Editoriali

La feccia che risale il pozzo

In questi giorni stiamo assistendo a un progressivo accumularsi di infamie e menzogne come non se ne ascoltavano e non se ne leggevano da tempo memorabile. Un anziano provocatore alcolizzato che ha sempre sognato di essere un grande intellettuale sulfureo e “maledetto” senza mai riuscire a diventarlo, ci ha spiegato sulle colonne de Il Fatto Quotidiano, una delle principali filiere della propaganda antiamericana di questo Paese, che durante l’occupazione nazifascista dell’Italia i nazisti si comportarono meglio degli americani. Alcuni di questi ultimi, infatti, commisero degli stupri, mentre i tedeschi furono impeccabili.

Un sociologo della Luiss, diventato nel giro di due mesi una star televisiva giocando sul suo inventato ruolo di “vittima” della cenusra dei poteri forti, ha spiegato che lo scoppio della Seconda guerra mondiale avvenuto a seguito dell’invasione della Polonia da parte della Germania, non fu Hitler a volerlo, sottointendendo che la responsabilità fu della Gran Bretagna in primis e quindi della Francia.

Ma il culmine (attuale) si è avuto ieri sera in tv, quando, senza contraddittorio, il Ministro della Propaganda russa, (pardon, il Ministro degli Esteri)  Sergei Lavrov, ha dichiarato che, «Il fatto che Zelensky sia ebreo non comporta che in Ucraina ci siano elementi nazisti, e che il presidente li abbia consentiti. I peggiori antisemiti sono ebrei, anche Hitler aveva origini ebraiche».

Occorre fermarsi un attimo. Occorre respirare con calma. Cosa sta accadendo? E’ semplice. Qui in Italia, più che in ogni altro paese europeo, dove le cose scritte e dette che abbiamo letto e ascoltato non potrebbero avere alcun corso, e dove si annuncia con orgoglio che l’intervista a Lavrov gode dell’esclusiva europea (non ne avevamo dubbi), l’infiltrazione della disinformatia russa è strutturale. Ed è strutturale perchè nel paese è presente una fitta e articolatà rete di aderenze e complicità con il regime criminale del Cremlino. Sono complicità politiche, accademiche, giornalistiche, impreditoriali. E’ il combinato disposto, ben oleato e ben remunerato delle quinte colonne che seguono tutte, con varianti personali, il medesimo spartito. Ideologicamente lo spettro del consenso a Putin va dai fascisti ai comunisti di osservanza ortodossa, all’amalgama rossobruno ma trova aderenze anche all’interno del mondo cattolico, progressista e reazionario.

Non c’è da meravigliarsi eccessivamente da quanto detto da Lavrov, uomo d’apparato. L’accusa di nazismo nei confronti degli ebrei è infatti una specialità russa, confezionata a Mosca a metà anni Sessanta al fine di proiettarla su Israele. Diffusa nel mondo islamico, il suo successo è stato enorme. Come fu enorme la diffusione del falso antisemita più celebre e longevo del Novecento, creato non a caso a fine Ottocento, dall’Ocrana, la polizia segreta zarista, l’equivalente ante litteram del KGB, ovvero I Protocolli dei Savi Anziani di Sion. 

Oggi il nazismo viene proiettato su Zelensky, presidente ebreo dell’Ucraina, e viene specificato che i “peggiori antisemiti” sarebbero ebrei, dunque, per implicazione, non c’è da meravigliarsi se in Ucraina, ci sarebbero i nazisti…Come ciliegina sulla torta il vecchio e screditato fake delle orgini ebraiche di Hitler.

Forse abbiamo toccato il fondo. Ma è meglio non esserne persuasi. Il peggio potrebbe ancora venire.

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