Editoriali

La Grande Berta della Menzogna

Hanno bene intoiettato quello che Adolf Hitler scriveva nel Mein Kampf gli allucinati tessitori di menzogne alla Dario Fabbri, collaboratore dell’ISPI turgidamente avverso a Israele il quale, su Limes, offre campioni di analisi che non sarebbero affatto dispiaciute ad Alfred Rosenberg.
Nell’incunabolo del nazismo, nuova Bibbia ariana in  dotazione in ogni casa tedesca, si poteva e si può leggere:
“Nella grande menzogna c’è una certa forza di credibilità poichè le grandi masse di una nazione sono molto più facilmente corruttibili nello stato più profondo della loro materia emozionale di quanto lo siano consciamente e volontariamente, e quindi nella primitiva semplicità delle loro menti diventeranno più facilmente vittime di una grande menzogna piuttosto che di una piccola”.
Mentire in grande, quindi, spararla grossa come faceva la Grande Berta, il pezzo di artiglieria terrestre usato dai tedeschi durante la Prima guerra mondiale. Cannoneggiare senza sosta, sempre con le stesse munizioni.
Dire che Israele è un paese intrinsecamente razzista e tribale, in cui la popolazione araba è sottomessa, segregata, genocidata, in cui i bambini palestinesi vengono prelevati di notte nelle loro abitazioni per essere poi torturati, dove i soldati dell’IDF si divertono a uccidere appena possono pacifici manifestanti, e così via, fa parte del lessico balistico in dotazione, se poi a questo si aggiunge, come ha fatto Fabbri  su Limes in un suo onirico articolo di maggio, il condimento di specificazioni antropologiche del tipo “ceppo ebraico” e “egemonia di una specifica stirpe” il cerchio si chiude giottescamente, per così dire.
L’antisemitismo è un rictus incoercibile, un sussulto dell’anima ammorbata, e per quanto si tenti di celarlo si manifesta sempre dietro ogni camuffamento come altre storture turpi a cui si cede passivamente non riuscendo a governarle.
Fabbri non merita una attenzione eccessiva, c’è di meglio nel peggio, è soltanto uno dei tanti, numerosi, appartenenti alla manovalanza che manda avanti la rotativa della propaganda contro lo Stato ebraico, incessante dal 1967 ad oggi. L’importante è assolvere all’impegno preso, portare acqua al mulino della Grande Menzogna, in modo che non languisca mai, che sia sempre fertilizzata ottimamente.
La “falsità colossale”, per dirla sempre con Hitler, è vincente, è da raccomandare. Tutti diciamo piccole bugie, scrive sempre nel Mein Kampf, ma alla maggioranza delle persone non verrebbe mai in mente di “fabbricare falsità colossali e non crederebbero mai che altri avrebbero l’impudenza di distorcere la verità in modo così infame”.
Eppure è ciò che accade senza sosta quando si tratta di Israele, il più demonizzato degli Stati al mondo, poichè la demonizzazione degli ebrei è una lunga storia secolare di cui, inevitabilmente, Israele è un pezzo assai pregiato. Come avrebbe mai potuto sfuggirle essendo il loro Stato?
Dirne il peggio possibile, con la scusa che ogni Stato è criticabile, consente di affermare cose che di nessun altro Stato sono mai state dette, la prima è che in quanto tale non avrebbe mai dovuto nascere, come gli ebrei, male del mondo, appestamento cosmico, secondo il dettato hitleriano. Tutto sarebbe stato più armonioso e più pacifico senza di loro, come il Medio Oriente interamente donato all’Islam se non fosse per questa “dannata” porzione di territorio ebraico vasta quanto l’Emilia Romagna.
Torna Su