Israele e Medio Oriente

Da Israele la conferma: “Hollande ci ha chiesto aiuto contro il terrorismo”

Israele è davvero lo stato genocida che alcuni media occidentali (e troppe improvvide risoluzioni Onu) descrivono, oppure è un Paese che ha capito come rispondere in modo efficace al terrorismo? Una risposta arriva da Guy Caspi, un passato nell’intelligence israeliana e oggi amministratore delegato di Fifth Dimension, secondo Forbes una delle dieci aziende più innovative di Israele. E’ stato lui a rivelare che persino il governo francese si è reso conto di aver bisogno dell’aiuto di Gerusalemme. «Eravamo stati contattati dal governo francese già dopo gli attentati dello scorso novembre, a Parigi. Allora non se ne era fatto niente ma dopo Nizza hanno capito che qualcosa doveva essere fatto…».
Nizza, la promenade des Anglais e quella strage che ricorda troppo da vicino il modus operandi dei palestinesi e dell’Intifada dei coltelli. Se l’Europa è destinata a diventare una grande Israele, sicuramente avrà molto da imparare dai servizi di sicurezza israeliana. E le parole di Guy Caspi, pubblicate su La Stampa lo scorso 29 luglio, due settimane dopo Nizza, sono fondamentali.

«Dopo Nizza abbiamo avuto un incontro con l’entourage di Hollande e alti funzionari del ministero della Difesa per cercare di capire se e come potevamo aiutarli in termini di sicurezza e prevenzione» ha rivelato Caspi.
Fifth Dimension è un’azienda «tra le più avveniristiche nel campo dell’intelligence. Siamo un gruppo di scienziati, informatici, dottorandi in matematica che hanno sviluppato una piattaforma basata sul deep lerning». Per i non esperti «In pratica raccogliamo tutti i dati che abbiamo – video, audio, foto, metadati dai cellulari – in un sistema di algoritmi realizzato da noi per cercare di prevedere, con una certa certezza, cosa succederà e quali saranno i comportamenti delle persone. Per capirci il deep learning è un campo di ricerca che ad oggi usano in pochi al mondo: lo fanno Facebook e Google ma per ragioni commerciali, per migliorare i loro servizi pubblicitari. Noi lo facciamo anche per la sicurezza».
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Prevenire gli attentati, anche se non sempre è possibile: bisogna avere tutti i dati. E la privacy? Secondo Caspi
«Proprio questo è destinato a cambiare anche in Europa. C’è bisogno di una regolamentazione, sia chiaro. Ma il nostro sistema si fonda sull’integrazione delle informazioni. E queste informazioni devono essere disponibili. L’Europa dovrà trovare un nuovo equilibrio normativo tra tutela della privacy e sicurezza.
Altrimenti ci saranno altre vittime innocenti».

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