Israele e Medio Oriente

La guida alle elezioni dell’Informale: i candidati alla Camera in Lombardia e le loro posizioni su Israele

Le elezioni sono ormai prossime e con tutta probabilità molti lettori lombardi de “L’Informale” sono curiosi di sapere cosa abbiano detto i candidati alla Camera, nei collegi uninominali, relativamente a Israele. In verde evidenzieremo i candidati votabili, in rosso quelli non votabili, in base ovviamente ai criteri dell’Informale.

Senza alcun dubbio il candidato più ostile alla giovane democrazia mediorientale è il noto Manlio Di Stefano (M5S – Milano 3) che ha legittimato politicamente Hamas con queste parole: “la storia ci insegna che Hamas nasce come partito, e che ha vinto in libere elezioni. Poi l’isolamento di Gaza ha cambiato le cose”. Il deputato grillino ha sempre accusato Israele di violare i diritti umani al punto da affermare che “abbiamo chiesto che la Corte dell’Aja valuti l’apertura di un processo per crimini di guerra e crimini contro l’umanità nei confronti del governo Netanyahu”. Durante l’Operazione “Margine di Protezione” del 2014, Manlio Di Stefano propose “il richiamo del nostro ambasciatore a Tel Aviv; l’interruzione di qualsiasi accordo economico in essere con Israele a partire da quello militare”. Ma non solo: Di Stefano interpreta il conflitto arabo-israeliano come una conseguenza del sionismo in sé; “comprendere a fondo il conflitto israelo-palestinese significa spingersi indietro fino al 1880 circa quando, nell’Europa centrale e orientale, si espandevano le radici del sionismo”.
Il deputato grillino è a favore del riconoscimento dello Stato di Palestina (come affermato anche da Di Maio), con un Israele relegato ai “confini del 1967” e la divisione di Gerusalemme in est e ovest. Egli è altresì un sostenitore dell’“etichettatura (dei prodotti degli insediamenti israeliani)”.

Risulterà sicuramente più sorprendente sapere che la coalizione di centrodestra ha candidato al collegio uninominale di Seregno l’ex deputata Paola Frassinetti (Fratelli d’Italia), la quale il 7 settembre 2017 sul proprio profilo facebook ha scritto: “Come mai Israele fa un raid aereo in Siria proprio ora che l’esercito siriano ha sconfitto l’ISIS a Deir Az Zour ?? Che strane coincidenze…”. Inoltre Paola Frassinetti reputa l’Iran un oppositore del terrorismo. Infatti, il 14 ottobre 2017 ha scritto “Il terrorismo islamico è notoriamente finanziato da Arabia Saudita e suoi stati satelliti, l’Iran al contrario lo combatte. Ma Trump continua a sparare stronzate…..”. Non manca anche una semplice ma diretta ode per Assad “Bashar sei il migliore!!” nonché un riferimento all’antisemita Ezra Pound: “E poi ti sintonizzi su “che tempo che fa” e senti Patty Pravo che racconta dei suoi incontri con Ezra Pound……Ogni tanto qualche lampo di luce squarcia la mediocrità”.

Di tutt’altro tenore sono state invece le dichiarazioni di Lia Quartapelle (PD – Milano 2), la quale all’Informale aveva già affermato che “La formulazione della risoluzione Unesco su Gerusalemme era e resta inaccettabile perché utilizzando solo i toponimi arabi precludeva la possibilità di riconoscere la pluralità religiosa che costituisce la ricchezza di Gerusalemme” e che “altre posizioni, tipiche di alcune frange estreme, molto filo-palestinesi sono pericolose perché in alcuni casi esse escludono in modo surrettizio il mutuo riconoscimento, arrivando fino a negare il diritto a esistere di Israele: ma senza mutuo riconoscimento non ci può essere sicurezza e quindi pace”. Inoltre, Lia Quartapelle ha sostenuto che una soluzione pacifica del conflitto siriano sarebbe dipeso inter alia dall’esclusione di Assad. La deputata PD si è anche battuta per il conferimento della medaglia d’oro alla Brigata Ebraica ed al corteo del 25 aprile 2017 a Milano ha salutato i manifestanti che sfilavano con il vessillo della Brigata e con le bandiere israeliane. La deputata PD è a favore del riconoscimento dello Stato di Palestina “all’interno di un processo negoziale”.


