Islam e Islamismo

Linee guida dell’Islam moderno

Sunniti  

La stragrande maggioranza dei musulmani – circa il 93 per cento – aderisce all’Islam non settario. Conosciuti come sunniti ( sunna = “sentiero battuto”), predominano in quasi tutte le regioni musulmane. Di fatto, nessuna comunità di musulmani settari vive in Marocco, nella savana e nelle terre desertiche dell’Africa occidentale, e nemmeno in Egitto, in Arabia centrale, in Bengala, in Cina e nel Sud-est asiatico. 

In epoca moderna, ci sono poche differenze tra un sunnita e un altro. Fino al XIX secolo, i quattro madhhab (sistemi giuridici, termine in genere tradotto come “scuole giuridiche) dividevano i sunniti e costituivano una parte importante della loro identità, ma questi sono quasi scomparsi dalla coscienza musulmana. Con l’aumentare dell’influenza europea, il diritto islamico si indebolì e le sue divisioni giuridiche persero gran parte della loro importanza. 

Sufismo   

Le turuq (al singolare tariqa, N.d.T.) sufi, le confraternite di orientamento mistico, hanno una rilevanza politica e sociale in molti luoghi. Tuttavia, anche dove sono più solide, come la tariqa Tijaniya nell’Africa occidentale o la Bektashiya nei Balcani, raramente costituiscono un “ramo” dell’Islam (sebbene la confraternita Murid del Senegal offra un’eclatante eccezione). Piuttosto, esse hanno completato la precipua fedeltà all’Islam aggiungendo un legame più stretto e sottile. In Libia, la Senussia della Cirenaica esercitò la presa più forte rispetto a qualsiasi grande tariqa dell’epoca moderna, fornendo tanto l’identità nazionale libica quanto il suo governante, ma Gheddafi la soppresse quando arrivò al potere nel 1969. 

Wahhabism 

Negli ultimi 250 anni, si sono sviluppati numerosi movimenti di riforma sunniti, a cominciare dal Wahhabismo. Il suo fondatore Muhamad ibnAbd al-Wahhab (1703-1791) rifiutò le molte accrezioni che l’Islam aveva acquisito nel corso dei secoli e cercò di tornare alla semplice fede del VII secolo. Questa visione particolarmente cruda e dura dell’Islam si diffuse in Arabia orientale e in maniera blanda, rimane ancora l’ideologia del governo saudita. Il Wahhabismo ha ispirato innumerevoli altri movimenti nel mondo islamico, dalla Cina e dall’Indonesia all’Africa occidentale, alcuni dei quali, come gli Ansar (discendenti dei seguaci del Mahdi sudanese) rimangono oggi politicamente attivi. 

Ahmadi 

L’Islam sunnita moderno ha generato soltanto una setta, quella degli Ahmadi. Il suo fondatore, Mirza Ghulam Ahmad (1839-1908), un musulmano indiano, iniziò a ricevere rivelazioni nel 1876 e nel 1890 affermò di essere il mahdi (nell’escatologia islamica è la figura che dà inizio alla sequenza degli eventi che pone fine al mondo).  Dopo la sua morte, i suoi seguaci si divisero in due gruppi. I Qadiani rimasero fedeli alla piena affermazione di Ahmad. I Lahori negarono che Ahmad si fosse considerato un profeta o un mahdi. Gli Ahmadi non si considerano una setta ma dei normali musulmani sunniti, cosa che i sunniti mainstream smentiscono fermamente. Il movimento non ha avuto successo nelle vecchie terre musulmane ad eccezione del Pakistan, ma ha trovato seguaci in Indocina e nell’Africa occidentale costiera. Gli Ahmadi sono l’unico gruppo che fa seriamente proselitismo nell’Occidente cristiano, dove sottolineano l’idea che Gesù sopravvisse alla crocifissione, visse fino all’età di centoventi anni in Kashmir e ora giace sepolto a Srinagar. Gli Ahmadi sono tra i 500 mila e un milione. Nel 1974, l’Assemblea Nazionale pakistana stabilì che non sono musulmani.

