Islam e Islamismo

Non tutti i musulmani…

Mai è apparsa così vera la frase che viene ripetuta migliaia di volte: non tutti i musulmani sono terroristi, ma tutti i terroristi sono musulmani.
Lo scorso 14 settembre il Centro Simon Wiesenthal di Los Angeles ha diramato un messaggio che potrebbe – speriamolo! – aprire una breccia significativa nel silenzio del mondo musulmano di fronte a quanto sta avvenendo in occidente e nel Medio Oriente.
Il principe Nasser bin Hamad al Khalifa, in rappresentanza di suo padre il re Hamas del Bahrein, ha firmato a Los Angeles un documento redatto insieme al Centro Simon Wiesenthal, alla presenza di 40 dignitari del Bahrein che erano al suo seguito. Questo documento chiede a tutti i popoli, appartenenti a tutte le religioni, di rispettare, onorare e proteggere i diritti di ogni singolo individuo a praticare il culto della propria fede religiosa in dignità ed in pace. Diplomatici arabi del Medio Oriente con i rappresentanti di 15 nazioni e 300 leader religiosi rappresentavano, a questa cerimonia, i cristiani, i musulmani, gli ebrei, gli indù, i buddisti ed i bahai.
Il rabbino Marvin Hier, fondatore e presidente del Centro Simon Wiesenthal, ha ricordato di aver incontrato il re del Bahrein, che gli aveva espresso l’auspicio di un nuovo Medio Oriente basato sui principi dell’inclusione e della dignità umana, che in nome di questi respinga ogni estremismo. Al termine della cerimonia, commossi, gli ospiti del Centro hanno visitato il Museo della Tolleranza, una delle realizzazioni più significative nel panorama museale americano.
Mi si permetta a questo punto una annotazione personale dedicata ai giovani.
Ho conosciuto Simon Wiesenthal quando io ero un ragazzino coi pantaloni corti, grazie al fatto che sia lui sia io eravamo collezionisti di francobolli. Negli anni e nei decenni questa amicizia si è poi consolidata. Wiesenthal aveva perso 89 familiari nella Shoah ed era lui stesso un sopravvissuto. Egli ha dedicato la sua vita alla ricerca dei criminali nazisti nascosti in varie parti del mondo, ma, come ha intitolato un suo celebre libro, “Non per vendetta ma per giustizia”. Quando un massacratore di ebrei, morente in un ospedale, gli chiese di perdonare i suoi crimini Wiesenthal negò il perdono, che, disse, non poteva concedere in nome degli altri ebrei morti; poi, incerto su quanto aveva fatto, chiese ai più noti filosofi del mondo un parere e pubblicò le risposte in un altro libro, “Il girasole”.
Il Centro di Los Angeles a lui intitolato ha proseguito la sua opera, affiancando a questa un’attività intensa di insegnamento e di opere destinate a promuovere vicinanza ed amicizia fra le fedi religiose.
Questa straordinaria iniziativa rompe ora un tabù che sembrava inamovibile e radicato per sempre nella mente degli arabi. Il coraggio di questo re di un piccolo stato che si trova in prima linea esposto all’aggressività iraniana è un segnale, il primo, di come un Medio Oriente pacificato, che accetti di accogliere a pieno titolo Israele , potrebbe fiorire ed essere di esempio al mondo.
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