Stati Uniti e Medio Oriente

In che modo l’amministrazione Biden ha finanziato il terrorismo palestinese

Una narrativa consolidata vorrebbe i palestinesi vittime tanto della inesistente «occupazione» israeliana quanto dell’indifferenza del mondo intero. Si tratta di una menzogna. I palestinesi, infatti, dacché è sorto lo Stato d’Israele, hanno goduto di una sorta di «Piano Marshall» permanente, con tanto di Agenzie delle Nazioni Uniti ad hoc 

Ogni anno, miliardi di dollari finiscono nelle tasche dei palestinesi sotto forma di sostegno umanitario ed economico. Le ingenti somme di denaro, stanziate da un Occidente prodigo e illuso, vengono utilizzate, in larga misura, per alimentare il terrorismo. 

Secondo alcuni documenti pubblicati dal Washington Free Beacon (https://freebeacon.com/biden-administration/biden-admin-raised-concerns-palestinian-aid-would-boost-hamas-it-went-ahead-with-aid-anyway/), l’amministrazione Biden avrebbe distribuito centinaia di milioni di dollari in aiuti «umanitari» ai palestinesi, nonostante autorevoli valutazioni del Dipartimento del Tesoro sostenessero che tali finanziamenti sarebbero finiti nelle mani di Hamas. 

Il Presidente Biden, nel 2022, ha incontrato il leader dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP), Mahmoud Abbas, e si è vantato di aver «invertito le politiche del mio predecessore e ripreso gli aiuti ai palestinesi – più di mezzo miliardo di dollari nel 2021». Il Segretario di Stato, Antony Blinken, ha fatto dichiarazioni simili, sempre in presenza del leader dell’ANP. 

La riattivazione dei finanziamenti destinati ai palestinesi, ampiamente ridotti, talvolta cancellati, sotto l’amministrazione Trump, ha coinciso con un aumento significativo degli attentati sul suolo israeliano.

Se nel 2020 vennero uccisi solo tre cittadini d’Israele (Esther Horgan, Rabbi Shai Ohayon e Sergente maggiore Amit Ben Yigal), a partire dal ripristino degli aiuti economici, nell’aprile del 2021, le vittime sono salite a 17, per passare a 31 nel 2022. Mentre, solo nei primi due mesi del 2023, erano già stati uccisi dieci israeliani, tra cui due bambini di sei e otto anni, i fratellini Asher e Yaakov Paley. 

I media, generalmente, hanno cercato di attribuire le responsabilità degli omicidi a presunti «lupi solitari», quando, in realtà, si trattava di violenze organizzate e alimentate dai finanziamenti esteri. Si tratta del famigerato programma «Pay-to-Slay» dell’ANP, che premia i terroristi, indipendentemente dalla loro affiliazione formale, compresi i membri dell’ISIS e di Hamas, con stipendi e vitalizi. 

Gli assassini di ebrei vengono pagati in base alla durata della loro pena detentiva. Ciò significa, come ha spiegato David Bedein su The Algemeiner, che gli assassini di successo possono guadagnare dai 2.000 ai 3.000 dollari al mese in una parte del mondo dove lo stipendio medio è di circa 700 dollari al mese. È cinque volte più redditizio essere un terrorista che essere un insegnante. Alcuni brevi esempi: 

Maher al-Hashlamon Hamdi, condannato a due ergastoli per l’omicidio della ventiseienne Dalia Lemkus, riceve uno stipendio mensile dall’Autorità Palestinese di circa 4000 dollari; mentre Amad Awad e Hakim Awad, che hanno brutalmente assassinato cinque membri della famiglia Fogel (due adulti e tre bambini) a Itamar, nel 2011, hanno finora ricevuto quasi 200.000 dollari a testa. 

Queste somme sono, a tutti gli effetti, un incentivo all’omicidio. L’amministrazione Trump, nel 2018, resasi conto di tale scandalo morale, approvò, col sostegno di tutto il Congresso, il Taylor Force Act, che vieta di assegnare fondi al governo palestinese finché non smetterà di pagare i terroristi imprigionati e le loro famiglie. Eppure, l’amministrazione Biden ha ripristinato gli aiuti e riallacciato le relazioni diplomatiche con l’ANP di Abbas.  

Mentre attaccavano Israele su tutto, dal permettere agli ebrei di pregare sul Monte del Tempio (le preghiere ebraiche offenderebbero la «sensibilità» musulmana) alla riforma giudiziaria, Biden e Blinken non hanno avuto nulla da ridire sul programma che finanzia e incoraggia l’omicidio degli ebrei.

È bene anche notare che il Segretario di Stato, il ripetutamente citato Antony Blinken, è stato vicepresidente del consiglio di amministrazione di Human Rights First, un’organizzazione per i diritti umani marcatamente anti-israeliana. Prima della sua attuale nomina si vantava dei milioni di dollari raccolti e inviati ai palestinesi. 

L’America First Legal, guidata da Stephen Miller, ha intentato una causa contro l’amministrazione Biden per conto dei genitori di alcune vittime israelo-americane, tra cui un veterano dell’Afghanistan, non ebreo, assassinato a Gerusalemme. Nel documento della denuncia si legge: 

«L’amministrazione Biden è ben consapevole che l’Autorità Palestinese paga i terroristi palestinesi per ferire o uccidere americani e israeliani innocenti in Israele. Eppure, in palese violazione del Taylor Force Act, una legge federale che vieta al governo di inviare i dollari dei contribuenti americani all’Autorità Palestinese finché non smetterà di sostenere il terrorismo, il presidente Biden e il Segretario di Stato Blinken hanno ripreso i pagamenti all’Autorità Palestinese dopo che l’amministrazione Trump aveva ha interrotto questi pagamenti in conformità con il Taylor Force Act». 

Inoltre, l’ambasciatore di Biden alle Nazioni Unite ha rivelato che «solo nel 2023, gli Stati Uniti hanno contribuito con più di 296 milioni di dollari all’UNRWA – l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente e l’amministrazione Biden ha contribuito con quasi 1 miliardo di dollari dal 2021». 

Cifre da capogiro. Milioni, anzi, centinai di milioni di dollari che sono stati, inevitabilmente, utilizzati per uccidere, torturare e decapitare civili ebrei. Mentre l’amministrazione Biden inviava centinaia di milioni ai terroristi, consentiva a ulteriori miliardi di dollari di raggiungere l’Iran, che quei terroristi li finanziava e li addestrava. Il recente rilascio di 6 miliardi di dollari destinati alla teocrazia iraniana attraverso i suoi alleati del Qatar, tra i principali sponsor di Hamas, è stato solo l’ultimo di una serie di pagamenti che, come quelli dell’amministrazione Obama, hanno illecitamente aggirato le leggi americane.

Ancora più grave è il fatto che Biden e il suo governo non siano riusciti a rendere effettive le sanzioni sul petrolio iraniano esportato in Cina. Se, ufficialmente, le sanzioni restano in vigore, Teheran nuota nel denaro cinese derivante dal massiccio aumento delle esportazioni verso la Repubblica Popolare Cinese. Il commercio con la Cina ha fruttato all’Iran ben 47 miliardi di dollari. 

Non si sa, precisamente, quanta parte di questi denari abbiano finanziato le atrocità dei giorni scorsi, ma non c’è dubbio che, tali considerevoli infusioni di denaro, abbiano avuto un ruolo nella preparazione di un così vasto attacco.

Le politiche di appeasement hanno avuto come esito il peggior giorno di terrore nella storia di Israele. L’amministrazione Biden ha finanziato consapevolmente l’omicidio di ebrei innocenti. 

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