Sciiti  

In Occidente, gli sciiti vengono occasionalmente chiamati i protestanti dell’Islam, una definizione assolutamente imprecisa in tutti i sensi tranne uno: come i protestanti, gli sciiti hanno una tendenza allo scisma e alla rottura in gruppi sempre più piccoli finché, alla fine, alcuni scompaiono. In breve, condividono un problema di autorità. Delle numerose differenze sciite con il Protestantesimo (ad esempio, lo Sciismo apparve nei primi anni dell’Islam; non diverge liturgicamente dal Sunnismo in modo significativo), la più incisiva è la seguente: mentre i protestanti si dividono sulle argomentazioni in merito alla verità, gli sciiti sono divisi sulle questioni legate al potere. I gruppi sciiti, quindi, sono nati come fazioni politiche  per poi svilupparsi in movimenti religiosi, mentre i gruppi protestanti hanno fatto il contrario. In tutti i casi in cui emergeva un nuovo gruppo sciita, esso aveva un leader e solo secondariamente rivendicava una visione distinta della verità religiosa. 

Tutti gli sciiti credono nel ruolo speciale di ‘Ali b. Abi Talib, cugino e genero del profeta Maometto, e dei suoi discendenti, gli Alidi. Sebbene i sunniti condividano con gli sciiti un affetto naturale per la Casa o Casato di Maometto (ancora oggi due re sunniti, Hussein di Giordania e Hassan del Marocco, rivendicano Maometto come antenato), negano ad ‘Ali e agli Alidi un posto speciale nell’Islam. Gli sciiti sono sempre stati in minoranza, sebbene abbiano per breve tempo contestato il predominio del Sunnismo nel X secolo. Fatta eccezione per gli Zaiditi (vedi sotto), la psicologia politica sciita è principalmente adatta a un ruolo di opposizione, poiché le sue tendenze alla segretezza, alla dissimulazione e al martirio non sono affatto adatte alla religione dei governanti. 

I gruppi sciiti traggono la loro identità dai discendenti di ‘Ali. La genealogia parziale (Fig. A-1) delinea i loro rapporti familiari. 

Zaiditi 

Gli Zaiditi sono i gruppi sciiti più moderati e meno settari. Considerano Zayd b. ’Alì b. al-Husayn essere stato il quinto imam (leader supremo della comunità musulmana nella terminologia sciita). Contrariamente ad altri sciiti, gli Zaiditi considerano gli Alidi leader terreni senza caratteristiche divine. Il loro imam non differisce molto dal califfo sunnita. Gli Zaiditi hanno governato due Stati, uno molto tempo fa sul Mar Caspio, l’altro nello Yemen (da circa il 850 fino al 1962, fatta eccezione per una pausa di tre secoli, dal 1281 al 1592).  

I notabili sceglievano un imam tra i più capaci discendenti di Zayd, ma spesso non erano d’accordo, causando ripetute divisioni. L’ultimo imam yemenita fu deposto nel 1962 e vive a Londra, ma continua ad essere l’autorità spirituale per molti yemeniti, Gli Zaiditi costituiscono forse poco più della metà della popolazione dello Yemen del Nord dove, concentrati in tribù, hanno a lungo formato l’élite militare e sociale (ma non economica) del Paese. Sono circa tre milioni. 

Duodecimani  

A parte gli Zaiditi, tutti gli sciiti credono in un imam privo di peccato e infallibile e sono divisi in due gruppi principali: gli Imamiti e gli Ismailiti. Più spesso conosciuti come Duodecimani (Ithna’ashariya) o Giafariti, gli Imamiti credono in una serie di dodici imam manifesti terminata nell’874. Da allora, gli imam sono stati nascosti alla maggior parte del genere umano e torneranno a rivelarsi al momento della fine del mondo (quando saranno chiamati mahdi). Nel frattempo, i leader religiosi (mujtahid, guidati da marja‘-i taqlid o  ayatollah) interpretano la legge per conto dell’imam nascosto e dirigono la comunità. Al contrario della loro autorità, che deriva da Dio, quella dei governanti politici è considerata irrilevante a livello religioso. 

Un atteggiamento antipolitico di questo tipo era semplice da mantenere finché i Duodecimani non detennero il potere, ma dall’istituzione della dinastia safavide, nel 1501, lo Sciismo dei Duodecimani fu la religione di Stato dell’Iran. Abituati a secoli di opposizione, i suoi leader non hanno ancora definito la loro posizione in uno Stato duodecimano governato da un leader non religioso e le autorità religiose sono propense ad assumere il potere da sole. Fuori dall’Iran, i Duodecimani non hanno potere: in Iraq, dove costituiscono più della metà della popolazione, e in India, in Pakistan, in Afghanistan, in Kuwait, in Bahrein e in Libano (in quest’ultimo Paese vengono chiamati Mutawali). Molti di questi Paesi, tuttavia, riconoscono il madhhab sciita, che si discosta poco dai madhhab sunniti (la menzione  fatta  da ‘Ali b. Abi Talib nella dichiarazione di fede e nel riconoscimento del matrimonio temporaneo è in gran parte differente). 

