Tra i più importanti ricordiamo il bassorilievo nell’Arco di Tito (vedi figura I) che attesta la distruzione del Tempio di Erode, la sottrazione del tesoro del Tempio e la riduzione in schiavitù di gran parte della popolazione.

E tra gli scritti, quello dello storico Giuseppe Flavio – ma si devono menzionare anche Plinio il Vecchio e Tacito – che nella sua opera più famosa “Le guerre Giudaiche” descrive con dovizia di particolari la lunga resistenza del popolo ebraico all’assoggettamento romano. La figura 2 mostra una edizione veneziana del XVI scolo dell’opera.

Il primo grande tentativo di separare la terra dal popolo di Israele fu tentato dall’Imperatore romano Adriano, il quale dopo l’ultima guerra giudaica (132 – 135 d. C.) rinominò la Giudea in Syria-Palestinae e Gerusalemme in Aelia Capitolina. Queste denominazioni rimasero in vigore per tutto il periodo bizantino e caddero in disuso con la conquista araba del 638 d.C. e per tutto il periodo (400 anni) di dominio ottomano durato fino al 1917.

Le monete (figura 3) raffigurano il Tempio di Gerusalemme e la scritta in ebraico “libertà per Gerusalemme”. Sono del periodo di Bar Kochba e della rivolta contro Roma del II secolo d.C.

Nonostante divieti, editti e discriminazioni di ogni sorta, anche nel periodo di occupazione bizantina la presenza ebraica a Gerusalemme e nell’area circostante è documentata da numerose fonti imperiali.

Nel 614 d.C. Gerusalemme venne brevemente strappata al controllo dell’Impero bizantino dall’esercito persiano con l’aiuto ebraico. Neemia Ben Hushiel fu l’ultimo governatore ebreo della città. Anche di questi avvenimenti storici ci sono pervenute testimonianze scritte, manufatti e reperti archeologici.

Nel 638 d.C. la città venne conquistata dagli arabi del Califfo Omar. Egli permise a numerose famiglie ebraiche di risiedere in città. Mostrò grande tolleranza verso ebrei e cristiani in città, permettendo di praticare il proprio culto senza gravi discriminazioni. Tanto che gli Ebrei con permesso del Califfo, costruirono la loro principale Sinagoga della città sotto il Monte del Tempio. Questa Sinagoga è conosciuta come la “Cava” (al-Maghar in arabo), la cui entrata fu poi ritrovata dall’archeologo Warren nel 1867 e divenne così conosciuta come la “Porta di Warren”. Nel 691 d.C. viene costruita la moschea nota come Cupola della Roccia. Nel 709 d.C. inizia la costruzione della moschea di al-Aqsa.

Nel 1099 La città di Gerusalemme fu conquistata dai crociati che ne mantennero il controllo fino al 1187, quando fu conquistata da Saladino. Numerose sono le testimonianze, di storici, mercanti e pellegrini al seguito dei crociati, delle stragi perpetrate dai crociati ai danni della popolazione civile sia ebraica che musulmana. Tra gli storici più importanti si può citare Guglielmo di Tiro.

Nel periodo di conquista crociata il territorio era comunemente denominato “Terra Santa” o indicato con i regni cristiani d’Oriente in cui era diviso. Con la riconquista di Saladino fu concesso nuovamente agli Ebrei di risiedere in città. Si hanno documenti che attestano l’arrivo di un nutrito gruppo dalla città di Ashkelon.

Nel 1229 fu firmato un accordo tra Federico II di Svevia e Kamil d’Egitto per il quale la città tornava in mano ai crociati in cambio di “una non belligeranza”. Questo fatto poco conosciuto dovrebbe far riflettere sulla reale importanza di Gerusalemme per il mondo islamico.

Nel 1244 la città cadde nelle mani delle Orde mongole come quasi tutto il Medio Oriente. Gerusalemme fu devastata e rimase quasi completamente priva di popolazione per alcuni anni. Nè i crociati nè gli arabi tentarono una sua riconquista per diversi anni.

