Iran e Medioriente

Alcune considerazioni sul nucleare iraniano

Che la nuova amministrazione americana fosse decisa a riprendere l’accordo, siglato da Obama, sul nucleare con l’Iran non era un mistero, visto che era già stato preannunciato in campagna elettorale. Ma i risvolti che si stanno delineando dopo poche settimane dall’insediamento di Joe Biden sono inquietanti.

Una prima considerazione che si può fare è sul clima politico in generale, che si sta instaurando con la nuova amministrazione Biden. Già si era capito a pochi giorni dal suo insediamento che per Israele sarebbero stati anni difficili, ma l’accelerazione impressa è davvero preoccupante. Prima c’è stata la decisione della camera pre-processuale del Tribunale Penale Internazionale di consentire l’apertura del procedimento contro Israele. Poi, a poche settimane di distanza, la decisione ufficiale di aprire il “caso” da parte del procuratore capo Fatouh Bensouda. Nel mezzo un altro interessante “accadimento”.

E’ di una decina di giorni fa la notizia riportata – con relative immagini satellitari – da parte della Associated Press, che presso il reattore nucleare di Dimona si stanno eseguendo dei grandi lavori di sbancamento. Sarebbe interessante sapere come siano arrivate queste informazioni alla Associated Press visto che essa non possiede satelliti spia che stazionano sopra il Medio Oriente. Ovviamente non ci sono conferme ufficiali da parte delle autorità israeliane sulla natura di questi lavori, ma le insinuazioni fatte filtrare dall’agenzia stampa, e riprese e ingigantite da altri giornali, sono che Israele sarebbe intenzionato ad ampliare la capacità del reattore in modo da produrre materiale nucleare con lo scopo di costruire delle testate nucleari. Questa tempistica è piuttosto sorprendente: ora che Israele – assieme a numerosi paesi sunniti del Golfo – sta facendo grosse pressioni affinché l’amministrazione Biden non rinunci alle sanzioni economiche e non ripristini l’accordo nucleare voluto da Obama con l’Iran, compaiono delle immagini che vogliono fare credere chissà quale attività si stia svolgendo a Dimona (per inciso si tratta di una buca della grandezza di un campo da calcio).

Il messaggio, che si intende lanciare, è chiaro: con che coraggio Israele vuole fare pressioni sull’Amministrazione USA contro l’Iran se nel frattempo conduce attività nel proprio reattore nucleare? In pratica gli USA non vogliono che Israele si intrometteta nel dialogo appena iniziato. Già il fatto di equiparare Israele all’Iran è di per sé fuori luogo. Israele è sempre stato aggredito, e le sue guerre sono sempre state difensive. Sia nel 1967 che nel 1973 pur avendo combattuto in entrambi i casi due dure guerre non ha mai utilizzato le armi nucleari che gli vengono attribuite L’Iran, al contrario non ha mai nascosto le sue mire egemoniche: è presente direttamente o indirettamente (tramite milizie paramilitari e gruppi terroristici) in Iraq, Siria, Libano e Yemen. Non si è mai fatto scrupoli nell’attaccare civili israeliani non appena ne ha avuto l’occasione (Buenos Aires, Burgas, New Delhi per citare i casi più eclatanti) tramite i suoi sodali. Inoltre, ci sono stati numerosi casi di attacchi missilistici da parte di Hezbollah e Hamas armati dall’Iran con l’intento esclusivo di colpire i civili. Tutto ciò non ha mai scandalizzato le cancellerie occidentali.

E’ necessario fare una ulteriore considerazione sul programma nucleare iraniano. Tra le tante lacune dell’accordo firmato nel 2015 ce n’è una particolarmente importante, ed è quella concernente il programma di sviluppo dei missili balistici che da diversi anni Teheran sta portando avanti. Questo programma è pericoloso quanto quello nucleare in quanto i missili balistici sono studiati per trasportare le eventuali testate nucleari da lanciare contro Israele, ma non solo. Infatti, i test sin qui condotti dagli iraniani – con l’aiuto della Corea del Nord – hanno dimostrato che essi sono ormai in grado di lasciare missili balistici, con una notevole precisione, su obiettivi posti ad alcune migliaia di chilometri di distanza, quindi ben oltre Israele. Di fatto, gli iraniani sono in grado di minacciare l’Europa.

La cosa che più lascia sconcertati, è che in Europa non ci si preoccupi e non si faccia nulla per bloccare lo sviluppo di questa capacità che, associata al possesso di armi nucleari mette in pericolo l’Europa intera. E’ ben precisare una cosa, l’Europa rispetto ad Israele ha il vantaggio di trovarsi ad una distanza maggiore dall’Iran e quindi ha, teoricamente, più il tempo per proteggersi da un’eventuale attacco. Cosa non da poco, ma proteggersi con cosa? Nessuno Stato europeo separatamente o congiuntamente ha mai investito nulla su un programma anti-missilistico moderno. E qui sta’ la grande differenza con Israele. Infatti, Israele oltre che cercare di impedire che l’Iran si doti di armi nucleari, negli ultimi anni ha portato avanti un programma di difesa missilistica unico al mondo. Ormai tutti conoscono il sistema anti missile Iron Dome. Ma questo sistema è molto efficace solo contro i missili a corto raggio. Contestualmente Israele ha portato avanti un efficace sistema di difesa missilistico contro missili a medio e lungo raggio. Questo vuol dire che Israele è dotato ormai di una protezione contro i missili balistici iraniani, il sistema Arrow. L’ultimo in ordine di tempo è il missile antimissile Arrow 3 che è stato testato con successo in Alaska nel 2019 e ha abbattuto un missile intercontinentale. Si tratta di un sistema ufficialmente operativo per la difesa del paese. In conclusione Israele oggi è dotato – unico paese al mondo – un una difesa antimissile a tre livelli: contro missili a corto raggio (Iron Dome), contro missili a medio raggio (David’ sling, usato con successo contro un missile siriano sopra il Golan nel 2017) e contro missili a lungo raggio (programma Arrow 1 – 2 – 3). A questo si aggiunge un costante miglioramento del sistema radar che permette allo Stato ebraico di localizzare in pochissimi secondi il lancio di un missile in tutto il Medio Oriente.

Con questo sofisticato sistema radar, ormai Israele ha annullato il poco tempo che ha per intercettare un missile e di fatto reso estremamente efficace tutto il sistema di protezione. Di tutto ciò l’Europa è assolutamente priva Però in Europa nessuno si pone con serietà la questione, sembra solo interessata a fare affari con Teheran senza rendersi conto di esser un possibile obiettivo. Gli USA, da parte loro, hanno solo il vantaggio di una maggiore distanza, ma anche questa, prima o poi, si annullerà come hanno dimostrato i lanci di missili della Corea del Nord, tuttavia, anche l’amministrazione Biden sembra interessata ad altro.

 

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