Quaranta milioni di Duodecimani fanno di questo il ramo di gran lunga più grande dello Sciismo; di questi, circa venticinque milioni vivono in Iran. Poiché i loro imam sono nascosti, gli sciiti duodecimani si sono dimostrati relativamente immuni alle controversie per la successione e agli scismi.

Nusayri*   

Due importanti filoni duodecimani, esistenti anche ai giorni nostri, sono quelli dei Nusayri e degli ShaykhiBabi-Baha’i. I Nusayri, noti anche come Alawiti* o Ansari*, si staccarono dal decimo o dall’undicesimo dei dodici imam intorno all’859. A quel tempo, Ibn Nusayr si dichiarò bab (“porta [di accesso] alla verità”), la figura che viene subito dopo l’imam in dignità e potere. Con questa autorità, Ibn Nusayr proclamò nuove dottrine, in particolare l’incarnazione della divinità in ‘Ali; la santa trinità di ‘Ali, Muhammad e Salman al-Farisi (uno schiavo liberato da Maometto e il primo persiano convertitosi allIslam); e la natura senzanima delle donne (che porta al loro abominevole trattamento da parte di Nusayri). La religione include molti elementi cristiani, come la nozione di trinità e la celebrazione delle feste cristiane. Ai giorni nostri, i Nusayri vivono principalmente lungo le coste siriane e nelle vicine regioni del Libano e della Turchia. (I Qizilbashi, in Turchia, assomigliano molto ai Nusayri.) In Siria, i Nusayri sono oltre mezzo milione e costituiscono la più grande minoranza del Paese. Tra le due guerre mondiali le autorità francesi in Siria favorirono questa comunità, concedendole l’autonomia in un État des Alouites (Stato degli Alawiti) che, però, non sopravvisse all’indipendenza siriana nel 1944. Con l’incoraggiamento francese, i Nusayri (Alawiti) si unirono all’esercito in gran numero e, di conseguenza, oggi costituiscono un elemento sproporzionato del corpo degli ufficiali siriani. Inoltre, si unirono con entusiasmo al partito Ba’th: il suo nazionalismo laico ha sminuito le tradizionali differenze religiose che li dividevano dalla maggioranza musulmana. Dal 1967, il Ba’th ha fornito loro un meccanismo per governare la Siria. Il presidente Asad e i suoi alti funzionari sono per lo più alawiti.  

Shaykhi-Babi*Baha‘i*  

L’altro rilevante filone duodecimano sorse nel XIX secolo, a cominciare dagli insegnamenti controversi, ma non contrari alle regole di Shaykh Ahmad b. Zayn ad-Din al-Ahsa’i (1753-1826) i cui seguaci divennero noti come Shaykhi (oggi sono circa 250 mila). Nel 1844, esattamente mille anni lunari dopo l’occultamento del dodicesimo imam nell’874, uno shaykh persiano, Sayyid ‘Ali Muhammad (1819-1850) affermò di essere il bab, poi il mahdi e infine un profeta a pieno titolo, contraddicendo la credenza islamica che Maometto fosse l’ultimo profeta. Dopo il 1844, le dottrine del Bab si discostarono sempre più da quelle dell’Islam. In particolare, il suo scritto più sacro (il Bayan) abrogò il Corano e istituì un gran numero di nuove norme (molte, curiosamente, incentrate sul numero diciannove). Le truppe del governo iraniano lo giustiziarono nel 1850 a causa dei disordini politici causati dai suoi seguaci, i Babi. Violente persecuzioni riuscirono, nel 1853, a stemperare il suo attivismo, ma non ad eliminare la fede. 

