Israele e Medio Oriente

Rubio e Cruz attaccano Trump: “La tua posizione è anti-Israele”

La dichiarazione di neutralità da parte di Donald Trump sul conflitto arabo-israliano è diventata un problema al centro della campagna elettorale, come dimostra un vivace e pungente scambio di battute.
I quattro principali rivali del magnate immobiliare, favorito per le primarie del Gop, giovedì scorso sul palco di Houston in Texas hanno chiesto conto delle affermazioni di Trump.
In altra sede, il senatore Bernie Sanders, in lizza con Hillary Clinton alle primarie dei Democratici, a Chicago ha parlato della sua identità ebraica, dando una delle risposte più esaurienti di tutta la sua campagna elettorale.

Tornando ai Repubblicani, il senatore Marco Rubio ha introdotto il tema della neutralità sbandierata da Trump nelle prime fasi del dibattito in Texas, davanti alle telecamere della CNN, sostenendo che Trump, che ha già vinto le primarie in tre stati su quattro, abbia una posizione più vicina a quella dei democratici che a quella dei repubblicani.
Donald Trump durante un “town hall” trasmesso dalla Msnbc la settimana scorsa aveva risposto così ad una domanda diretta: “Lasciatemi essere neutrale, non voglio dire chi è la colpa del conflitto, non credo che aiuti”.

I moderatori della CNN hanno domandato a Trump di Israele. Ha risposto: “Ho partecipato, un certo numero di anni fa, all’Israeli Day Parade lungo la Fifth Avenue di New York, ho legami molto stretti con Israele. Ho ricevuto il Tree of Life Award (il Premio Albero della Vita) dal fondo nazionale ebraico e altri grandi premi assegnati da Israele”.
Trump ha insistito sostenendo che sarebbe da stupidi esporsi prima di un tentativo di pacificazione tra Israele e Palestina. “Non porta a niente di buono umiliare i vicini” ha detto. “Detto questo, sono totalmente a favore di Israele”.

Gli altri candidati l’hanno attaccato. Secondo il senatore texano Ted Cruz, i terroristi palestinesi “non sono equivalenti agli ufficiali dell’IDF che proteggono Israele”. “Sia Donald sia Hillary Clinton vogliono essere neutrali, per usare le parole di Donald, tra Israele e i palestinesi ” ha detto Cruz ” Voglio essere chiaro. Se sarò presidente, l’America starà invece indiscutibilmente con la nazione di Israele”.

Both Donald Trump and Hillary want to be neutral between Israel and the Palestinians.If I'm elected president, I will stand unapologetically with Israel. #GOPDebate tedcruz.org/volunteer

Pubblicato da Ted Cruz su Giovedì 25 febbraio 2016

“La posizione che hai preso è una posizione anti-Israele”, ha rincarato Rubio, sostenendo che, mentre Israele ha fatto sacrifici per la pace, “l’Autorità Palestinese ha rifiutato anche le più generose offerte”. “Non è possibile essere un onesto mediatore in una controversia tra due parti in cui una delle due ha costantemente agito in malafede”.
Il governatore dell’Ohio John Kasich ha ricordato le sue posizioni pro-Israele che risalgono al 1980 e 1990, tempi in cui era un membro del Congresso. “Sono stato un forte sostenitore di Israele più di chiunque altro in quegli anni” ha detto.
Ben Carson, neurochirurgo in pensione, ha parlato della sua visita in Israele lo scorso anno e ha detto che gli Stati Uniti dovrebbero trattare Israele come un figlio prediletto.
Rubio e Trump hanno dibattuto con vivacità sulla natura dei colloqui di pace, con il governatore della Florida a sostenere che Trump consideri le trattative di pace come “un affare immobiliare”, facendo notare che “un accordo non è un affare quando hai a che fare con i terroristi”. “Tu non sei un negoziatore”, ha ribattuto Trump.

Anche Hillary Clinton, la favorita democratica, ha preso di mira Trump per le sue dichiarazioni di neutralità. Parlando alla CNN, ha detto che la politica degli Stati Uniti dovrebbe tener conto sia della stretta relazione USA-Israele sia della necessità di una soluzione a due stati. Trump non ha “colto il punto” sostenendo la neutralità, ha detto la Clinton.
“Prima di tutto, Israele è il nostro partner, il nostro alleato. Abbiamo da tempo in piedi legami importanti con gli israeliani che risalgono alla formazione dello stato di Israele”. “Io difenderò e farò tutto il possibile per sostenere Israele, in particolare nel momento in cui la regione intorno sembra diventare più pericolosa e difficile”, ha detto la Clinton.

Tale posizione e gli appelli alla pace “non si escludono a vicenda”, sostiene la candidata dei Democratici. “Mi è capitato di pensare che spingere verso una soluzione a due stati, cercando di fornire maggiore sostegno alle aspirazioni del popolo palestinese, è nel lungo termine interesse anche di Israele, così come di tutta la regione e delle persone stesse”.
Trump, dal canto suo, nei giorni scorsi ha detto che da presidente sarebbe un “grande amico” di Israele e ha criticato l’amministrazione Obama per l’accordo sul nucleare iraniano dello scorso anno, a cui Israele si è opposto.

Lo sfidante della Clinton, Bernie Sanders, giovedì scorso è stato punzecchiato da uno studente dell’Università di Chicago che lo ha invitato a parlare della sua fede, osservando che fino a quel momento era stato reticente sull’argomento.
“Ovviamente, essere ebreo è molto, molto importante per me”, ha risposto Sanders. “Sono molto orgoglioso del mio retaggio. E ciò che mi viene spesso in mente, così come l’immagine di un bambino (Sanders stesso n.d.r.) che cresce a Brooklyn e vede intorno a sé persone con dei numeri ai polsi, probabilmente voi non le avete mai viste. I sopravvissuti ai campi di concentramento. E so che questo mi riguarda, perché una buona parte della famiglia di mio padre è stata sterminata dai nazisti. Questa è la lezione che ho imparato da molto giovane, cioè che la politica è una cosa seria. E quando è stato concesso il potere ad un pazzo come Hitler, 50 milioni di civili sono morti nella seconda guerra mondiale. Quindi io sono molto, molto orgoglioso di essere ebreo e del mio retaggio”.

 

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