Israele e Medio Oriente

I leader palestinesi e le verità sconvenienti

I paesi arabi continuano a mentire ai palestinesi. Nell’ultima riunione dei ministri degli Affari Esteri arabi che ha avuto luogo nella capitale egiziana del Cairo, gli arabi “hanno affermato il loro impegno a sostenere il bilancio dello stato di Palestina attivando la risoluzione del vertice arabo in Tunisia per fornire mensilmente [ai palestinesi] una rete di sicurezza di 100 milioni di dollari”.

I ministri degli Esteri hanno annunciato la loro decisione dopo aver ascoltato un discorso pronunciato dal presidente dell’Autorità palestinese (Ap) Mahmoud Abbas, il quale si era lamentato del fatto che il suo governo stava affrontando un cristi finanziaria a causa delle misure israeliane e statunitensi.

Abbas si riferiva alla decisione di Israele di detrarre le somme versate dal governo dell’Ap alle famiglie dei detenuti nelle carceri israeliane e dei “martiri” dalle entrate fiscali che Israele raccoglie ogni mese per conto dei palestinesi.

All’inizio di quest’anno, il governo israeliano ha annunciato che avrebbe detratto centinaia di milioni di shekel dalle tasse riscosse per conto dei palestinesi a causa della politica adottata dall’Autorità palestinese e finalizzata a pagare gli stipendi ai terroristi e ai loro familiari. La decisione è stata presa ai sensi di una legge israeliana approvata nel luglio del 2018. Secondo tale legge, i versamenti effettuati dal governo dell’Ap sarebbero stati automaticamente congelati dal governo israeliano, conformemente al Protocollo di Parigi, un accordo firmato tra Israele e l’OLP nel 1994 che consente a Israele di raccogliere e trasferire al governo dell’Ap le tasse di importazione sui beni destinati ai palestinesi.

La legge prevede inoltre che il ministero della Difesa israeliano fornisca al governo i dati sulle somme devolute dall’Ap ai terroristi e alle loro famiglie. Il ministero delle Finanze israeliano tratterrà poi l’importo dalle entrate fiscali che trasferisce.

Abbas si riferiva anche ai forti tagli agli aiuti finanziari offerti dagli Stati Uniti all’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi (UNRWA), all’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (USAID) e al governo dell’Ap.

Il presidente dell’Autorità palestinese si è recato alla riunione della Lega Araba al Cairo con l’apparente speranza che i paesi arabi lo avrebbero aiutato a superare la grave crisi finanziaria che il suo governo sta affrontando negli ultimi mesi. A quanto pare sperava che i paesi arabi avrebbero attuato la decisione del summit arabo tenutosi in Tunisia a fine marzo per fornire aiuti finanziari ai palestinesi.

Ma come si è visto, sia il summit arabo in Tunisia sia la riunione della Lega Araba al Cairo hanno dato ai palestinesi nient’altro che promesse vane e insignificanti dichiarazioni di sostegno e solidarietà alla causa palestinese.

All’inizio di questa settimana, Abbas ha rivelato durante una riunione del suo gabinetto nella città cisgiordana di Ramallah che, nonostante gli impegni a favore del sostegno finanziario da parte dei paesi arabi, i palestinesi non avevano ancora ricevuto fondi. Il leader dell’Ap ha inoltre dichiarato di aver chiesto un prestito ai paesi arabi – una richiesta che, secondo lui, è stata ignorata dagli Stati arabi.

“Abbiamo chiesto ai nostri fratelli di fornirci una rete di sicurezza finanziaria”, ha affermato Abbas, riferendosi al suo discorso pronunciato alla riunione dei ministri degli Esteri della Lega Araba al Cairo.

“Ma noi non riponiamo notevoli speranze in loro. A Dio piacendo, succederà qualcosa. Abbiamo chiesto 100 milioni di dollari al mese. Abbiamo detto loro di considerarlo un debito, che glieli restituiremo. Ma non abbiamo ricevuto una risposta, anche per quanto riguarda la richiesta di debito”.

