Israele e Medio Oriente

Ue, altro regalo a Fatah: 250 milioni di euro per il 2016. Come verranno spesi?

Martedì scorso la Commissione europea ha annunciato di aver approvato un nuovo pacchetto di aiuti per l’Autorità palestinese pari ad un valore totale di 274.100.000 $ (circa 250 milioni di euro).
In un comunicato stampa, la Commissione ha fatto sapere che il finanziamento avverrà in due tranche: la prima è di 184 milioni di $. I soldi andranno direttamente all’Autorità Palestinese, al fine (sulla carta) di migliorare i servizi dell’istruzione e della sanità, supportare gli ospedali di Gerusalemme Est e assistere le famiglie povere.

I restanti 89 milioni di $ andranno all’UNRWA, l’Agenzia Onu per i “rifugiati palestinesi”.
Il secondo pacchetto di aiuti sarà annunciato nel corso dell’anno.
“L’Unione europea ribadisce il suo impegno concreto per i palestinesi” ha aggiunto in un comunicato Federica Mogherini, l’alto rappresentante dell’UE per gli affari esteri. “Attraverso questo pacchetto, l’UE agevola la vita quotidiana dei palestinesi nei settori dell’istruzione e della sanità, protegge le famiglie più povere e garantisce anche ai profughi palestinesi l’accesso ai servizi essenziali. Questi sono passi tangibili verso il miglioramento della vita dei palestinesi”.

Mogherini ha invitato l’Autorità Palestinese a “diventare più trasparente, più responsabile e più democratica” e a sostenere i diritti umani, secondo l’ex ministro italiano un prerequisito per la creazione di uno Stato sovrano palestinese “che viva fianco a fianco, in pace e sicurezza, con lo Stato di Israele e gli altri vicini”.
Il comunicato stampa definisce “Palestina” l’Autorità palestinese, ma secondo la Mogherini tale denominazione “non può essere interpretata come il riconoscimento di uno Stato di Palestina e non pregiudica le singole posizioni degli Stati membri su questo tema”.

I soldi vengono veicolati all’Autorità Palestinese tramite il programma PEGASE: tra il 2009 e il 2013 la Commissione Europea ha elargito ben 900 milioni di euro, 170 milioni invece nel 2014. Quest’anno l’offerta sarà più generosa, ma come al solito mancano le garanzie di come verranno davvero spesi questi soldi, sia dall’UNRWA sia dall’Autorità Palestinese. Il dubbio che i soldi dei contribuenti europei servano a pagare lauti stipendi e pensioni dei gerarchi di Ramallah e a costruire scuole ed ospedali che vengano usati come rifugi di rampe missilistiche o luoghi di educazione per i terroristi di domani si insinua ogni anno. Purtroppo non è mai stato smentito con convinzione, neppure da una Commissione Europea le “procedure di verifica” (quali) del programma PEGASO sono affidabili e “soddisfano specifici criteri di eleggibilità” (quali?).
Persino Federica Mogherini si è però vista costretta a lanciare un appello alla “moderazione” a Fatah e Abu Mazen. I finanziamenti, però, sono fuori discussione.
E a Ramallah si fregano le mani.

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