Due fratellastri succedettero al Bab: Subh-i Azal e Baha’ullah. Il primo rimase fedele agli insegnamenti del Bab. I suoi I suoi seguaci, conosciuti come Azali*, oggi sono meno di 50 mila. Baha’ullah (1817-1890) trasformò la dottrina Babi, affermando nel 1853 di essere la manifestazione di Dio e che il suo libro più sacro (il Kitab al-Aqdas) abrogava il Bayan. Vivendo in esilio sotto la custodia ottomana, la prospettiva e le aspirazioni di Baha’ullah si ampliarono e col tempo sviluppò dottrine interessanti agli occhi dei non musulmani, specialmente degli occidentali. Il Baha’ismo* sostiene il pacifismo, la fraternità  universale, la fusione razziale e un unico linguaggio universale. Il Baha’ismo non ha culto ed è diventato, di fatto, una fede per i non religiosi. I discendenti di Baha’ullah gli sono succeduti, in modo tranquillo, come capi della setta fino ai giorni nostri. I Baha’i sono circa un milione in Iran, dove non hanno mai ottenuto il riconoscimento legale e subiscono persecuzioni discontinue. Circa 10 mila convertiti negli Stati Uniti, 3 mila in Uganda e un migliaio nella Germania occidentale forniscono al Baha’ismo importanti luoghi di rifugio fuori dall’Iran. 

Ismailiti o Settimani  

Gli sciiti che credono in Isma’il come settimo imam sono conosciuti come Ismailiti o Settimani. Si sono molto spesso divisi [in sottogruppi] e presentano il quadro più intricato. Vissero in circostanze abbastanza oscure dal momento della loro rottura con gli sciiti duodecimani, avvenuta nel 765 circa, fino alla straordinaria conquista della Tunisia da parte dei Fatimidi, nel 909. Sessant’anni dopo, i Fatimidi conquistarono l’Egitto e vi si trasferirono, stabilendo una delle più ricche e dinamiche entità  politiche della storia musulmana medievale. 

Drusi* (Muwahhidun)   

Uno dei loro sovrani, al-Hakam (che regnò dal 996 al 1021) si comportò in modi così strani che alcuni Ismailiti estremisti lo ritenevano divino. I seguaci di questa nuova fede conosciuti al mondo esterno come Drusi e a se stessi come Muwahhidun, si ritirarono dalla comunità dell’Islam per insediarsi sugli altopiani montuosi del Levante, abbracciando una dottrina segreta nota soltanto a pochi iniziati. I leader drusi arrivarono al potere politico locale nel XV secolo e continuano ad essere una forza importante in Libano. Con una popolazione di circa 150 mila abitanti in Libano e in Siria, costituiscono la maggioranza in alcune piccole aree. Mentre i Drusi in questi due Paesi e in Giordania (dove sono 10 mila) hanno di recente ridimensionato il loro distacco dall’ortodossia sciita per inserirsi meglio nell’ordine sociale e politico, i 35 mila drusi in Israele hanno apertamente dichiarato i loro sentimenti non islamici combattendo dal 1948 dalla parte israeliana. 

Nizariti   

Il nipote di al-Hakam, al-Mustansir, ebbe una successione contestata. Alcuni Ismailiti seguirono suo figlio al-Musta’li. Altri, inclusi i famigerati Assassini (“consumatori di hashish, un ordine segreto caratterizzato dalla cieca obbedienza dei suoi membri al loro capo spirituale e dall’utilizzo dell’omicidio per eliminare i nemici) rimasero fedeli a suo figlio Nizar, anche se quest’ultimo morì senza eredi. I moderni Nizariti (conosciuti come Khoja in India, Ismailiti in Siria e Muridan-i Agha Khan in Iran) non hanno mantenuto il fanatismo della setta degli Assassini e l’uso della violenza, ma vivono pacificamente svolgendo le attività di commercianti e imprenditori e si distinguono per la loro coscienza comunitaria particolarmente sviluppata. Nel 1834, il governante iraniano conferì al 45° imam il titolo di “Agha Khan”, e gli inglesi gli concessero numerosi privilegi quando successivamente si rifugiò in India. L’Agha Khan è l’incarnazione terrena della divinità da parte dei suoi seguaci, i quali prendono la sua parola come legge. L’attuale imam, Karim Khan, succede al nonno nel 1957. Duecentomila suoi seguaci vivono in India e nelle regioni dell’Africa verso le quali sono emigrati gli indiani (Kenya, Tanzania, Sud Africa); circa 100 mila sono sparsi in Medio Oriente, in Asia centrale, in Siria, nella provincia di al-Hasa, in Arabia Saudita (vicino al Kuwait) e in Yemen. 

