Stati Uniti e Medio Oriente

L’abbraccio di Trump nei confronti di Erdogan dovrebbe finire

Deve essere sorprendente vedere un vero nemico di Israele ricevuto con un così caloroso abbraccio dal presidente Donald Trump, che molti considerano il miglior amico che lo stato ebraico abbia mai avuto. Tuttavia, la recente riunione del presidente turco Recep Tayyip Erdogan alla Casa Bianca dovrebbe farci rabbrividire.

Erdogan è diventato un orgoglioso odiatore di Israele, paragonando le misure difensive adottate dall’IDF a Gaza alle azioni naziste durante l’Olocausto e affermando che “chiunque sia dalla parte di Israele, che tutti sappiano che siamo contro di loro”.

Sappiamo anche che Erdogan è fedele alla sua parola, poiché Hamas ha spesso usato la Turchia come base operativa e negli ultimi anni si è avvicinato agli ayatollah in Iran, malgrado siano dei concorrenti regionali.

La recente invasione e occupazione del nord-est della Siria da parte di Erdogan ha anche dimostrato che egli ritiene di avere carta bianca nel vicinato, provocando la morte di centinaia e lo sfollamento di migliaia.

Il regime turco non ha alcun problema nel fornire armi all’ISIS e ai gruppi affiliati ad al-Qaeda e nel rafforzare i Fratelli musulmani in tutta la regione.

Tuttavia, ciò che dovrebbe essere più preoccupante per lo Stato di Israele è che Erdogan ha dimostrato di non essere amico degli Stati Uniti, ma è apparentemente incentivato e incoraggiato dall’atteggiamento compiacente di Trump nei suoi confronti, soprattutto perché tutte le prove indicano che il regime turco ha preso una decisione consapevole di prendere le distanze da essi.

In una conferenza del National Press Club tenuta da The Investigative Journal (TIJ) e dal suo editore Mohamed Fahmy intitolata “Il finale di partità di Erdogan: la longa mano della Turchia in Siria e in America”, i principali critici del regime di Erdogan hanno parlato di come, negli ultimi anni, la Turchia ha fatto una deviazione molto deliberata e costante dall’Occidente e dalla NATO riavvicinandosi agli affiliati dei Fratelli Musulmani e ad altri movimenti politici islamisti e terroristici.

Il dott. Ahmet S. Yayla, assistente professore dell’Homeland Security, ex capo della divisione antiterrorismo e operazioni della polizia nazionale turca, e membro del programma sull’estremismo alla George Washington University, ha fornito numerosi sondaggi per dimostrare come Erdogan abbia orientato la sua popolazione, soprattutto attraverso i media statali strettamente controllati, verso l’avversione e la mancanza di fiducia nei confronti degli Stati Uniti.

“Se  si guardano i sondaggi, circa l’8% della popolazione turca sostiene l’ISIS”, ha spiegato Yayla. “Circa il 10% crede che dovrebbe esserci un califfato. E ora, secondo i media di Erdogan, circa il 97% ritiene che gli Stati Uniti siano nemici dei turchi. E, sondaggi indipendenti indicano che circa il 90% dei turchi considerano gli Stati Uniti come loro nemico e questo perché Erdogan sta alimentando odio contro di essi”.

L’odio sponsorizzato da Erdogan  verso l’Occidente in generale e gli Stati Uniti in particolare avranno conseguenze generazionali. Se solo due decenni fa, la Turchia era uno degli alleati regionali più affidabili per Israele  e per l’Occidente  e veniva persino considerato il suo ingresso nell’Unione europea, rimarrà come uno dei suoi nemici più implacabili per diverso tempo a venire.

La Turchia sembra essere coinvolta in alcuni dei conflitti più inpacificabili nella nostra regione, ed è difficile vedere come del bene possa emergere dal rapporto di Trump con Erdogan.

In effetti, a giudicare dalla facilità con cui è riuscito a convincere la sua controparte americana a lasciare la Siria e a tradire i suoi alleati curdi, Erdogan ha dimostrato che questa rigogliosa relazione fa male all’equilibrio nella regione.

Mentre, secondo quanto riferito, Israele ha manifestato alla Casa Bianca la propria posizione sulla Turchia, di fatto non viene ascoltato o preso abbastanza sul serio.

La Turchia è probabilmente diventata una delle forze più destabilizzanti nel Vicino e nel Medio Oriente e il suo percorso verso il neo-ottomanismo è stato senza sosta.

Nel corso del suo mandato Trump ha beneficiato molto Israele, in particolare trasferendo l’ambasciata americana a Gerusalemme, riconoscendo le alture del Golan e ritirando fondi ai palestinesi, in particolare attraverso l’UNRWA. Tuttavia, i suoi “amorosi sensi” nei confronti di Erdogan, che il primo ministro Benjamin Netanyahu ha pubblicamente definito un “dittatore”, potrebbero annullare gran parte della benevolenza che gli israeliani provano nei suoi confronti.

Il ruolo destabilizzante della Turchia nella regione non farà che peggiorare a meno che non venga contenuto. Pone lo Stato di Israele in una strozzatura geopolitica proprio in un momento in cui molti suoi ex nemici si stanno avvicinando ad essa.

Erdogan deve essere fermato in nome della memoria del genocidio armeno che nega, dei curdi e dei cristiani in Siria che ha ucciso, delle minoranze che opprime nel suo paese e degli israeliani i cui confini sono regolarmente attaccati da gruppi che sostiene.

Se non per loro, Trump dovrebbe farlo semplicemente perché è nell’interesse nazionale degli Stati Uniti.

Traduzione di Niram Ferretti

https://www.jpost.com/Opinion/President-Trumps-embrace-of-Erdogan-should-end-607904

 

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