Israele e Medio Oriente

Per L’ONU la nascita di Israele è una catastrofe

Lo scorso 30 novembre, l’Assemblea Generale dell’ONU ha approvato l’ennesima risoluzione anti israeliana di questo 2022, e questa non sarà l’ultima dell’anno ma sicuramente è tra le più avverse a Israele mai approvate dall’ONU alla pari con la Risoluzione 3379 del 10 novembre 1975. 

La risoluzione appena approvata è relativa alla “Commemorazione dei 75 anni della Nakba”. Nel testo della risoluzione è utilizzato il termine arabo “Nakba” che vuole dire catastrofe. Ciò significa che a partire dal 15 maggio del 2023 per l’ONU sarà l’occasione per commemorare una catastrofe. Ma di che catastrofe si tratta? Presto detto, della nascita dello Stato del popolo ebraico: Israele.

Siamo bel oltre la delegittimazione dello Stato di Israele: paragonare la nascita di uno Stato a una catastrofe non ha uguali nella storia delle relazioni internazionali. Nulla di paragonabile è mai stato dichiarato neanche per la Germania nazista. Non è da escludersi che i prossimi passi dell’ONU  vadano nella direzione della “riparazione” di questa catastrofe.

Si obbietterà che per “catastrofe” non si intende la nascita di Israele ma l’espatrio obbligatorio, a causa della guerra del 1948-1949 di una parte della popolazione araba ivi residente. Distinzione speciosa, surrettizia, perchè è evidente che se si associa la nascita di uno Stato a quella che viene reputata una catastrofe come conseguenza della sua nascita, si afferma implicitamente che sia stato il suo venire in essere a causarla. Siamo sempre al solito postulato, Israele è nato nella colpa.

La Risoluzione in questione è stata promossa dal rappresentante di uno Stato privo di consistenza giuridica e geografica, quello palestinese, che non possiede per questi evidenti motivi le caratteristiche minime per poterla promuovere, ma così è. Di conseguenza la proposta è stata portata in Assemblea dai rappresentanti di Egitto e Giordania, ovvero da due degli Stati arabi con i quali Israele ha siglato dei trattati di pace, anzi per la precisione i due Stati arabi con i quali è da più anni in pace. Un evidente segno di amicizia.

All’Assemblea Generale la proposta ha avuto il consenso di 90 paesi a fronte di 30 contrari e 47 astenuti, mentre 26 paesi non hanno partecipato al voto, tra questi l’Ucraina. Anche il non partecipare al voto è in qualche modo una presa di posizione politica. Il non votare, in concreto, è più vicino a essere contrari che ad astenersi.

Proveremo ad entrare più nel dettaglio della votazione per cercare di capire quali sono gli Stati che vedono Israele come sorta a  causa di una catastrofe e quali, invece, sono quelli che rifiutano tale visione e infine, quali sono i paesi che lo “pensano” ma non ha il coraggio di dirlo pubblicamente (gli astenuti).  

Tra i 90 paesi favorevoli ci sono i paesi dell’Organizzazione della cooperazione islamica una compatta lobby di 55 Stati con l’unica positiva eccezione dell’Albania che ha votato contro. Mentre tra gli altri 54 Stati è bene sottolineare i vecchi e nuovi “amici” di Israele: Egitto, Turchia, Giordania seguiti da Emirati, Bahrein, Marocco e Sudan. A questi “amici” vanno sottolineati altri “vecchi amici”: Cipro e Malta in Europa e l’Azerbaigian. A questi paesi si sono aggiunti i “soliti” paesi africani, sudamericani e asiatici che dipendono dai paesi del Golfo oltre che la Cina. 

Tra gli astenuti, quindi tra coloro che sono favorevoli ma non hanno il coraggio di esprimerlo apertamente (l’astensione di fatto favorisce il voto favorevole), ci sono tanti “amici” e qualche nemico come la Russia. L’astensione della Russia è davvero una novità visto che nei decenni si è sempre schierata contro lo Stato di Israele (che si tratti di un “premio” per non avere dato aiuto militare all’Ucraina?). In questa tornata, al pari della Russia troviamo, tra gli altri: la Francia, la Spagna, l’Irlanda, il Belgio, il Portogallo, la Norvegia, la Finlandia, la Polonia, la Slovenia, l’Argentina, l’Islanda, la Lettonia e la Nuova Zelanda. Quindi, di fatto, anche per buona parte dell’Europa Israele è una catastrofe. 

Tra i pochi contrari (30 in tutto) va sicuramente annoverata l’Italia che da quando si è insediato il nuovo governo, più volte ha già votato in favore di Israele cosa che in passato era praticamente un avvenimento più unico che raro. E’ però doveroso aggiungere anche il fatto che l’Italia, su un totale di 15 risoluzioni contro Israele adottate dall’Assemblea Generale dell’ONU, tra l’11 novembre e il 30 novembre, abbia votato a favore di esse o si è astenuta in ben 14 casi su 15.

Come si rende evidente, Israele, al mondo, gode di ben pochi amici e alleati. Molti paesi tra i quali la maggior parte dei paesi europei fanno affari commerciali con Israele ma non sono certo amici o alleati, il miglior esempio in tal senso è senza dubbio la Francia. Anche i paesi che hanno sottoscritto trattati di pace o gli Accordi di Abramo non si possono considerare amici. Con amici come questi chi ha bisogno di nemici?

 

 

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