Musta’liani 

I Musta‘lianii sono divisi in piccolo gruppi: Tayyibi, Amiri, Bohara, Daudi, Sulaymani e altri. Incapaci di mantenere la coesione settaria, hanno una storia di assimilazione con altri gruppi musulmani. Per evitare la persecuzione dei sunniti, i Musta‘liani, come la maggior parte degli sciiti, praticano la dissimulazione, ma in mancanza di una chiara leadership alcuni di loro dimenticano la finzione e nel tempo prendono a cuore la fede sunnita. Molto riservati, hanno impedito la pubblicazione della maggior parte della loro letteratura religiosa. Come i Nizariti, essi sono, per la maggior parte, commercianti, per lo più discendenti di indiani convertitisi all’Islam in India, in Birmania, in Somalia, in Kenya e in Tanzania, e un altro ramo esiste in Yemen. Con la loro tendenza allo scisma e alla segretezza, si sa poco della storia e della distribuzione dei Musta’liani. 

Ahl-e Haqq* 

All’estremo confine dello Sciismo ci sono due piccoli gruppi che sono a malapena islamici. Uno è quello degli Ahl-e Haqq (chiamati anche Ali-Illahi*), i quali traggono sicuramente origine dagli Ismailiti, probabilmente nel XV secolo. Seguono le dottrine segrete del sultano Suhak, inclusa la sua cosmologia molto complessa e la vita comunitaria rigidamente organizzata. Gli Ahl-e Haqq si trovano principalmente nelle aree rurali dellIran occidentale e in Siria, in Turchia, in Asia centrale e in India. Conosciuti come Alevi* in Turchia, sono spesso confusi con i Nusayri. 

Yazidi* 

Il secondo gruppo, quello degli Yazidi, combina elementi islamici e di molte altre religioni, in particolare il Cristianesimo e lo Zoroastrismo. I suoi circa 150 mila credenti sono quasi tutti curdi, che vivono nel nord dell’Iraq, in Siria e nella Turchia orientale. Le dottrine segrete e i matrimoni endogami degli Yazidi non solo hanno aiutato a mantenere la comunità attraverso secoli di persecuzioni, ma hanno anche impedito al mondo esterno di comprendere appieno le credenze e le pratiche di questa fede.

Kharigiti   

Gli Ibadi non sono né sunniti né sciiti, ma l’unico ramo sopravvissuto dei Kharigiti. Quando i musulmani combatterono per la leadership della comunità islamica nei decenni successivi alla morte di Maometto, gli sciiti insistettero sul fatto che l’imam dovesse provenire dai discendenti di ‘Ali, i sunniti consentirono che il califfo provenisse da qualsiasi ramo della tribù di Maometto, i Quraysh e i Kharigiti non richiesero alcuna discendenza. Al contrario, mentre gli sciiti hanno quasi ignorato le qualità personali del loro leader e i sunniti hanno prestato a tali doti soltanto una moderata attenzione, i Kharigiti hanno insistito sul fatto che il governante fosse dotato di un carattere irreprensibile. Affermavano di essere pronti a seguire un leader virtuoso anche se fosse stato “uno schiavo etiope dal naso mozzato”. I Kharigiti hanno applicato gli stessi severi standard di moralità agli individui comuni. Chiunque avesse commesso un grave peccato non era più un musulmano ai loro occhi. Ecco, quindi, i protestanti dell’Islam, interessati alla virtù, e non al potere o ai legami di sangue. 

I gruppi dei Kharigiti si sono estinti nel corso dei secoli, di solito in modo violento. Solo i più moderati di loro, gli Ibadi, sono sopravvissuti fino ad oggi. Il Kharigismo ha dominato in Oman (la cui attuale popolazione conta 900 mila abitanti) dal 751 ed è oggi la religione di Stato. Gli omaniti portarono con sé l’Islam ibadita a Zanzibar nel XIX secolo, dove vivono ancora diverse migliaia di Ibadi. Altri 150 mila sono divisi tra comunità isolate in Libia (a Jabal Nafusa), in Algeria (nella regione desertica del Mzab) e in Tunisia (nell’isola di Gerba). 

https://www.danielpipes.org/21526/a-directory-of-modern-islam

Traduzione di Angelita La Spada

 

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