Nel 1260 Gerusalemme fu presa dai Mamelucchi che la governarono fino alla conquista ottomana del 1517. Non furono ricostruite le mura e la città fu lasciata in uno stato di semi abbandono per moltissimi anni come si evince da numerose cronache di pellegrini e mercanti.

Numerosi scritti e cronache di viaggiatori testimoniano la presenza ebraica nella città di Gerusalemme durante questo periodo storico. Tra i più famosi e importanti: lo scritto di Binyamin da Tuleda del 1165, la cronaca del viaggio di Giacomo da Verona del 1300, il diario di viaggio di Bernardo da Magonza del 1484.

Nel 1428 fu emessa una bolla papale per impedire il trasporto degli ebrei che volevano recarsi a Gerusalemme con navi mercantili cristiane. I veneziani e il Regno di Sicilia diedero seguito alla richiesta. Ma questo non interruppe il ritorno di molti ebrei alla terra natia.

Nel 1517 la città venne conquistata dai turchi ottomani. Subito vennero costruite le attuali mura della città vecchia. Gerusalemme rimase parte dell’Impero ottomano fino al 1917 quando venne catturata dagli inglesi nel corso della Prima guerra mondiale. Dal XVI secolo alla regione fu dato, dai turchi, il nome di Vilayet (dall’arabo Wilayah = provincia) di Siria. Denominazione che rimase in uso per 400 anni. Per capire lo stato di abbandono della città, si può ricordare che dal censimento turco del 1525 risultavano risiedervi poco più di 4.000 persone.

Subito dopo la presa di Gerusalemme, Solimano il Magnifico, concedette per editto la possibilità agli ebrei di risiedere ufficialmente in città e di poter pregare al Kotel. Verso il 1550 la popolazione crebbe fino a superare le 13.000 persone. Molti nuovi arrivati erano ebrei accolti dai turchi dopo la loro espulsione dalla Spagna. Nel corso del 1600 e 1700 sorsero in città numerose scuole talmudiche e cabalistiche. Vennero stampati libri di carattere religioso in ebraico e in arabo.

Già attorno al 1850 più della metà della popolazione di Gerusalemme era ebraica. Dato che si evince dai dispacci dei diplomatici inglesi, russi e turchi del tempo. Nel 1864 il console britannico in un suo rapporto alla Corona, indicò la popolazione ebraica della città in circa 8.000 persone su un totale di circa 15.000. Non mancano neanche le cronache di viaggiatori come Mark Twain, o il meno noto diplomatico americano Mordecai M. Noah che pubblicò un interessantissimo resoconto della sua visita (vedi figura 4) e di numerosi altri viaggiatori. Le descrizioni del territorio sono unanimi: si tratta di una landa desolata e malarica, mentre la città è viva grazie alla presenza ebraica.

A partire dal 1860 iniziarono grandi scavi archeologici che interessarono tutto il perimetro della città vecchia. Il più importante archeologo del tempo fu il britannico Charles Warren che nel 1867 scoprì la così detta Porta di Warren che era l’accesso al Sancta Sanctorum del Tempio (come già accennato in precedenza). Gli scavi e le scoperte archeologiche interessarono anche le antiche mura della città di Davide (che si trovano oltre dieci metri sotto terra), il sistema idrico e la piscina dell’antica Siloe (oggi Silwan), la scalinata che portava al Tempio ed altro ancora. Tutti questi scavi e quelli più recenti, provano senza alcun dubbio la veridicità dei racconti biblici e delle tradizioni ebraiche.

Nel corso della seconda metà dell’800 la città crebbe per importanza e di conseguenza per numero di popolazione. Nuovi immigrati si recavano a Gerusalemme da varie aree dell’Impero ottomano e altri da numerosi Stati stranieri. La maggior parte dei “nuovi arrivati” erano ebrei del mondo arabo e cristiano.

Alla vigilia della Prima guerra mondiale, le statistiche della città riferiscono di una popolazione ebraica di 45.000 persone su un totale di 65.000 abitanti.

La sconfitta turca nella Prima guerra mondiale provocò un stravolgimento politico in tutto il Medio Oriente, Gerusalemme compresa. Il nuovo assetto politico nato dal crollo dell’Impero ottomano sarebbe durato, bene o male, fino ai nostri giorni.

 

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