Andrea Mandelli

Il centrodestra schiera una sostenitrice di Israele nel collegio uninominale di Desenzano del Garda, dove la candidata è Maria Stella Gelmini, la quale il 25 marzo 2015 ha twittato “Expo luogo di pace e libertà. Viva Expo, viva Israele”, a seguito dei gesti vandalici compiuti contro la bandiera israeliana issata a Milano in concomitanza con l’esposizione universale.

Andrea Mandelli (centrodestra – Monza) è invece Presidente degli Ordini dei Farmacisti Italiani che ha patrocinato un viaggio professionale e turistico in Israele. Nel medesimo collegio il centrosinistra candida Piero Virtuani (PD), il quale, nel 2014, in un’intervista a Monza Today, ha definito Hamas un’organizzazione terroristica ma ha anche affermato che i Palestinesi sarebbero vittima “al contempo del terrorismo di Hamas e dell’esercito di Israele”.

A Cinisello Balsamo, il centrosinistra candida Ezio Casati (PD), il quale, in data 31 luglio 2014, sul proprio profilo facebook ha condiviso le parole di Ban Ki Moon di condanna a Israele: “nulla è più vergognoso che attaccare dei bambini mentre dormono”.
Nel Collegio Milano 1, Liberi e Uguali candida Felice Besostri, che nel congresso del 2010 di “Sinistra per Israele” disse: “Sì, la situazione nella sinistra italiana è nel complesso migliorata, ma da alcune discussioni su Facebook si rileva anche l’esistenza di uno zoccolo duro, che sostiene la soppressione dello Stato di Israele.  È peggiorato, invece, il quadro dei nostri interlocutori naturali in Israele, non vi è un Rabin o un movimento di massa, come Peace Now, anche se organizzazioni israeliane o israelo-palestinesi per i diritti umani sono molto attive per attivare una giustizia non piegata alla ragion di Stato.
Sembra paradossale che le due parti, sinistra italiana e Israele, non si incontrino ma si incrocino, senza confrontarsi realmente. Il confronto è più importante della pace? Certamente se per pace, ma sarebbe meglio chiamarla tregua, si intende assenza di una nuova Intifada o di rappresaglie di Tsahal.
Se c’è pace il confronto è più facile e produce più pace. La sicurezza degli israeliani e l’esistenza di Israele sono due punti fermi, anche per dare uno Stato ai palestinesi. L’espansione di insediamenti nei Territori occupati, e per me anche l’espansione edilizia a Gerusalemme Est, nulla ha che a vedere con la sicurezza dei suoi cittadini, tutti, anche gli arabi. Al contrario è una minaccia alla sicurezza.
In conclusione vorrei spendere poche parole su una proposta che va per la maggiore: Due popoli, due Stati.
È una formula semplice e come tale pare l’uovo di Colombo, ma dovremmo rifletterci sopra.
Due popoli, due stati, ma quale tipo di Stati? Uno puramente ebraico? E l’altro puramente musulmano, neppure arabo? Due stati etnicamente puri e teocratici?
Non ci sarebbe nulla di sinistra in questo, ma molto di sinistro, per le persone laiche, libertarie e democratiche, che noi siamo”.


Nel collegio di Monza, sempre Liberi e Uguali candida invece Alessandro Gerosa, vicino a posizioni antisioniste: nel 2014 sul proprio profilo facebook ha riportato due “notizie” volutamente decontestualizzate: “Ieri mattina è stato arrestato da border police un bambino palestinese di dieci anni al Damascus Gate di Gerusalemme. Ero da quelle parti quando è stato appena preso, la sua colpa è di aver pelato delle patate con un coltello, che non si può tenere in mano vista compresenza in quella parte della città di palestinesi ed israeliani. Due ore più tardi è stato rilasciato” e “il miglior modo per rendere omaggio a Camilli, il giornalista ucciso oggi a Gaza da un missile Israeliano di produzione italiana, è diffonderne il lavoro e le opere”.

In conclusione, risulta palese come l’opinione personale dei candidati talvolta non sia quella in linea con lo schieramento da essi rappresentato.
Pertanto, coloro che vorranno votare tenendo in considerazione le opinioni dei singoli candidati in merito a Israele, dovranno informarsi attentamente e con spirito critico.
Le sorprese non mancheranno, del resto, come mero esempio, si ricordi che il celeberrimo slogan “due popoli e due stati” menzionato da Felice Besostri (Liberi e Uguali) è stato scritto anche da Giorgia Meloni nel 2014 sui social network.

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