A questo punto del suo discorso, Abbas si è reso conto che le sue osservazioni venivano trasmesse in diretta su Palestine TV e così ha smesso di parlare del fatto che i paesi arabi non avevano mantenuto le promesse da loro fatte ai palestinesi, rendendosi conto che le critiche da lui mosse ai paesi arabi avrebbero probabilmente fatto infuriare i capi di Stato di questi paesi.

Abbas, ha capito di aver commesso un grave errore nel criticare pubblicamente i suoi fratelli arabi per la loro parsimonia. Si è trattato di un grosso errore perché i suoi fratelli arabi non tollerano alcuna forma di critica. Per loro, Abbas dovrebbe stigmatizzare soltanto Israele e gli Stati Uniti. Come previsto, per evitare una crisi con i paesi arabi, la Wafa, l’agenzia di stampa ufficiale dell’Ap, ha cancellato dal suo articolo sul discorso le critiche espresse nei confronti degli Stati arabi.

È chiaro che l’agenzia di stampa palestinese non vuole che i palestinesi sappiano che i loro fratelli arabi si rifiutano di aiutarli finanziariamente. Sembra, invece, volere che i palestinesi credano che Israele e gli Stati Uniti siano gli unici responsabili della crisi finanziaria che si trova a dover affrontare il governo dell’Autorità palestinese. In effetti, è così che funziona da tempo la macchina della propaganda palestinese. Questo è il vecchio scarica barile palestinese che consiste nel fare sempre in modo che Israele o gli Stati Uniti siano considerati responsabili delle sofferenze inflitte dall’Ap alla propria popolazione.

Il tradimento arabo dei palestinesi non è una novità. Invece di sostenere i loro fratelli palestinesi, i paesi arabi hanno tagliato loro gli aiuti. Secondo quanto riportato, gli aiuti finanziari arabi ai palestinesi sono drasticamente diminuiti negli ultimi due decenni. Un’altra fonte giornalistica ha evidenziato che le donazioni fatte dal mondo arabo ai palestinesi si sono ridotte del 50 per cento negli ultimi anni. Un quarto del bilancio del 2017 dell’Ap, di circa 3,7 miliardi di dollari, proveniva dai paesi arabi, ha dichiarato la stessa fonte.

I palestinesi hanno ragione a credere che il mondo arabo non si preoccupa più di loro e dei loro problemi. I paesi arabi hanno i loro problemi, in particolare di natura finanziaria. La maggior parte degli Stati arabi sembrano essere stanchi dei palestinesi e li considerano ingrati, soprattutto dopo il sostegno offerto dall’OLP all’invasione del Kuwait nel 1990 da parte di Saddam Hussein – uno dei tanti paesi arabi ricchi che hanno finanziato i palestinesi con centinaia di milioni di dollari, negli anni Settanta e Ottanta.

Il sostegno dell’OLP a favore di Saddam Hussein è stato un campanello d’allarme per il Kuwait e per molti paesi arabi, che ora dicono ai palestinesi: “Guardiamo in faccia la realtà: voi ci avete sputato in faccia e noi vi tagliamo i fondi”.

Come la maggior parte dei palestinesi, Abbas è ben consapevole del fatto che i paesi arabi non sono più disposti a fare da bancomat per gli ingrati. Nelle circostanze attuali, i palestinesi hanno maggiori probabilità di riuscire a ottenere il denaro dai donatori occidentali abbindolati piuttosto che dai loro amati fratelli. Secondo il punto di vista dei leader palestinesi, tuttavia, questa è una scomoda verità che è meglio nascondere alla loro gente.

Traduzione in italiano di Angelita La Spada

https://www.gatestoneinstitute.org/14167/palestinians-inconvenient-truths

Khaled Abu Toameh è un pluripremiato giornalista che vive a Gerusalemme. È Shillman Journalism Fellow al Gatestone Institute.

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